Campagna " Un Milione di Firme"per chiedere l'abolizione delle leggi discriminatorie nel confronto delle donne iraniane , è nata il 27 Agosto del 2006 con 52 firmatari chiedendo l'abolizione delle leggi discriminatorie nel confronto delle donne e l'uguaglianza delle leggi nei confronti delle donne e degli uomini in Iran . Noi ,un gruppo delle attiviste della Campagna "Un Milione di Firme " In Italia sosteniamo le nostre sorelle in Iran .
venerdì 4 dicembre 2009
Lettera aperta di Narges Mohammadi a Ahmadinejad
Egr. Dott. Ahmadinejad
Sono Narges Mohammadi, giornalista, laureata in fisica, moglie di Taghi Rahmani e madre di due gemelli di soli tre anni. Sono un’attivista del Centro dei Difensori dei Diritti Umani in Iran, che è stato recentemente chiuso illegalmente, nonché del Consiglio Nazionale della Pace. Da quando è stata messa al bando la stampa democratica iraniana, il 22 settembre 2001, fino a 19 novembre 2009, cioè pochi giorni fa, sono stata impiegata, con un contratto regolare, presso la Società per le Ispezioni Ingegneristiche facendo parte del gruppo specialistico per ispezione industriale e mineraria. Il 19 novembre 2009 sono stata licenziata. Questo era un breve curriculum di una donna 36 enne iraniana. E’ bene che lei sappia che il mio ordine di licenziamento, prima di essere notificato a me, ha seguito un iter attraverso le forze di sicurezza. Nel mese di khordad 1387 (maggio-giugno 2008), tornando da una riunione dei difensori dei diritti umani e degli esperti delle Nazioni Unite, tenutasi a Vienna, sono stata convocata e interrogata dagli agenti del Ministero dell’Intelligence del Suo Governo. L’8 maggio 2009, quando stavo per recarmi in Guatemala per partecipare ad un convegno internazionale delle donne, mi è stato illegalmente impedito di lasciare il Paese, e non ero stata accusata di alcun reato, e infatti non sono mai stata chiamata in giudizio come imputata. Il mio passaporto è stato sequestrato all’aeroporto e da allora non ho un passaporto. Per questo motivo ho dovuto un’altra volta presentarmi agli agenti dell’intelligence i quali mi hanno chiesto apertamente di abbandonare le mie attività nel Consiglio Nazionale della Pace e nel Centro dei Difensori dei Diritti Umani; in caso contrario la minaccia era di ricevere restrizioni ancora più severe.
Il 18 giugno scorso, cioè sei giorni dopo le recenti elezioni, sono stata nuovamente minacciata per telefono da un agente dell’intelligence: se avessi proseguito con la minima attività e non avessi lasciato Teheran, sarei stata arrestata insieme ai miei piccoli bambini. Più tardi, in un’altra convocazione gli agenti, come ultimo avvertimento, mi hanno riferito che se non avessi lasciato il Centro dei Difensori dei Diritti Umani e il Consiglio Nazionale della Pace e non avessi interrotto tutti i rapporti con il Premio Nobel per la Pace Shirin Ebadi, sarei stata licenziata e arrestata.
In Settembre, dopo essere stata accettata per un corso di specializzazione, ho chiesto al Ministero dell’Intelligence di restituirmi il mio passaporto, mi è stato detto che il Ministero aveva un parere negativo su di me e che non avrei potuto partecipare al corso se non avessi cambiato idea sulle loro proposte.
E alla fine, in data del 19.11.2009, l’amministratore delegato dell’azienda dove lavoravo mi ha informata di aver avuto richiesta di licenziarmi; quando ho chiesto una lecita spiegazione, mi sono sentita dire che era una decisione dettata dall’alto. Mi consigliò di approfittare dell’ultima occasione e parlare con gli agenti per non farmi licenziare; anche lui a sua volta mi aveva chiesto di porre fine alle mie attività. Quando ho spiegato i miei punti di vista egli mi confermò che doveva licenziarmi.
Sono stata licenziata lo stesso giorno, in meno di un’ora. Il mio colloquio con l’amministratore delegato durò dalle ore 15:00 alle 16:15.
Ora vorrei dirle quello che penso. Mi ricordo quando, dopo una stagione di riforme, Lei è diventato il Presidente della Repubblica, ha fatto tante promesse di “amore” e di generosità e ha detto che portava al tavolo degli iraniani gli utili del petrolio. Mentre quello che testimoniano questi tempi amari è una espressione opposta, cioè la vendetta, la violenza nella sua forma più nuda e cruda.
Sicuramente non sono poche le persone alle quali da anni è stata negata la possibilità di studiare ed io sono una goccia in questo mare tempestato di ingiustizia e oppressione. Parlo di donne e di uomini che per le loro idee diverse da quelle del regime hanno subito privazioni pesanti e le loro famiglie sono state vittime di gravi e illimitate violenze. Allora, forse dovevo tacere e vergognarmi di parlare di cose che erano accadute a me.
Però, dobbiamo parlare e scrivere dei nostri diritti costituzionali e non tacere, fino al giorno in cui nel nostro paese il diritto allo studio e il diritto al lavoro vengano considerati come diritti di persone e non come uno strumento di minaccia nelle mani di un regime.
Quindi, mi sono permessa di chiedere: per quale colpa i miei piccoli bambini devono essere vittime delle vendette del regime.
Il padre di questi bambini è stato 15 anni nelle carceri di questo regime ma continua ad essere un attivista civile, politico e rispettoso delle leggi. Per essere stato incarcerato diverse volte dai primi anni della Repubblica Islamica, egli non ha potuto portare a termine i suoi studi di storia presso l’Università di Tabriz, e a causa dei lunghissimi periodi di detenzione non ha mai potuto avere un impiego. Forse è facile parlarne, ma vivere così ed essere privati di ogni diritto in questo dissestato paese è davvero difficile.
Ed io, che non sono stata riconosciuta colpevole da nessun tribunale e sono soltanto un’attivista di diritti umani e una pacifista, ora devo subire vari generi di privazioni volute dal Ministero dell’Intelligence, che invece dovrebbe salvaguardare la sicurezza dei cittadini.
Essere attivisti di diritti umani e dedicarsi alla pace può essere considerata una tale colpa imperdonabile da privarci del diritto di avere un pezzo di pane?
Se un regime aspira al governo di Imam Ali, sa che Imam Ali non ha mai privato un oppositore dei mezzi di sostentamento. Mentre le mie attività sono nell’ambito dei diritti umani, e il nostro scopo nel Centro per i Diritti Umani è di migliorare la situazione di diritti umani in Iran. E Lei ben sa che in tutte le società i pacifisti sono rispettati e ammirati e non oggetto di umiliazioni e minacce.
Sono le nostre attività per alleviare un po’ il dolore delle famiglie dei detenuti a provocare una tale ira del regime o le nostre attività pacifiche nell’ambito del Consiglio Nazionale della pace, contro ogni forma di violenza, pesano tanto ai signori del potere?
La vera domanda è: se il suo “amore” promesso più di quattro anni fa riguarda solo la limitata cerchia di persone che La circondano?
Non crede che questo suo modo di trattare i propri connazionali, appartenenti a qualsiasi gruppo o ideologia, sarà considerata dal popolo iraniano e dalla storia come una grande e imperdonabile ingiustizia? Togliere il pane dalla bocca dei nostri bambini innocenti è una dimostrazione di generosità (“amore”) di questo regime e un segno di governare secondo i principi di Imam Ali?
Secondo Lei i soldi facili guadagnati col petrolio appartengono solo ai figlioli bignamini e favoriti del regime e non ai figli delle altri madri e dei padri che con il proprio lavoro e le proprie attività contribuiscono alla crescita e alla prosperità di questo paese?
Io ho lavorato 8 anni in un campo di ispezioni ingegneristiche dell’industria in Iran, anche su progetti nazionali importanti come quello di Pars Jonoubi; lettere elogiative conservate nella mia pratica lavorativa testimoniano un ottimo svolgimento del lavoro che mi è stato affidato. Nonostante i responsabili dei progetti per i quali ho lavorato fossero soddisfatti dell’attività lavorativa svolta, sono stata licenziata nel giro di un’ora solo perché non ho accettato le proposte del Ministero dell’Intelligence del Suo Governo. Non mi è stato nemmeno dato l’avviso di un mese per poter cercare un altro lavoro.
Non crede che trattare così un connazionale non è soltanto illegale ma è anche vile, immorale e disumano, mentre gli iraniani sono famosi per essere magnanimi e gagliardi?
In conclusione, mentre posso pensare, scrivere ed esprimere il mio pensiero liberamente e lontano dalle torture, che è ciò che conta, sono convinta: che il Centro dei Difensori dei Diritti Umani e il Consiglio Nazionale della Pace sono associazioni sociali e legali in Iran, che hanno avuto l’approvazione del fiero popolo iraniano; che per me è un grande onore collaborarci e servirle; e anche che il Premio Nobel per la Pace Signora Ebadi è una donna molto coraggiosa che ha dedicato la propria vita alle attività per la pace e per i diritti umani; che collaborare con i pacifisti del mondo non è criticabile e condannabile ma, al contrario, è di grande pregio. La pace e la difesa dei diritti umani contro le guerre e le violenze fanno parte dei grandi obiettivi della storia dell’umanità, al raggiungimento dei quali io mi dedicherò sempre di più.
Narges Mohammadi
28.11.2009
giovedì 26 novembre 2009
سخنرانی پروین اردلان در بولونیای ایتالیا
بودن در دموکراسی، مبارزه برای دموکراسی و لزوم گسترش شبکه ارتباطی
نوامبر17و19 در فستیوال سالانه ملاقات مدیترانه در شهر ریچونه که امسال با عنوان ایران برگزار شد، مهوش شیخ الاسلامی مستند ساز و پروین اردلان فعال جنبش زنان و برنده جایز اولاف پالمه حضور داشتند. پروین همچنین در نشستی که استانداری شهر بولونیا به افتخار حضور او برگزار کرد شرکت کرد. او در این دو برنامه درباره فعالیتهای جنبش های دموکراتیک چون جنبش دانشجویی و زنان و همچنین کمپین یک میلیون امضا سخن گفت. در برنامه بولونیا خانم بئاتریس دراگتی فرماندار شهر بولونیا در حال خوشامد گویی به پروین گفت :« من به خاطر اهمیت مبارزات زنان ایران برای برابری حقوقی که تفکیک ناپذیر از مبارزه برای دموکراسی است و دیگر این که یادمان نرود که حتی کشورهایی که در دموکراسی زندگی می کنند هر لحظه امکان برگشت از دموکراسی را دارند دست شما را می فشارم» همچنین خانم گابریلا مونترا مسئول حقوق برابر شهر بولونیا ضمن خوشامد گویی به مهمان این شهر و اشاره به مبارزات زنان ایران برای کسب آزادی و حقوق برابرگفت : « شما برای برابری مبارزه می کنید و ما باید برای جلب حمایت و مشارکت جهانی نت ورکینگ جهانی زنان را گسترش دهیم»
در این برنامه همچنین صبری نجفی از فعالان کمپین در ایتالیا به نحوه شکل گیری و فعالیت کمپین در ایتالیا اشاره کرد و گفت :«ما زنان ایرانی در خارج از کشور سالهاست که با نگرانی به اتفاقاتی که در ایران می افتد چشم دوخته ایم و از جنبش مسالمت آمیز زنان ایران در راه رسیدن به برابری و رفع قوانین تبعیض آمیز نه تنها استقبال می کنیم بلکه همه نیرویمان را برای گسترش اخبار آن, پیشبرد آن و پشتیبانی از خواهرانمان بکارمی بریم. فعالان کمپین یک میلیون امضا در ایتالیا از دوسال پیش سعی در پخش اخبار جنبش مسالمت آمیز زنان ایران دارندو توانسته اند در کناربرنامه های فرهنگی و هنری, اهداف کمپین یک میلیون امضا را برای هموطنان ایرانی باز گو کنند و مردم ایتالیا بخصوص زنان را به مسائل زنان ایران بیشتر آشنا کنند و به همبستگی بین زنان ایران و ایتالیا بیافزایند.»
پروین اردلان در سخنانش با تاکید برسخنان خانم مونترا گفت : دلیل حضور من در اینجا همان نکته ای است که خانم مونترا بیان کردند. ما زنان ایران و جهان باید بتوانیم مسائل یکدیگر را مسائل مشترک خودمان بدانیم و همدیگر را برای ایجاد همبستگی جهانی و خواهری در این عرصه یاری رسانیم. مسئله یک زن ایتالیایی و مبارزه اش برای کنترل بر بدنش و حق تولید مثل همان قدر اهمیت دارد که مبارزه ما زنان ایران برای داشتن حقوقی چون ازدواج، طلاق و سرپرستی و مبارزه با تبعیض جنیستی در حوزه عمومی و دانشگاهی ...یا زنان افغانی برای حقوقی اساسی یا زنان عربستان برای حق حضور در عرصه عمومی و حقوق ابتدایی. بنابراین کمک زنان به یکدیگر یعنی ایجاد شبکه پویا و فعال در میان خودشان نه کمک رسانی صرف مالی به دیگر زنان. همبستگی ما در درک تفاوت ها و تلاش برای حمایت از یکدیگر و رساندن صدایمان به دیگر زنان جهان در این عرصه هست. برای ایجاد دنیایی انسانی، آزاد و بدون نابرابری»
وی در سخنان خود با اشاره به مبارزات آگاهانه و گسترده زنان ایران، جنبش زنان ایران را از جنبش های فعال ، تاثیرگذار و ارتقادهنده دموکراسی درایران دانست و گفت مقاومت بزرگ زنان طی 30 سال گذشته و حضور گسترده آنان در حوزه های اجتماعی ، آموزشی و فرهنگی تاثیر زیادی بر دموکراتیزه کردن جامعه مردسالار داشته است. اگر جنبش های دموکراتیک بتوانند از الگوهای عملی جنبش زنان بهره گیرند هم خودشان را دموکراتیزه می کنندو هم بر جامعه و حاکمیت تاثیر می گذارند. او درادامه گفت : فشار گسترده دراین سال ها زنان را به مقاومت واداشته و زنان نقش خود را از قربانی به فعال اجتماعی تغییر داده اند، هر جنبش دموکراتیکی که ادعای تغییر و خواسته تغییر دارد شایسته است که آموزه های جنبش زنان را و فعالیت مسالمت آمیز وخشونت ستیز زنان را نه تنها در مطالبات که در روش هاشان به کار گیرد.
venerdì 20 novembre 2009
Incontro con La scrittrice e giornalista iraniana a palazzo Malvezzi Bologna
http://www.provincia.bologna.it/probo/Engine/RAServePG.php/P/1124210010300
/M/309510010310
La scrittrice e giornalista iraniana Parvin Ardalan è stata ospite della Provincia a palazzo Malvezzi, dove nel tardo pomeriggio di giovedì 19 novembre ha incontrato la presidente Beatrice Draghetti e l'assessore alle Pari opportunità Gabriella Montera.
Parvin Ardalan è stata invitata in Italia nell'ambito dell'iniziativa "Incontri del Mediterraneo", ottava edizione dedicata all'Iran, che ha luogo a Riccione e a Rimini.
La scrittrice iraniana è impegnata dal 1990 come attivista per i diritti delle donne nel suo Paese e nel 2007 ha ottenuto l'Olof Palm Prize per aver fatto dell'uguaglianza dei diritti fra uomini e donne il punto centrale della battaglia per la democrazia in Iran.
All'incontro con Parvin Ardalan, protagonista internazionale della lotta per i diritti delle donne, sono state invitate le Assessore alle Pari opportunità dei Comuni del territorio e le Associazioni femminili di Bologna.
La Provincia di Bologna ha ospitato la testimonianza della scrittrice iraniana in segno di solidarietà e sostegno nei confronti della lotta che sta conducendo contro la discriminazione e a favore dell'uguaglianza dei diritti fra uomini e donne in Iran attraverso la campagna ''Un milione di firme'' (per informazioni www.we-change.org)
ملاقات با پروین اردلان نویسنده ,فعال حقوق زنان و روزناهم نگار ایرانی در کاخ استانداری بولونیا ایتالیا
http://www.provincia.bologna.it/probo/Engine/RAServePG.php/P/1124210010300/M/309510010310
نوامبر 19
روزنامه نگار, فعال حقوق زنان و نویسنده ایرانی پروین اردلان مهمان شهر بولونیا
استاندار شهر خانم بئاتریس دراگتی و مسئول فرهنگی و حقوق برابر خانم گابریلا مونترا در کاخ مالوزینا با پروین ملاقات کردند
پروین اردلان به دعوت
Associazione Michele Pulici
و
در جریان هشتمین برنامه سالانه
Incontri del Mediterraneo
که امسال برنامه به ایران تعلق داشت ودر شهر ریچونه اجرا گردید, به ایتالیا آمده
است.
این نویسنده ایرانی که از سال 1990 فعال حقوق زنان در کشورش می باشد, در سال 2007 برنده جایزه اولاف پالمه بخاطر مبارزاتش برای رسیدن به دموکراسی در ایران از طریق برابری حقوق بین زن و مرد میباشد.
برای ملاقات با پروین اردلان شخصیت بین المللی و مبارزحقوق زنان, تمام مسئولان حقوق برابر شهرداریهای استان و انجمن های زنان شهر بولونیا
دعوت شده بودند.
شهر بولونیا به نشانه همبستگی وحمایت مبارزه ای که بر علیه تبعیض و برای برابری حقوق بین زنان و مردان ایران از طریق" کمپین یک میلیون امضا"انجام میگیرد
مهماندار نویسنده ای شد که خود شاهد عینی این کمپین است
برای اطلاعات بیشتر
www.we-change.org
lunedì 16 novembre 2009
Parvin Ardalan a Riccione in Festival di Incontri del Mediterraneo
http"http://www.newsrimini.it/news//2009/novembre/16/riccione/incontri_del_mediterraneo._giornalista_iraniana_parvin_ardalan_ospite_domani.
9/novembre/16/riccione/incontri_del_mediterraneo._giornalista_iraniana_parvin_ardalan_ospite_domani.html
"Esclusione delle donne in Iran è sistematica sia nell'ambito legale che culturale". Parvin Ardalan, la giornalista iraniana vincintrice nel 2007 del Premio Olof Palme per i diritti umani, domani sarà ospite degli incontri del mediterraneo alle 20.30 al Palazzo del Turismo.
RICCIONE | 16 novembre 2009 | "Iran: le donne" è il titolo del dibattito che si svolgerà domani 17 novembre alle 20.30 al Palazzo del Turismo di Riccione. Insieme alla Ardalan anche l'autrice del documentario "Where do i belong?", Mahvash Sheikholeslami.
"Fare oggi i giornalisti significa cogliere idee e azioni, senza seguire l'apparenza delle cose - ha anticipato Parvin Ardalan mentre raggiungeva l'Italia - Ed in Iran questo è difficile da atturare. In tutti questi anni sono sempre stata sotto la pressione della polizia".
Parvin Ardalan nel 2007, insieme a Nooshin Ahmadi Khorasani e altre due attiviste è stata condannata a tre anni di carcere per aver partecipato alle manifestazioni del 12 giugno 2006 nella piazza “Haft-e tir” a Tehran" con la seguente condanna “ minaccia alla sicurezza nazionale".
Parvin Ardalan, nata a Tehran, è attivista per i diritti delle donne, scrittore e giornalista. Insieme a Nooshin Ahmadi Khorasani, nel 1990, ha istituito il Women’s Cultural Centre (Markaz-e Farhangi-ye Zanan), un centro per la formazione di opinioni, analizzare e documentare le questioni delle donne in Iran.
Dal 2005 l’organizzazione pubblica una rivista on-line sui diritti delle donne, Zanestan, con Ardalan come editor. Il giornale si è occupato delle problematiche del matrimonio, della prostituzione, dell’istruzione, dell’AIDS e della violenza contro le donne. Le è stato assegnato il Premio Olof Palme nel 2007 per la sua lotta per la parità di diritti tra uomini e donne in Iran, e per lotta costante contro la censura (a causa del divieto dell’espatrio non è riuscita a partecipare alla premiazione).
In questo periodo sono nel mirino gli spazi web dei movimenti che si battono per i diritti delle donne del paese islamico. "Vogliono ridurci al silenzio" ha raccontato Parvin Ardalan che opera in Change4equality, un'organizzazione che sta tentando di raccogliere un milione di firme per scuotere le coscienze delle donne iraniane, per dimostrare al governo che esiste la parità fra i sessi, per chiedere che vengano abrogate le leggi locali che discriminano le donne.
Ma cosa pensa Parvin Ardalan della Rivoluzione Verde?
"Sono perplessa - ci dice al telefono - Avrei preferito una rivoluzione multicolore. Quando si parla di democrazia bisognerebbe coinvolgere tante persone. Quindi rimango perplessa su questo movimento".
Parvin Ardalan è tra i fondatori del "Centro Culturale delle Donne Iraniane" , è membro attivo della "Campagna per un milione di firme" e la direttrice del Giornale online "Tribuna delle femministe" e membro del comitato di redzione del giornale online "Zanestan".
sabato 24 ottobre 2009
اگر به خانۀ من آمدی
شعری از شاعره سوری: غاده السُمان
اگر به خانۀ من آمدی
برایم مداد بیاور، مداد سیاه
میخواهم روی چهره ام خط بکشم
تا به جرم زیبایی در قفس نیفتم
یک ضربدر هم روی قلبم، تا به هوس نیفتم
یک مداد پاک کن بده، برای محو لبها
نمیخواهم کسی به هوای سرخیشان، سیاهم کند
یک بیلچه، تا تمام غرایز زنانه را از ریشه درآورم
شخم بزنم وجودم را ... بدون اینها راحتتر به بهشت میروم، گویا
یک تیغ بده، موهایم را از ته بتراشم، سرم هوایی بخورد
و بیواسطۀ روسری، کمی بیاندیشم!
نخ و سوزن هم بده، برای زبانم
میخواهم ... بدوزمش به سق
اینگونه فریادم بیصداتر است ...
قیچی را فراموش نکنی،
میخواهم هر روز اندیشه هایم را سانسور کنم
پودر رختشویی هم لازم دارم
برای شستشوی مغزی
مغزم را که شستم، پهن کنم روی بند
تا آرمانهایم را باد با خود ببرد به آنجایی که عرب نی انداخت
میدانی که؟ باید واقعبین بود
صدا خفه کن هم اگر گیر آوردی، بگیر
میخواهم وقتی به جرم عشق و انتخاب،
برچسب فاحشه میزنندم،
بغضم را در گلو خفه کنم
یک کپی از هویتم هم میخواهم
برای وقتی که خواهران و برادران دینی به قصد ارشاد،
فحش و تحقیر تقدیمم میکنند،
به یاد بیاورم که کیستم
ترا به خدا ... اگر جایی دیدی حقی میفروختند،
برایم بخر ... تا در غذا بریزم،
ترجیح میدهم خودم قبل از دیگران حقم را بخورم
سرآخر اگر پولی برایت ماند،
برایم یک پلاکارد بخر به شکل گردنبند،
بیاویزم به گردنم ... و رویش با حروف درشت بنویسم:
من یک انسانم
من هنوز یک انسانم
من هر روز یک انسانم
اگر به خانۀ من آمدی
برایم مداد بیاور، مداد سیاه
میخواهم روی چهره ام خط بکشم
تا به جرم زیبایی در قفس نیفتم
یک ضربدر هم روی قلبم، تا به هوس نیفتم
یک مداد پاک کن بده، برای محو لبها
نمیخواهم کسی به هوای سرخیشان، سیاهم کند
یک بیلچه، تا تمام غرایز زنانه را از ریشه درآورم
شخم بزنم وجودم را ... بدون اینها راحتتر به بهشت میروم، گویا
یک تیغ بده، موهایم را از ته بتراشم، سرم هوایی بخورد
و بیواسطۀ روسری، کمی بیاندیشم!
نخ و سوزن هم بده، برای زبانم
میخواهم ... بدوزمش به سق
اینگونه فریادم بیصداتر است ...
قیچی را فراموش نکنی،
میخواهم هر روز اندیشه هایم را سانسور کنم
پودر رختشویی هم لازم دارم
برای شستشوی مغزی
مغزم را که شستم، پهن کنم روی بند
تا آرمانهایم را باد با خود ببرد به آنجایی که عرب نی انداخت
میدانی که؟ باید واقعبین بود
صدا خفه کن هم اگر گیر آوردی، بگیر
میخواهم وقتی به جرم عشق و انتخاب،
برچسب فاحشه میزنندم،
بغضم را در گلو خفه کنم
یک کپی از هویتم هم میخواهم
برای وقتی که خواهران و برادران دینی به قصد ارشاد،
فحش و تحقیر تقدیمم میکنند،
به یاد بیاورم که کیستم
ترا به خدا ... اگر جایی دیدی حقی میفروختند،
برایم بخر ... تا در غذا بریزم،
ترجیح میدهم خودم قبل از دیگران حقم را بخورم
سرآخر اگر پولی برایت ماند،
برایم یک پلاکارد بخر به شکل گردنبند،
بیاویزم به گردنم ... و رویش با حروف درشت بنویسم:
من یک انسانم
من هنوز یک انسانم
من هر روز یک انسانم
sabato 3 ottobre 2009
«Oltre alla bomba ci sono i diritti umani»
«Oltre alla bomba ci sono i diritti umani»
Venerdì 2 Ottobre 2009,
«Abbiamo bisogno della solidarietà degli europei. Ci fa sentire più forti. E chiediamo ai governi occidentali di non parlare con l’Iran solo di nucleare ma anche di diritti umani. L’Europa non pensi soltanto alla propria sicurezza, ma a quello che accade al mio popolo. Ascolti la voce degli iraniani, non quella del regime».
È duro l’appello lanciato da Shirin Ebadi, premio Nobel per la pace 2003, che oggi alle 17.30 partecipa a Venezia davanti a Palazzo Ducale, lato bacino di San Marco, a una manifestazione a sostegno delle "madri in lutto dell’Iran".
Ieri un gruppo di associazioni femminili e pacifiste veneziane ha srotolato nel municipio di Ca’ Farsetti un impressionante elenco lungo sei metri con quasi mezzo migliaio di nomi di vittime delle repressioni di questi mesi: la lista, ancora incompleta, si allunga di giorno in giorno. Epurata dai ranghi della magistratura dopo la rivoluzione del ’79, Ebadi, 62 anni, sposata e con due figli, è stata protagonista, anche come avvocato e docente all’università di Teheran, di trent’anni di battaglie per i diritti umani nel suo Paese dove continua a risiedere malgrado processi e condanne.
Chi sono le "madri in lutto"?
«Ogni sabato in uno dei parchi di Teheran, un gruppo di donne si riunisce in silenzio per esprimere il proprio dolore e chiedere la verità sulla sorte dei figli, arrestati, uccisi, fatti scomparire, torturati durante la repressione delle dimostrazioni contro il risultato delle elezioni del 12 giugno. Neppure questa forma di protesta è tollerata: vengono aggredite e malmenate, ma il sabato successivo ritornano».
Cosa avvenne a giugno?
«Un milione di persone parteciparono alle pacifiche proteste - siamo un popolo tranquillo - poi dal tetto di un palazzo governativo cominciarono a sparare, provocando molti morti. Seguirono retate. Cinque studenti furono uccisi e molti altri feriti in un attacco al dormitorio universitario. La madre di Ashkan Sorabi, 18enne (Ebadi mostra la foto) per 25 giorni girò in tutte le carceri, ma il nome del figlio non risultava. Alla fine all’Istituto di medicina legale le mostrarono un album di foto di cadaveri non identificati. La quarantesima era di Ashkan. Ecco, lei è una delle madri in lutto».
La repressione continua?
«Hanno arrestato, torturato a morte e anche violentato gli incarcerati. Volevano fermare le proteste ma gente non si è zittita. Due giorni fa all’apertura dell’anno accademico gli studenti hanno manifestato ancora. Ci sono stati altri arresti».
Che ne è stato dei candidati presidenziali che avevano sfidato Ahmadinejad?
«Uno, Rezaei, si è subito ritirato di scena. Gli altri, Mussavi e Kharrubi restano schierati apertamente col popolo e continuano a battersi, collaborando fra loro, pur tra molte limitazioni. Il quotidiano e lo studio di Kharrubi sono stati chiusi».
Il regime è compatto?
«Lo è il Consiglio dei Guardiani (i dodici teologi e giuristi che vigilano sulla conformità islamica delle leggi e vagliano le candidature), invece l’Assemblea degli Esperti (che elegge la Guida suprema) è divisa. Parte del clero è col governo e parte col popolo. È tenuto agli arresti domiciliari uno dei più eminenti e rispettati religiosi sciiti, tra i più ascoltati dal popolo iraniano: l’ayatollah Montazeri, 80enne. Era destinato a succedere a Khomeini, come Guida suprema, ma si dimise da tutti gli incarichi di potere 21 anni fa, nel periodo in cui, in una sola settimana, giustiziarono tremila oppositori. Scrisse in una memorabile lettera: "Sono arrivato sulle porte dell’inferno ma non sono entrato". E poi: "Questo regime non è più né islamico, né una repubblica"».
Parole amare, per uno dei fondatori del nuovo Iran, ma profetiche.
Maurizio Cerruti
martedì 29 settembre 2009
پروین اردلان با دو سال تأخیر جایزه سال ۲۰۰۷ بنیاد اولاف پالمه را گرفت
پروین اردلان با دو سال تأخیر جایزه گرفت
پروین اردلان فعال جنبش زنان در ایران و برنده جایزه سال ۲۰۰۷ بنیاد اولاف پالمه، روز جمعه طی مراسمی در بیست و پنجمین نمایشگاه بینالمللی کتاب گوتنبرگ (۲۳ تا ۲۶ سپتامبر) دیپلم افتخار این نهاد را با دو سال تأخیر از دست پیر شوری، سخنگوی بنیاد اولاف پالمه و سفیر سابق سوئد و یواکیم پالمه فرزند اولاف پالمه دریافت کرد.
جایزه اولاف پالمه از سال ۱۹۸۷ به منظور پاسداشت تلاشهای بشردوستانه اولاف خواکیم پالمه، نخستوزیر پرآوازه سوئد، و یک سال بعد از ترور او در سال ۱۹۸۶ با هدف ایجاد تفاهم بینالمللی و امنیت مشترک به افراد مختلف اهدا شده است.
پروین اردلان قرار بود این جایزه را روز ششم ماه مارس (شانزدهم اسفند) سال ۲۰۰۷ در مراسمی در بنیاد اولاف پالمه در استکهلم دریافت کند؛ اما سه روز پیش از برگزاری مراسم، هنگام خروج از کشور با ممانعت ماموران فرودگاه روبهرو شد و به او اجازه پرواز داده نشد.
روز جمعه خبرگزاری «ت ت» در سوئد نوشت: «پروین اردلان از دریافت این جایزه خوشحال بود و در میان جمعیت علاقهمندی که در آنجا حضور داشتند، اعلام کرد که قصد کوتاه کردن صدای اعتراض خود را ندارد.»
این روزنامهنگار و فعال حقوق زنان همچنین تأکید کرد که جایزه بنیاد اولاف پالمه به همه زنان ایران تعلق دارد که جامعه جهانی صدای بلند اعتراضشان را در ماههای اخیر به طور شفافی شنیده است.
پروین اردلان که خود را یک فعال اجتماعی میداند و نه یک سیاستمدار، گفت که «شرایط در ایران تغییر کرده است. تغییرات اجتماعی نیز به سرعت اتفاق نمیافتد. تغییرات امروز جامعه ایران محصول حدود ۳۰ سال فعالیت تمامی جنبشهای اجتماعی از جمله جنبش زنان است.»
درباره چگونگی ارتباط فمینیستها با همدیگر و اینکه فعالان اجتماعی کشورهای اروپایی چه کمکی میتوانند به جنبش زنان ایران بکنند، پاسخ داد
چنین پرسشهایی اغلب از سوی روزنامهنگاران و فعالان حقوق بشر که در کشورهای مختلف فعالیت میکنند، مطرح میشود؛ ولی ما نیاز به کمک نداریم. ما به شکلگیری یک شبکه گسترده از زنان و فعالان این عرصه در کشورهای مختلف خاورمیانه، اروپا و داخل ایران نیاز داریم تا بتوانیم با همدیگر تبادل اطلاعات داشته باشیم و از این طریق به همدیگر کمک کنیم
پروین اردلان یکی از پایهگذاران مرکز فرهنگی زنان و از اعضای اولیه کمپین یک میلیون امضا برای تغییر قوانین تبعیضآمیز علیه زنان در ایران است. او به دعوت مجله فمینیستی «Bang» به سوئد سفر کرده است.
پروین اردلان، متولد سال ۱۳۴۵ و فارغالتحصیل رشته روزنامهنگاری در مقطع لیسانس و رشته مطالعات زنان در مقطع فوق لیسانس است. او در نشریات مختلفی فعالیت کرده است و از جمله سردبیر نشریه اینترنتی «تریبون فمینیستی ایران» و عضو تحریریه مجله اینترنتی «زنستان» بوده است.
پروین اردلان علاوه بر روزنامهنگاری، در زمینه تألیف و تدوین کتاب نیز فعالیت کرده است. در این زمینه میتوان به کتاب «سناتور» اشاره کرد که با مشارکت نوشین احمدی خراسانی در سال ۱۳۸۲ منتشر شده است و به فعالیتهای مهرانگیز منوچهریان در زمینه مبارزات حقوقی زنان در ایران میپردازد
venerdì 25 settembre 2009
Shadi Sadr avvocata iraniana che per anni diffende i diritti delle donne e i diritti umani in Iran è uno dei candidati per il premio Sakharov 2009
http://www.shahrzadnews.org/index.php?page=2&articleId=1895
Shadi Sadr avvocata iraniana che per anni diffende i diritti delle donne e i diritti umani in Iran è uno dei candidati per il premio Sakharov per la libertá del pensiero
Due Parlamentari Europei hanno candidato Shadi Sadr avvocata e attivista dei diritti delle donne in Iran per premio Sakharov 2009.
Questo premio ogni anno viene dato a chi combatte per i diritti umani, la libertà della parola e i diritti dei popoli.
Il 6 ottobre Comunitá Europea tra 3 candidati che sono in fase finale sceglierà il vincitore
Shadi Sadr è stata candidata dal rapresentante del partito liberal democratico del Olanda (D66) e dal rapresentante del partito dei Verdi del Germania, per i suoi impegni per i diritti delle donne,i diritti umani e per i suoi sforzzi giuridici a diffesa dei suoi clienti in Iran.
Nelson Mandela è stato primo vincitore di questo premio in 1988
شادی صدر نامزد دریافت جایزه ساخاروف
http://www.shahrzadnews.org/index.php?page=2&articleId=1895
شادی صدر نامزد دریافت جایزه ساخاروف
شهرزاد نیوز, ٣ مهر ١٣٨٨
شادی صدر از سوی دوتن از نماینده پارلمان اروپا (حزب لیبرال دمکرات های هلند و سبزهای آلمان ) به خاطر سال ها مبارزه در راه احقاق حقوق زنان و حقوق بشر و همچنین تلاش های حقوقی اش در دفاع از موکلین اش، کاندید دریافت جایزه ساخاروف شده است.
شهرزاد نیوز: دو تن از اعضای پارلمان اروپا، شادی صدر، وکیل و فعال حقوق زنان، را نامزد دریافت جایزه ساخاروف کردند. این جایزه هر ساله از سوی اتحادیه اروپا به افرادی اهدا می شود که برای دفاع از حقوق بشر، آزادی بیان و حقوق ملیت ها مبارزه می کنند.
روز 6 اکتبر (15 مهر) اتحادیه اروپا از بین 3 تن از کاندیداهایی که به مرحله نهایی راه یافته اند، برنده سال را انتخاب می کند.
شادی صدر از سوی نماینده حزب لیبرال دمکرات های هلند (دی 66) و نماینده سبزها از آلمان در پارلمان اروپا به خاطر سال ها مبارزه در راه احقاق حقوق زنان و حقوق بشر و همچنین تلاش های حقوقی اش در دفاع از موکلین اش کاندید شده است.
در اطلاعیه ای که در مورد کاندیداتوری وی منتشر شد، از جمله به پی گیری در مبارزات اش و تحمل رنج و درد زندان و سرکوب اشاره شده است.
این جایزه برگرفته از نام دانشمند روسی "آندره ساخاروف"(1989-1921) است و از سال 1988 از سوی اتحادیه اروپا به مدافعین حقوق بشر و فعالین جنبش های اجتماعی اهدا می شود. نلسون ماندلا اولین برنده این جایزه در سال 1088 بود. پس از آن شخصیت هایی چون تسلیمه نسرین، نویسنده بنگلادشی، و لیلا زانا، فعال سیاسی کرد در ترکیه، برنده این جایزه شده اند. سازمان ها و گروه هایی چون سازمان ملل، روزنامه نگاران بدون مرز و سازمان های زنان از کوبا این جایزه را به خود اختصاص داده اند.
سال گذشته، در بیستمین سالگرد اهدای این جایزه، برنده چینی "هو جیا"، یک فعال سیاسی که زندانی بود، قادر به دریافت جایزه نگردید اما همسرش به نیابت وی جایزه را دریافت کرد. او گفته بود که با جایزه نقدی همسرش اقدام به تشکیل سازمانی برای دفاع از زندااینان سیاسی چین خواهد کرد.
جایزه ساخاروف شامل لوح تقدیر و 50هزار یورو وجه نقد است و طی مراسمی که در استراسبورگ برگزار می شود، به برنده اعطا خواهد شد.
lunedì 14 settembre 2009
همبستگی شبکه جهانی موزه زنان با فعالان زن ایرانی
http://www.dw-world.de/dw/article/0,,4679046,00.html
روزهای دهم تا دوازدهم سپتامبر (نوزدهم تا بیست و یکم شهریور) شهر بن در آلمان میزبان شبکه جهانی موزه زنان است. موزه زنان ایران یکی از ۲۸ شرکتکننده نمایشگاهی از موزههای زنان است که تا دوماه در شهر بن برپا خواهد بود.
در سال ۱۹۸۱ ’’ماریانه پیتزن‘‘ ایده موزه زنان را در شهر بن عملی کرد. تا آن زمان در هیچ جای دیگری نهاد یا مرکزی با این نام وجود نداشت. این مرکز تا کنون بیش از ۴۰۰ نمایشگاه از ۲۵۰۰ هنرمند برگزار کرده است.
از آن سال به بعد بسیاری از دیگر کشورها این طرح را به کار بستند و موزه زنان با نام کشور خود را راهاندازی کردند. از این رو موزه زنان بن، مادر موزههای زنان دنیا نامیده میشود.
"بتینا باب" یکی از مسئولان موزه زنان بن، مهمترین انگیزه ایجاد موزه زنان در بن را اینگونه شرح میدهد: «مهمترین انگیزه و هدف این بود که زنان بتوانند خودشان به طور مستقل نمایشگاه برپا کنند چرا که در موزههایی که به طور سنتی وجود دارند ۹۰ درصد برپاکنندگان نمایشگاهها را مردان تشکیل میدهند و هنر مردانه بیشتر در معرض نمایش گذاشته میشود و زنان بسیار به ندرت شرکت دارند. موزه زنان در این ۲۸ سال توانست اندکی این زاویه را تغییر دهد اما این هنوز کافی نیست».
سال ۲۰۰۸ شهر مرانو ایتالیا میزبان نمایشگاه دیگری از موزههای زنان بود. آنجا بود که ایده شبکه جهانی موزه زنان مطرح و پیگیری شد تا راهی باشد برای تبادل تجارب بین تمامی این موزهها و آشنا شدن زنان با یکدیگر از طریق این شبکه. شیرین عبادی برنده جایزه صلح نوبل که به عنوان میهمان ویژه به این برنامه دعوت شده و به عنوان مادر افتخاری اين موزه برگزيده شد، ایده افتتاح این موزه در ایران را برای اولین بار مطرح کرد.
از آن زمان تعدادی از پژوهشگران و فعالان زنان از جمله منصوره شجاعی و نوشین احمدی خراسانی با همکاری چندین متخصص مردم شناسی و تاريخ و هنرمندانی در رشتههای مختلف از جمله پرستو فروهر و رزيتا شرف جهان، به پيشنهاد شيرين عبادی در پی عملی کردن این ایده هستند.
نمایشگاه موزه جهانی زنان در شهر بن در کنار کشورهایی چون ویتنام، سنگال، بلژیک، امریکا و سوئد، از ایران نیز دعوت کرده بود تا در این برنامه شرکت کند. اما منصوره شجاعی که قرار بود به عنوان یکی از پایهگذاران موزه زنان ایرانی در این نمایشگاه شرکت کند، به دلیل ممنوعیت خروج از كشور نتوانست در این سمینار سه روزه حاضر شود.
با این همه، بخشی از این نمایشگاه به عکسهایی از ایران و معرفی پروژههای موزه زنان ایران اختصاص داده شده است.
بتینا باب در مورد انتخاب ایران برای نمایشگاه سال ۲۰۰۹ این موزه میگوید: «ایده برپایی یک موزه زنان درایران که سال گذشته توسط خانم شیرین عبادی مطرح شد، برای ما در آلمان بسیار جالب بود. ما میدانیم که در حال حاضر تبعیضهای زیادی علیه زنان در ایران وجود دارد و زنان ایرانی موقعیت خوبی ندارند به همین دلیل ما فکر کردیم این ایده بسیار خوبی است که در ایران هم یک موزه زنان گشایش یابد».
وی همچنین انتقال تجربه مادر موزههای زنان یعنی موزه بن به جوانترین این موزهها یعنی ایران را دلیل دیگری برای دعوت از موزه زنان ایران در این برنامه عنوان میکند.
موزه زنان ایرانی محملی برای بیان مشکلات کنونی زنان درایران
در بخش معرفی موزههای دیگر کشورها، برای هر کشور شرکتکننده ۱۵ دقیقه در نظر گرفته شده بود. زمان اختصاص داده شده به ایران به دلیل عدم شرکت نماینده موزه زنان ایران و نیز موقعیت کنونی ایران بیشتر به تشریح وضعیت زنان در ایران گذشت.
در این بخش، میترا شجاعی به نمایندگی از موزه زنان ایران به معرفی پروژههای مختلف زنان ایرانی از جمله کتابخانه زنان پرداخت.
نمایشگاه عکس زنان بزفروش میناب که قرار بود در قالب اولین برنامه موزه زنان ایرانی در تیرماه در تهران برگزار شود نیز در کنفرانس شبکه جهانی موزه زنان معرفی شد.
این نمایشگاه مجموعهای است از عکسهای علی گلشن و مسعود ناصری دو عکاس جوان ایرانی از بازار زنان بزفروش در میناب همراه با گزارش مفصلی در این زمینه از منصوره شجاعی. نمایشگاه زنان بزفروش میناب در قالب عکس و گزارش، پدیده چندهمسری رایج در بخشهایی از جنوب ایران را به نقد میکشد. اين گروه همچنين مجموعه های ديگری را نيز برای موزه زنان در دست تهيه دارند.
یک اثر هنری در قالب چیدمان از پرستو فروهر با نام ’’اتاق نوشته‘‘ بخش دیگری از نمایشگاه موزه ایرانی زنان را تشکیل میداد.
همچنین برای شرکتکنندگان شبکه جهانی موزه زنان توضیح داده شد که به دلیل شرایط کنونی حاکم بر ایران تا کنون هیچ نمایشگاهی از موزه زنان نتوانسته برگزار شود. در مورد دریافت کمکهای مالی این موزه نیز گفت که به دلیل محدودیتهای موجود در این زمینه، موزه زنان ایران نمیتواند کمکهای خارجی دریافت کند و تنها برخی از هنرمندان از جمله پرستو فروهر اعلام آمادگی کردهاند که در صورت فروش تابلوهایشان که برای این کار اختصاص داده شده مبلغ فروش را به موزه هدیه کنند.
در پایان از تمام زنان در سراسر جهان خواسته شد تا همراهی، همدلی و همبستگی خود را با زنان فعال ایرانی که در راه راهاندازی پروژههایی چون موزه زنان، زندگی و آزادی خود را به خطر انداختهاند، اعلام کنند.
پس از پایان این سخنان، اعضای شبکه جهانی موزه زنان اعلام آمادگی کردند تا از فعالان زن ایرانی در قالب یک بیانیه یا نامه سرگشاده حمایت کنند. همچنین یکی از اعضای موزه بن پیشنهاد کرد که برای حمایت از کتابخانه زنان در ایران هرکس یک یا چند جلد کتاب خریداری و برای این کتابخانه بفرستد.
بیشتر پرسشهای شرکتکنندگان در مورد ایران، حول چگونگی کمک به زنان ایرانی در شرایط بحرانی کنونی ایران دور میزد.
نمایشگاه موزه زنان تا ماه نوامبر در شهر بن و در محل موزه زنان دایر خواهد بود.
SHIRIN NESHAT DEDICA IL LEONE D'ARGENTO AL POPOLO IRANIANO IN LOTTA PER LA LIBERTA'
Storie di donne invisibili nell’Iran degli anni Cinquanta
Women Without Men
SHIRIN NESHAT DEDICA IL LEONE D'ARGENTO AL POPOLO IRANIANO IN LOTTA PER LA LIBERTA'
Venezia, 12 set. (Adnkronos) - "Prego il governo dell'Iran di dare al popolo quello che dovrebbe avere e cioe' i diritti umani di base, la liberta' e la democrazia. Vi prego, fate la pace con il popolo iraniano". Con le lacrime agli occhi e la mano alzata con le dita aperte a fare il segno della pace, la regista Shirin Neshat, ricevendo il Leone d'Argento della 66ma Mostra del Cinema di Venezia, ha lanciato un appello per il popolo iraniano.
La video artista porta per la prima volta sul grande schermo una bellissimo e poetico romanzo della scrittrice iraniana Shahrnush Parsipur che narra le cronache e le esperienze di cinque donne ambientate a Tehran nel 1953. Il racconto dal titolo omonimo descrive un periodo drammatico per l’Iran quando il governo democratico subì un clamoroso spodestamento da parte dello shah Mohammed Reza Pahlavi, leader supportato dalla C.I.A. il servizio di spionaggio americano. La stessa Parsipur fu messa al bando per tale romanzo nella metà degli anni novanta e fu invitata dal governo iraniano a desistere la scrittura di letteratura in tal senso.
venerdì 4 settembre 2009
* Dichiarazione di tre organizzazioni per i diritti umani: Liberate Shiva Nazar Ahari e gli altri attivisti per i diritti umani
http://rrinitalian.blogspot.com/2009/09/iran-blogging-per-la-rivolta.html
Gli attivisti iraniani per i diritti umani del Nord America e dell’Europa, l’ organizzazione del Kurdistan per la difesa dei diritti umani e la commissione per i diritti umani dei giornalisti, in una dichiarazione congiunta hanno chiesto l’immediato rilascio di Shiva Nazarahari , Mohammad Sediq Kaboud Vand , Keyvan Samimi , Ahmad Zeid Abadi , Abdollah Momeni , Mohammad Ali Dadkhah , Nasser Faridi , Saeed Matin Pour e di un’ altra dozzina di attivisti per i diritti umani e giornalisti ancora in prigione. Una copia della dichiarazione è stata inviata all’Assemblea per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, ad Amnesty International, a Human Rights Watch, a Giornalisti Senza Frontiere ( Reporters Without Borders) ed al Consiglio per i Diritti Umani in EU.
domenica 23 agosto 2009
همبستگی با مادران عزادار ایران در میدان برا شهر ورونا ایتالیا)
از سایت روزنامه آرنا ورونا
یکشنبه 23 اوت
در ایران بدون دلیل می کشند
مرگ ناحق در برون مرز ها هم درد مآفریند
تقریبأ بیست زن در میدان برا در شهر ورونا در یک گردهم آئی در سکوت ,به درخواست برنده جایزه صلح نوبل شیرین عبادی پاسخ گفتند و به این طریق درست در ساعتی که درایران مادران عزادار که فرزندانشان بعد از انتخابات در راه پیمائی های مسالمت آمیز در تهران و شهرستان ها کشته شده اند و هر شنبه شب از ساعت 7 تا 8 در یک پارک دور هم جمع میشوند و در سکوت فریادشان را به رهگذران نشان می دهند, آنان نیز در ساعت 7 تا 8 شنبه شب این گرد هم آئی رادر میدان برا برگزار نمودند.
«ما به این دلیل اینجا هستیم که به مادران عزادار ایران بگوئیم که در غم آنها شریک هستیم و اینکه احساس تنهائی نکنند»
این از سخنان تیتزیانا والپیانا نماینده سابق پارلمان ایتالیاست که از بانیان این گرد هم آئی می باشد
ماریا گنچ میگوید
«همه زنان دنیا باید آزاد باشند»
دکترماریاگنچ مسئول انجمن فیلو آریانا میگوید برای من خیلی آسان است که خودم رادر میان این زنان بیابم آنان زنان مدرنی هستند که در خیابان به تو سلام می کنند از تو مهمان نوازی می کنند,وقتی چادر را از سر بر میدارند شلوار جین به پا دارند
ام تی وی نگاه می کننداز اینترنت استفاده می کنند و کتابهائی را می خوانند که ما می خوانیم و بالاتر از همه شجاع هستند
با خطر زندان, کتک خوردن و شکنجه دست بگریبان هستنندو با این وجود می خواهند دردشان را فریاد بکشند ولی در سکوت برای فرزندان کشته شده اشان گریه می کنند.
فجایع ایران بیش ازآن است که بشود تصورکرد.
صبری فعال حقوق زنان که از سی سال پیش در ایتالیا زندگی می کند و همیشه فعال در مسائل هم وطنانش می باشد می گوید که مردم بعد از انتخابات به خیابان ها رفتند تا نظرشان را به طور مسالمت آمیز در مورد عدم قبول نتایج بیان کنند
در جواب گلوله دریافت کردنندو آن هائی هم که جان سالم بدربردنند در روزهای بعد دستگیر شدند.
سهراب اعرابی19 ساله در نزدیکی خانه اش دستگیر شد
کتک خورد و شکنجه شد وکشته شد و تعداد زیادی دیگر از شهیدان به همین روش . کیانوش آسا هم همینطور و به قول خودش برای مجرم بودن سه اتهام را همیشه با خود همراه داشت , کرد بودن,دانشجو بودن و سنّی بودن.
این گرد هم آئی ها در شهرهای پادوا بولونیا,رم,جنواودر کشورهای آمریکا,سوئد و آلمان نیز انجام شده است
«الان که خانواده ها یواش یواش جنازه فرزندان گم شده در بعد از انتخابات را دریافت می کنند معلوم میشود که شماره کشته شده گان خیلی بیشتر از آن چیزی است که دولت اعلام کرده است»
این از سخنان شیرین عبادی است که در سفر کوتاهی که در 4 جولای به ورونا داشت گفته است
حقیقت را برای همیشه نمیشود مخفی کرد.
هرروز که میگذرد این فجایع به چشم مردم ایران و جهان آشکار تر میشوند»
د
SOLIDARIETA’. In Piazza Bra (Verona) una manifestazione per le donne iraniane
Dal sito del giornale L'Arena di Verona
Domenica 23 Agosto 2009 CRONACA Pagina 11
SOLIDARIETA’. In Piazza Bra una manifestazione per le donne iraniane
«In Iran si uccide
senza motivo»
Denuncia del comitato per le madri in lutto
Le morti ingiuste provocano dolore anche oltre confine.
Una ventina di donne hanno risposto all’appello del premio Nobel per la pace Shirin Ebadi e dalle 19 alle 20 si sono trovate in piazza Bra come ogni sabato, alla stessa ora, fanno le donne dell’Iran. Madri in lutto che hanno perso i figli, uccisi per aver manifestato pacificamente il dissenso ai risultati elettorali.
Una volta alla settimana si radunano nei parchi pubblici delle loro città e stanno in piedi, vigili e silenziose per esprimere il loro dolore.
«Siamo qui per loro, non devono sentirsi sole», dice l’ex parlamentare Tiziana Valpiana, tra le promotrici dell’iniziativa.
«Tutte le donne del mondo devono essere libere», dice Maria Geneth dell’associazione Il filo di Arianna. «Mi diventa semplice riconoscermi in loro, sono donne moderne, che per strada ti salutano, che ti osp itano a casa e una volta tolto il velo nero indossano jeans e maglietta. Guardano Mtv, usano internet e leggono i libri che leggiamo noi. E sono coraggiose». Rischiano il carcere, di essere picchiate e torturate, eppure vogliono urlare il loro dolore. Piangono con coraggio i figli uccisi.
«La tragedia dell’Iran è molto più ampia di quanto avremmo potuto immaginare» , racconta Sabri, iraniana, in Italia da trent’anni ma da sempre attiva per la causa delle connazionali. «La gente scesa in piazza per esprimere pacificamente il dissenso ai risultati elettorali ha ricevuto in risposta pallottole e manganelli e molti tra gli scampati sono stati arrestati nei giorni successivi alle proteste». Sohrab Arabi, 21 anni, è stato preso vicino a casa, picchiato, torturato, e infine ucciso. Kianush Asa, 20 anni, ha fatto la stessa fine, colpevole di tre cose: era curdo, studente e sunnita.
La stessa manifestazione pacifica è stata fatta a Padova, Bologna, Roma, Genova ma anche in ! America, in Svezia e in Germania si sono organizzati comitati spontanei che si uniscono al Comitato delle madri in lutto in Iran.
«Ora che le famiglie stanno lentamente ricevendo i corpi dei loro figli ammazzati», aveva raccontato il premio Nobel Shirin Ebadi il 4 luglio scorso di passaggio a Verona, «è diventato chiaro che il numero dei morti è molto più alto di quello annunciato dal governo della repubblica islamica.
Non è possibile nascondere per sempre la verità. Ogni giorno che passa, la tragedia si sta mostrando sempre più chiaramente agli occhi del popolo iraniano»
giovedì 20 agosto 2009
ژيلا بني يعقوب با قرار وثیقه 100 میلیون تومانی آزاد شد
http://www.feministschool.net/spip.php?article3055
ژيلا بني يعقوب با قرار وثیقه 100 میلیون تومانی آزاد شد
28 مرداد 1388
مدرسه فمینیستی: ژيلا بني يعقوب، روزنامه نگار و فعال جنبش زنان پس از دو ماه با قرار وثیقه 100 میلیون تومانی از زندان اوین آزاد شد. ژیلا بنی یعقوب در سي خرداد به همراه بهمن احمدی امویی در خانه خود بازداشت شده بود.
اما بهمن احمدی امویی هنوز در سلول انفرادی 209 زندان اوین بلاتکلیف به سر می برد. بهمن احمدی امویی از زمان بازداشت تاکنون تنها توانسته یک بار خانواده خود را ملاقات کند.
به گزارش سایت موج سبز آزادی خانواده مهسا امرآبادی و سمیه توحیدلو در حال تأمین وثیقه برای آزادی عزیزانشان هستند.
اما هنوز هیچ خبری از آزادی شیوا نظرآهاری، سعیده کردی نژاد و هنگامه شهیدی، دیگر زنان دربند وجود ندارد.
ژيلا بني يعقوب با قرار وثیقه 100 میلیون تومانی آزاد شد
28 مرداد 1388
مدرسه فمینیستی: ژيلا بني يعقوب، روزنامه نگار و فعال جنبش زنان پس از دو ماه با قرار وثیقه 100 میلیون تومانی از زندان اوین آزاد شد. ژیلا بنی یعقوب در سي خرداد به همراه بهمن احمدی امویی در خانه خود بازداشت شده بود.
اما بهمن احمدی امویی هنوز در سلول انفرادی 209 زندان اوین بلاتکلیف به سر می برد. بهمن احمدی امویی از زمان بازداشت تاکنون تنها توانسته یک بار خانواده خود را ملاقات کند.
به گزارش سایت موج سبز آزادی خانواده مهسا امرآبادی و سمیه توحیدلو در حال تأمین وثیقه برای آزادی عزیزانشان هستند.
اما هنوز هیچ خبری از آزادی شیوا نظرآهاری، سعیده کردی نژاد و هنگامه شهیدی، دیگر زنان دربند وجود ندارد.
lunedì 17 agosto 2009
نامه زنان افغانستان به ژیلا بنی یعقوب
نامه زنان افغانستان به ژیلا بنی یعقوب
دو شنبه 26 مرداد 1388
ژیلا بنی یعقوب و همسرش بهمن احمدی امویی دو تن از نزدیک به سی روزنامه نگار ایرانی اند که به دنبال اعتراضات مردمی عليه نتایج اعلام شده انتخابات ریاست جمهوری ایران، در زندان به سر می برند.
ژیلای عزیز!
ما، عده ای از فعالین حقوق زن درکشور افغانستان هستیم که از نزدیک با تو و فعالیت های مدنی تو در راستای احقاق حقوق زنان آشناییم. آن زمان که تو در ایران از وضعیت مهاجرین افغانی نوشتی، آن زمان که تو با سفر به سرزمین ما، از دردها و آلام این سرزمین و از وضعیت زنان و دختران افغانستان نوشتی، و یا زمانی که از لا به لای گزارش های تو سیمای زنان جنگ زده لبنانی، عراقی، افغانستانی را مشاهده می کردیم، ما همگی در کنار هم در مسیری گام برمی داشتیم که در آن مرزهای سیاسی هیچ رنگی نداشت و دفاع از حقوق انسانی قومیت و ملیت نمی شناخت. و اکنون برای تو که سمبل مقاومت زنان هستی، و چند روز بعد جشن تولد 39 سالگی ات را در زندان اوین سپری خواهی کرد، آرزوی سلامتی می کنیم و تولدت را از پس دیوارهای ستبر زندان تبریک می گوییم.
ما میدانیم که تو گناهی به جز اینکه یک روزنامه نگار آگاه و فعال هستی، نداری. ما همچنین نیک میدانیم که جنبش زنان ایرانی چه جایگاه ارزشمندی در شرکت گسترده و آگاهانه زنان در حیات اجتماعی کشور و نیز انتخابات داشته است. برای ما روشن نیست که چرا چنین جنبشی که برای بهروزی جامعه خدمت می کند، مورد کین و بی مهری قرار می گیرد.
آن هنگام که تو برنده جایزه بین المللی شجاعت در روزنامه نگاری شدی؛ درموردت نوشتند: "ژيلا بني يعقوب 38 ساله گزارشگر مستقل و سردبير وب سايت «كانون زنان ايراني» در ايران است بني يعقوب در يكي از محدودترين كشورهاي دنيا كار مي كند جايي كه هم به واسطه زن بودن و هم به خاطر خبر نگار بودن، محدوديتهاي بسياري وجود دارد . ژيلا بني يعقوب همواره از بيدادهاي اجتماعي و دولتي كه به ويژه بر زنان اثر گذار بوده گزارش هایی تهیه کرده است. او بارها از كار بيكار شده است چرا كه از سانسور مقالات و گزارشهايش سر باز زده است. همچنين تعدادي از روزنامه هايي كه وي در انها مشغول به كار بوده است توسط دولت تعطيل شده اند. اين بيانيه در ادامه مي افزايد: « ژیلا بنی یعقوب بارها به كشورهاي منطقه خاورميانه سفر كرده است و در مورد زندگي زنان و پناهندگان در زمان جنگ گزارشاتي نوشته است . موضوعات گزارشات ژيلا بني يعقوب او را هدف حملات دولت قرار داده است چنانچه بارها منجر به حمله، دستگيري و يا زنداني شدن وي شده است.»
ما به تو آزاده زن منطقه ی مان افتخار نموده، برایت میگوییم: تو و همسرت بهمن احمدی امویی و دیگر همرزمانتان باید آزاد باشید.تو تنها نیستی و موج عظیم زنان و مردان آگاه را با خود داری .
کمیته مشارکت سیاسی زنان- افغانستان
دو شنبه 26 مرداد 1388
ژیلا بنی یعقوب و همسرش بهمن احمدی امویی دو تن از نزدیک به سی روزنامه نگار ایرانی اند که به دنبال اعتراضات مردمی عليه نتایج اعلام شده انتخابات ریاست جمهوری ایران، در زندان به سر می برند.
ژیلای عزیز!
ما، عده ای از فعالین حقوق زن درکشور افغانستان هستیم که از نزدیک با تو و فعالیت های مدنی تو در راستای احقاق حقوق زنان آشناییم. آن زمان که تو در ایران از وضعیت مهاجرین افغانی نوشتی، آن زمان که تو با سفر به سرزمین ما، از دردها و آلام این سرزمین و از وضعیت زنان و دختران افغانستان نوشتی، و یا زمانی که از لا به لای گزارش های تو سیمای زنان جنگ زده لبنانی، عراقی، افغانستانی را مشاهده می کردیم، ما همگی در کنار هم در مسیری گام برمی داشتیم که در آن مرزهای سیاسی هیچ رنگی نداشت و دفاع از حقوق انسانی قومیت و ملیت نمی شناخت. و اکنون برای تو که سمبل مقاومت زنان هستی، و چند روز بعد جشن تولد 39 سالگی ات را در زندان اوین سپری خواهی کرد، آرزوی سلامتی می کنیم و تولدت را از پس دیوارهای ستبر زندان تبریک می گوییم.
ما میدانیم که تو گناهی به جز اینکه یک روزنامه نگار آگاه و فعال هستی، نداری. ما همچنین نیک میدانیم که جنبش زنان ایرانی چه جایگاه ارزشمندی در شرکت گسترده و آگاهانه زنان در حیات اجتماعی کشور و نیز انتخابات داشته است. برای ما روشن نیست که چرا چنین جنبشی که برای بهروزی جامعه خدمت می کند، مورد کین و بی مهری قرار می گیرد.
آن هنگام که تو برنده جایزه بین المللی شجاعت در روزنامه نگاری شدی؛ درموردت نوشتند: "ژيلا بني يعقوب 38 ساله گزارشگر مستقل و سردبير وب سايت «كانون زنان ايراني» در ايران است بني يعقوب در يكي از محدودترين كشورهاي دنيا كار مي كند جايي كه هم به واسطه زن بودن و هم به خاطر خبر نگار بودن، محدوديتهاي بسياري وجود دارد . ژيلا بني يعقوب همواره از بيدادهاي اجتماعي و دولتي كه به ويژه بر زنان اثر گذار بوده گزارش هایی تهیه کرده است. او بارها از كار بيكار شده است چرا كه از سانسور مقالات و گزارشهايش سر باز زده است. همچنين تعدادي از روزنامه هايي كه وي در انها مشغول به كار بوده است توسط دولت تعطيل شده اند. اين بيانيه در ادامه مي افزايد: « ژیلا بنی یعقوب بارها به كشورهاي منطقه خاورميانه سفر كرده است و در مورد زندگي زنان و پناهندگان در زمان جنگ گزارشاتي نوشته است . موضوعات گزارشات ژيلا بني يعقوب او را هدف حملات دولت قرار داده است چنانچه بارها منجر به حمله، دستگيري و يا زنداني شدن وي شده است.»
ما به تو آزاده زن منطقه ی مان افتخار نموده، برایت میگوییم: تو و همسرت بهمن احمدی امویی و دیگر همرزمانتان باید آزاد باشید.تو تنها نیستی و موج عظیم زنان و مردان آگاه را با خود داری .
کمیته مشارکت سیاسی زنان- افغانستان
domenica 9 agosto 2009
The future of Iranian feminism
http://www.signandsight.com/features/1909.html
05/08/2009
The future of Iranian feminism
Haideh Daragahi on Shadi Sadr's "doctrine of reciprocal influx".
Shadi Sadr, an Iranian feminist and human rights activist working as a lawyer and journalist, was released from prison on bail last Tuesday for the equivalent of more than 36,000 Euros. That she and 140 others, who were arrested recently, have now been released has been interpreted as a response to growing criticism, voiced even among the clergy, of the violent methods employed by the regime. According to a conservative estimate, ten times this number or protesters are still in jail.
Shadi Sadr was kidnapped on a street in Tehran on July 17. Two men in civilian clothes, who refused to identify themselves, forced her into their car. Since no detention order was presented she resisted with the help of her companions. She was beaten repeatedly with a baton and her overall and headscarf were torn off her before she was taken away. There followed unofficial reports that she was being kept in an isolation ward of Evin prison. One possible reason for her arrest is recent article titled "What Is to Be Done", which she posted on her web site, womeniniran.com. In it she presents what amounts to a blueprint for how the women's movement should relate to the overall political movement for change. For anyone interested in what is happening below the surface in Iran at the moment it makes essential reading. It distinguishes Shadi as a formidable adversary to the patriarchal system that forms the backbone of the religious dictatorship in Iran.
I met Shadi this June in Hanover at an international conference of Iranian women's studies, where she gave a fascinating lecture on the intricacies of the question of compulsory veil-wearing in Iran. Among her numerous activities and writings that have brought her international recognition - including the Ida B. Wells award for bravery in journalism - is her work as the head of the campaign to stop stoning. Most victims of this punishment are women accused of adultery.
In the Western media's interpretation of the presidential election and its aftermath, Iran is caught up in the rivalry between political factions within the religious power elite. But irrespective of differences of interest and opinion, none of the factions have openly questioned the Islamic dictatorship as a system. Two weeks ago, when Rafsanjani, the heavyweight political figure and super capitalist, chose to take an openly oppositional stance towards the supreme leader Khamenei in his Friday sermon in Tehran, the gist of his message was that the religious social structure was in crisis and should be saved.
Shadi Sadr articulates a third voice which, despite the barbarism of the security forces, was heard loud and clear in the demonstrations and discussions throughout the country in the weeks following the elections. Her horizon lies far above the bickering about the number of votes cast in favour of this or that candidate of this or that faction of the power elite. In her article she outlines a direction - for the opposition struggle in general and the women's movement in particular - that corresponds to the new political reality.
One of her arguments addresses the very real threat that the women's struggle will be bypassed if the new social movement succeeds. Here she is bearing in mind the bitter lessons of the history of women's struggle as well as the fate of Iranian women's rights after the 1979 revolution. In the current protests two factors have been conspicuous: the age and the sex of the participants. Women and the youth have been at the forefront of the protests on the streets. Shadi Sadr regards these two social groups as the forces of the future.
Over the past decade the women's movement has managed to build an independent structure that the regime has not been able to crack. But now, Shadi Sadr says, it needs to coordinate with the forces of change without sacrificing its independence. It will have to rethink the content of its discussions, its strategy, and working methods because a new form of opposition is taking shape. The growing social movement is the beginning of a fundamental political change: "I believe that this mass movement is a secular, political movement, with the pivotal demand for freedom and democracy, involving a multitude of diversified minutiae and sub-demands. Any connection between the women’s movement and the mass movement should accommodate the discourse of this movement.”
Shadi then asks if and how the women's movement should connect to the political mass movement. She weighs five possible courses of action, already being debated within the Iranian women's movement, ranging from total dissolution into the overall political movement, to maintaining the independence of the women's movement by abstaining from any relation to the mass movement. She argues for a third way, one she calls the "doctrine of reciprocal influx." Shadi believes that the women's movement has endured by building social networks that have refused to be silenced or intimidated. But if it remains indifferent to the new, energetic mass movement, its achievements and sacrifices as well as the discourse it has shaped, the women's movement is doomed to extinction.
Shadi Sadr then looks back over the proud history of the Iranian women's movement. It has succeeded in raising consciousness of women's issues and has succeeded in pushing through minor legislative changes. But for various reasons, the most important of these being the minimisation of human cost for the activists and groups engaged in the movement, it has avoided pursuing more ambitious democratic demands: "…we had, for instance, strategies and campaigns for the right to divorce, the abolition of polygamy, etc. without having a clear strategy for action on the question of freedom of speech and organisation. Thus the relationship between the movement and the more general demands remained vague and did not go beyond slogans, and this was not necessarily negative… But now, in the wake of recent events, it is unthinkable that we continue sitting on the fence. In fact, the popular potential and political necessity make it imperative that the struggle for women’s rights is grafted to the general demands. Just as we work adamantly for the right to divorce, or the veil to be voluntary, our strategy must reflect our understanding that without the freedom of expression, the freedom of organisation and assembly, the rights of women cannot not be achieved.”
The resilience of the women's movement, its methods and its experiences, are its contribution to the mass movement. The independence of the women's movement in theory and practice, Shadi argues, should be maintained to forestall the sidelining of women's rights in similar political movements elsewhere in the world. But incorporating the demands and the slogans of the mass movement and active participation in it does not mean dissolving into it and forsaking the independence of the women's movement. A dissolution would mean that: ”…the women who broke down the sexual segregation of the public arena by mixed participation in the gatherings last month, the women who were present in all the clashes wearing clothes other than official and political clothes, would turn into a mass without identity or gender demands. That is, while women have challenged all patriarchal gender clichés through their presence and role playing, there would be no social force left to emphasise and institutionalise this presence and role play. Without recognising the gender characteristics of the popular movement, that, maybe instinctively, emanates from the gender demands of the women participants, we would have a patriarchal or gender-blind freedom and democracy that once more, while thanking the women who were present on the frontlines, would, at the end of the day, ask them to return to their base, that is the home.”
One of the factors that may have contributed to the
release of Shadi Sadr was a letter of protest to the Iranian government by the German Foreign minister. In case she is made to stand trial or arrested again, Frank-Walter Steinmeier and his EU counterparts should take joint action to see that she is realeased.
Haideh Daragahi
*
Haideh Daragahi was a professor of English Literature at Teheran University when Khomeini took power. She has lived in Sweden since 1984 as a scholar and women's activist.
05/08/2009
The future of Iranian feminism
Haideh Daragahi on Shadi Sadr's "doctrine of reciprocal influx".
Shadi Sadr, an Iranian feminist and human rights activist working as a lawyer and journalist, was released from prison on bail last Tuesday for the equivalent of more than 36,000 Euros. That she and 140 others, who were arrested recently, have now been released has been interpreted as a response to growing criticism, voiced even among the clergy, of the violent methods employed by the regime. According to a conservative estimate, ten times this number or protesters are still in jail.
Shadi Sadr was kidnapped on a street in Tehran on July 17. Two men in civilian clothes, who refused to identify themselves, forced her into their car. Since no detention order was presented she resisted with the help of her companions. She was beaten repeatedly with a baton and her overall and headscarf were torn off her before she was taken away. There followed unofficial reports that she was being kept in an isolation ward of Evin prison. One possible reason for her arrest is recent article titled "What Is to Be Done", which she posted on her web site, womeniniran.com. In it she presents what amounts to a blueprint for how the women's movement should relate to the overall political movement for change. For anyone interested in what is happening below the surface in Iran at the moment it makes essential reading. It distinguishes Shadi as a formidable adversary to the patriarchal system that forms the backbone of the religious dictatorship in Iran.
I met Shadi this June in Hanover at an international conference of Iranian women's studies, where she gave a fascinating lecture on the intricacies of the question of compulsory veil-wearing in Iran. Among her numerous activities and writings that have brought her international recognition - including the Ida B. Wells award for bravery in journalism - is her work as the head of the campaign to stop stoning. Most victims of this punishment are women accused of adultery.
In the Western media's interpretation of the presidential election and its aftermath, Iran is caught up in the rivalry between political factions within the religious power elite. But irrespective of differences of interest and opinion, none of the factions have openly questioned the Islamic dictatorship as a system. Two weeks ago, when Rafsanjani, the heavyweight political figure and super capitalist, chose to take an openly oppositional stance towards the supreme leader Khamenei in his Friday sermon in Tehran, the gist of his message was that the religious social structure was in crisis and should be saved.
Shadi Sadr articulates a third voice which, despite the barbarism of the security forces, was heard loud and clear in the demonstrations and discussions throughout the country in the weeks following the elections. Her horizon lies far above the bickering about the number of votes cast in favour of this or that candidate of this or that faction of the power elite. In her article she outlines a direction - for the opposition struggle in general and the women's movement in particular - that corresponds to the new political reality.
One of her arguments addresses the very real threat that the women's struggle will be bypassed if the new social movement succeeds. Here she is bearing in mind the bitter lessons of the history of women's struggle as well as the fate of Iranian women's rights after the 1979 revolution. In the current protests two factors have been conspicuous: the age and the sex of the participants. Women and the youth have been at the forefront of the protests on the streets. Shadi Sadr regards these two social groups as the forces of the future.
Over the past decade the women's movement has managed to build an independent structure that the regime has not been able to crack. But now, Shadi Sadr says, it needs to coordinate with the forces of change without sacrificing its independence. It will have to rethink the content of its discussions, its strategy, and working methods because a new form of opposition is taking shape. The growing social movement is the beginning of a fundamental political change: "I believe that this mass movement is a secular, political movement, with the pivotal demand for freedom and democracy, involving a multitude of diversified minutiae and sub-demands. Any connection between the women’s movement and the mass movement should accommodate the discourse of this movement.”
Shadi then asks if and how the women's movement should connect to the political mass movement. She weighs five possible courses of action, already being debated within the Iranian women's movement, ranging from total dissolution into the overall political movement, to maintaining the independence of the women's movement by abstaining from any relation to the mass movement. She argues for a third way, one she calls the "doctrine of reciprocal influx." Shadi believes that the women's movement has endured by building social networks that have refused to be silenced or intimidated. But if it remains indifferent to the new, energetic mass movement, its achievements and sacrifices as well as the discourse it has shaped, the women's movement is doomed to extinction.
Shadi Sadr then looks back over the proud history of the Iranian women's movement. It has succeeded in raising consciousness of women's issues and has succeeded in pushing through minor legislative changes. But for various reasons, the most important of these being the minimisation of human cost for the activists and groups engaged in the movement, it has avoided pursuing more ambitious democratic demands: "…we had, for instance, strategies and campaigns for the right to divorce, the abolition of polygamy, etc. without having a clear strategy for action on the question of freedom of speech and organisation. Thus the relationship between the movement and the more general demands remained vague and did not go beyond slogans, and this was not necessarily negative… But now, in the wake of recent events, it is unthinkable that we continue sitting on the fence. In fact, the popular potential and political necessity make it imperative that the struggle for women’s rights is grafted to the general demands. Just as we work adamantly for the right to divorce, or the veil to be voluntary, our strategy must reflect our understanding that without the freedom of expression, the freedom of organisation and assembly, the rights of women cannot not be achieved.”
The resilience of the women's movement, its methods and its experiences, are its contribution to the mass movement. The independence of the women's movement in theory and practice, Shadi argues, should be maintained to forestall the sidelining of women's rights in similar political movements elsewhere in the world. But incorporating the demands and the slogans of the mass movement and active participation in it does not mean dissolving into it and forsaking the independence of the women's movement. A dissolution would mean that: ”…the women who broke down the sexual segregation of the public arena by mixed participation in the gatherings last month, the women who were present in all the clashes wearing clothes other than official and political clothes, would turn into a mass without identity or gender demands. That is, while women have challenged all patriarchal gender clichés through their presence and role playing, there would be no social force left to emphasise and institutionalise this presence and role play. Without recognising the gender characteristics of the popular movement, that, maybe instinctively, emanates from the gender demands of the women participants, we would have a patriarchal or gender-blind freedom and democracy that once more, while thanking the women who were present on the frontlines, would, at the end of the day, ask them to return to their base, that is the home.”
One of the factors that may have contributed to the
release of Shadi Sadr was a letter of protest to the Iranian government by the German Foreign minister. In case she is made to stand trial or arrested again, Frank-Walter Steinmeier and his EU counterparts should take joint action to see that she is realeased.
Haideh Daragahi
*
Haideh Daragahi was a professor of English Literature at Teheran University when Khomeini took power. She has lived in Sweden since 1984 as a scholar and women's activist.
martedì 28 luglio 2009
Women’s Initiatives for Gender Justiceاعلام حمايت ائتلاف بین المللی زنان مدافع حقوق بشر از مادران عزادار
Women’s Initiatives for Gender Justice
Women Human Rights Defenders International Coalition
Solidarity Statement on the Global Day of Action for Human Rights in Iran
25 July 2009
On the occasion of the Global Day of Action for Human Rights in Iran, members of the Women Human Rights Defenders International Coalition (WHRD IC) express solidarity with the civil society in Iran in their struggle to demand that the leaders of the regime respect women’s rights and uphold their human rights as guaranteed in the Iranian constitution and in international human rights covenants that Iran has signed.
As the protests over the disputed outcome of the presidential elections intensify, the Coalition are deeply concerned about the safety and security of the following women human rights defenders who have been arbitrarily arrested and still remain in detention for their courageous acts of advocating for women’s human rights and fundamental freedoms:
* SHADI SADR, a human rights lawyer, journalist and a prominent women’s human rights advocate was abducted and violently arrested on 17 July;
* ZHILA BANIYAGHOUB, a women’s human rights activist and journalist was arrested with her husband, Bahman Amouiee, also a women’s human rights activist and journalist, on 20 June;
* SHIVA NAZARAHARI, also a women's rights and human rights activist and blogger, was arrested on 14 June;
* Mahsa Amrabadi, a journalist and supporter of women's human rights, was arrested in her home on 14 June. She is pregnant and her husband, Masoud Bastani, a journalist, was arrested when he was following up her case in the judiciary on 5 July;
* Hengameh Shahidi, a journalist and civil rights activist, was arrested on 18 June;
* Zahra Touhidi, a student activist, was arrested in her home on 18 June. Her husband was arrested as well.
* Somayeh Tohidlou, PhD student, blogger, member of the Mousavi Campaign, was arrested on 14 June.
The WHRD IC is concerned by arbitrary arrest and detention of Iranian women human rights defenders, in particular these seven women human rights defenders. The members of the Coalition are further concerned that the arrest and detention of some of them might be related to their participation in campaigns against discriminatory laws and the peaceful defence of women human rights.
The International Campaign for Human Rights in Iran cited eyewitness accounts of the leading role of women in standing up to government forces to protect those coming under attacks: “What was significant, in contrast to previous protests, was that people would not run away as they came under attack, but held their own. Particularly the women who would respond to the security forces said, ‘Why should we run? This is our country, this is our land, and we cannot be pushed out of our land. These sidewalks are ours. Who are you to tell us to go away, we shall not go.’
The WHRD IC applauds and supports the efforts of the ‘Mothers of Peace’ and ‘Mothers Mourning’ who have protected activists under attack and organised silent protests for peace every Saturday to honour the activism of their killed, arrested or disappeared children in Iran. In June, several of their members were arrested during one of their protests and were only released 2 or 3 days later.
Women human rights defenders have been at the forefront in the defence of human rights and are entitled to the rights specified under the UN Declaration Human Rights Defenders and guaranteed under the International Covenant on Civil and Political Rights that Iran signed. The continuing violent repression of internationally guaranteed human rights in Iran and the growing brutality in the hands of state agents of at least 4,000 reported to be detained, hundreds beaten and injured, and an unknown number of killed and those whose whereabouts are unknown, the WHRD IC are gravely concerned that unless the political issues are resolved with full respect for the rights and freedoms of the Iranian peoples, more women human rights defenders and other defenders will be put at risk.
On this Day of Global Action for Human Rights in Iran, the members of the Women Human Rights Defenders International Coalition join the international human rights community to demand:
1. The immediate and unconditional release of Shadi Sadr, Mahsa Amrabadi, Zhila Baniyaghoub, Shiva Nazarahari, Zahra Touhidi, Hengameh Shahidi, Somayeh Tohidlou and other women human rights defenders and all political prisoners and prisoners of conscience including students, journalists and civil society activists;
2. The UN Secretary General to immediately appoint a delegation to travel to Iran to investigate the fate of prisoners as well as many disappeared persons;
3. An end to State-sponsored violence and accountability for crimes committed by the State and its agents;
4. Freedom of assembly, freedom of expression, and freedom of press as guaranteed by the Iranian constitution and Iran’s obligations under international covenants it has signed.علام حمايت ائتلاف بین المللی زنان مدافع حقوق بشر از مادران عزادار
بیانیه همبستگی به مناسبت روز جهانی اقدام برای حقوق بشر ایران – سوم مرداد ماه 1388
توسط ائتلاف بین المللی زنان مدافع حقوق بشر
اعضای ائتلاف بین المللی زنان مدافع حقوق بشر به مناسبت روز جهانی اقدام برای حقوق بشر در ایران، همبستگی خود را با جامعه مدنی در ایران ابراز می کند که در مبارزاتشان از مسئولین نظام می خواهند که حقوق زنان و حقوق بشر مردم ایران را رعایت کنند. این حقوق هم در قانون اساسی ایران و هم در پیمان های بین المللی حقوق بشر که ایران از امضا کنندگان آنهاست، تضمین شده است.
ائتلاف بین المللی زنان مدافع حقوق بشربا شدت گرفتن اعتراضات برعلیه نتیجه اعلام شده انتخابات ریاست جمهوری، بیشتر نگران سلامت و امنیت زنان مدافع حقوق بشر می شود که بخاطر اقدام های جسورانه در ترویج حقوق زن و آزادی های بنیادین بطور خودسرانه بازداشت شده اند و همچنان در بازداشت بسر می برند. مدافعان حقوق زن که در بازداشت بسر می برند عبارتند از:
شادی صدر، وکیل حقوق بشر، روزنامه نگار و مروج سرشناس حقوق زن که در روز 26 تیرماه ربوده شد و سپس بطور خشونت آمیزی بازداشت شد.
ژیلا بنی یعقوب؛ از فعالان حقوق بشر زنان و روزنامه نگاری که به همراه همسرش؛ بهمن امویی که او هم یک فعال حقوق زن و روزنامه نگار است، در روز 30 خرداد بازداشت شد.
شیوا نظر آهاری؛ فعال حقوق بشر و حقوق زن، و وب لاگ نویس، در روز 24 خرداد ماه بازداشت شد.
مهسا امرآبادی؛ روزنامه نگار و از حامیان حقوق بشر زنان، در منزل خود در تاریخ 24 خرداد ماه بازداشت شد. مهسا باردار است و همسر او؛ مسعود باستانی، روزنامه نگاری است که در تاریخ 14 تیرماه زمانی که برای پیگیری وضعیت مهسا به دادگاه انقلاب رفته بود، بازداشت شد.
هنگامه شهیدی؛ روزنامه نگار و فعال حقوق مدنی در تاریخ 28 خرداد ماه بازداشت شد.
زهرا توحیدی؛ فعال دانشجویی که در منزل خود در تاریخ 28 خرداد ماه به همراه همسرش بازداشت شد.
سمیه توحید لو؛ دانشجوی دوره دکترا، وب لاگ نویس و عضو کمپین موسوی در تاریخ 24 خرداد ماه بازداشت شد.
ائتلاف بین المللی زنان مدافع حقوق بشر نگران دستگیری ها و بازداشت های خودسرانه زنان ایرانی مدافع حقوق بشر بویژه این هفت نفر است. اعضای ائتلاف بین المللی همچنین نگران تعداد دیگری از بازداشت شدگانی است که احتمالا بازداشت خودسرانه آنها به مشارکت آنها در کمپین علیه قوانین تبعیض آمیز و دفاع مسالمت آمیز شان از حقوق بشر زنان مربوط می شود.
کمپین بین المللی حقوق بشر در ایران گزارش یک شاهد عینی را از نقش رهبری زنان نقل کرده است که در آن زنان برای حفاظت از کسانی که مورد حمله قرار می گرفتند، روبروی نیروهای دولتی می ایستادند و مقاومت می کردند. این شاهد عینی گزارش داده بود که "آنچه که در این اعتراض برخلاف اعتراضات قبلی بارز بود این بود که مردم در برابر حملات فرار نمی کردند و با هم می ماندند. بخصوص زنان در برابر نیروهای امنیتی واکنش نشان می دادند و می گفتند “چرا ما باید فرار کنیم؟ این مملکت ماست، این سرزمین ماست، ما را نمی توانید از سرزمین خودمان بیرون کنید. این پیاده روها، پیاده روهای ماست. شما کی هستند که به ما می گید که برویم، ما نخواهیم رفت."
ائتلاف بین المللی زنان مدافع حقوق بشر، تلاش های "کمیته مادران صلح" و "مادران عزادار"را ارج می گذارد و از فعالیت های آن ها حمایت می کند. اعضای این کمیته ها، در راهپیمایی ها، مردم را در مقابل حملات حفاظت می کنند و به احترام فعالانی که فرزندان آنها کشته، بازداشت و یا ناپدید شده اند، اعتراضات مسالمت آمیز توام با سکوت را در روزهای شنبه هر هفته سازماندهی می کنند. در تیرماه، در اعتراضات مسالمت آمیز مادران عزادار تعدادی از آنها بازداشت شدند و بعد از دو تا سه روز همگی آنها آزاد شدند.
زنان مدافع حقوق بشر در خط مقدم دفاع از حقوق بشر قرار گرفته اند و سزاوار برخوردای از حقوق تعریف شده خود در بیانیه مدافعان حقوق بشر سازمان ملل و حقوق تضمین شده در میثاق بین المللی حقوق سیاسی مدنی هستند که ایران از امضاء کنندگان این پیمان هاست. نقض مداوم سرکوبگرانه حقوق بشر تضمین شده بین المللی و افزایش خشونت بدست ماموران دولتی که در جریان آن حداقل 4000 نفر دستگیر و صدها نفر مورد ضرب و شتم قرار گرفته و تعداد نامشخصی کشته و ناپدید شده اند، باعث نگرانی عمیق ائتلاف بین المللی زنان مدافع حقوق بشر شده است، بطوری که اگر جریان سیاسی بوجود آمده با رعایت کامل حقوق و آزادی های مردم ایران حل نشود، تعداد بیشتری از زنان مدافع حقوق بشر و سایر مدافعان در معرض خطر قرار خواهند گرفت.
در روز جهانی اقدام برای حقوق بشر در ایران، اعضای ائتلاف بین المللی زنان مدافع حقوق بشر با بیان خواسته های ذیل به جامعه بین المللی حقوق بشر می پیوند:
1) آزادی فوری و بی قید و شرط شادی صدر، مهسا امرآبادی، ژیلا بنی یعقوب، شیوا نظر آهاری، زهرا توحیدی، هنگامه شهیدی، سمیه توحید لو، و سایر زنان مدافع حقوق بشر و همه زندانیان سیاسی و عقیدتی که در برگیرنده دانشجویان، روزنامه نگاران و فعالان جامعه مدنی است.
2) دبیر کل سازمان ملل متحد باید فورا هئیتی را برای تحقیق در باره سرنوشت زندانیان و ناپدید شدگان به ایران بفرستد.
3) به خشونت مورد حمایت دولتی پایان داده شود و دولت و ماموران آن باید پاسخگوی جنایاتی باشند که مرتکب شده اند.
4) آزادی تجمع، آزادی بیان و آزادی مطبوعات همانگونه که در قانون اساسی ایران تضمین شده است و از الزامات ایران در پیمان های بین المللی ای است که ایران از امضاء کنندگان آنهاست، باید تامین شود.
Women Human Rights Defenders International Coalition
Solidarity Statement on the Global Day of Action for Human Rights in Iran
25 July 2009
On the occasion of the Global Day of Action for Human Rights in Iran, members of the Women Human Rights Defenders International Coalition (WHRD IC) express solidarity with the civil society in Iran in their struggle to demand that the leaders of the regime respect women’s rights and uphold their human rights as guaranteed in the Iranian constitution and in international human rights covenants that Iran has signed.
As the protests over the disputed outcome of the presidential elections intensify, the Coalition are deeply concerned about the safety and security of the following women human rights defenders who have been arbitrarily arrested and still remain in detention for their courageous acts of advocating for women’s human rights and fundamental freedoms:
* SHADI SADR, a human rights lawyer, journalist and a prominent women’s human rights advocate was abducted and violently arrested on 17 July;
* ZHILA BANIYAGHOUB, a women’s human rights activist and journalist was arrested with her husband, Bahman Amouiee, also a women’s human rights activist and journalist, on 20 June;
* SHIVA NAZARAHARI, also a women's rights and human rights activist and blogger, was arrested on 14 June;
* Mahsa Amrabadi, a journalist and supporter of women's human rights, was arrested in her home on 14 June. She is pregnant and her husband, Masoud Bastani, a journalist, was arrested when he was following up her case in the judiciary on 5 July;
* Hengameh Shahidi, a journalist and civil rights activist, was arrested on 18 June;
* Zahra Touhidi, a student activist, was arrested in her home on 18 June. Her husband was arrested as well.
* Somayeh Tohidlou, PhD student, blogger, member of the Mousavi Campaign, was arrested on 14 June.
The WHRD IC is concerned by arbitrary arrest and detention of Iranian women human rights defenders, in particular these seven women human rights defenders. The members of the Coalition are further concerned that the arrest and detention of some of them might be related to their participation in campaigns against discriminatory laws and the peaceful defence of women human rights.
The International Campaign for Human Rights in Iran cited eyewitness accounts of the leading role of women in standing up to government forces to protect those coming under attacks: “What was significant, in contrast to previous protests, was that people would not run away as they came under attack, but held their own. Particularly the women who would respond to the security forces said, ‘Why should we run? This is our country, this is our land, and we cannot be pushed out of our land. These sidewalks are ours. Who are you to tell us to go away, we shall not go.’
The WHRD IC applauds and supports the efforts of the ‘Mothers of Peace’ and ‘Mothers Mourning’ who have protected activists under attack and organised silent protests for peace every Saturday to honour the activism of their killed, arrested or disappeared children in Iran. In June, several of their members were arrested during one of their protests and were only released 2 or 3 days later.
Women human rights defenders have been at the forefront in the defence of human rights and are entitled to the rights specified under the UN Declaration Human Rights Defenders and guaranteed under the International Covenant on Civil and Political Rights that Iran signed. The continuing violent repression of internationally guaranteed human rights in Iran and the growing brutality in the hands of state agents of at least 4,000 reported to be detained, hundreds beaten and injured, and an unknown number of killed and those whose whereabouts are unknown, the WHRD IC are gravely concerned that unless the political issues are resolved with full respect for the rights and freedoms of the Iranian peoples, more women human rights defenders and other defenders will be put at risk.
On this Day of Global Action for Human Rights in Iran, the members of the Women Human Rights Defenders International Coalition join the international human rights community to demand:
1. The immediate and unconditional release of Shadi Sadr, Mahsa Amrabadi, Zhila Baniyaghoub, Shiva Nazarahari, Zahra Touhidi, Hengameh Shahidi, Somayeh Tohidlou and other women human rights defenders and all political prisoners and prisoners of conscience including students, journalists and civil society activists;
2. The UN Secretary General to immediately appoint a delegation to travel to Iran to investigate the fate of prisoners as well as many disappeared persons;
3. An end to State-sponsored violence and accountability for crimes committed by the State and its agents;
4. Freedom of assembly, freedom of expression, and freedom of press as guaranteed by the Iranian constitution and Iran’s obligations under international covenants it has signed.علام حمايت ائتلاف بین المللی زنان مدافع حقوق بشر از مادران عزادار
بیانیه همبستگی به مناسبت روز جهانی اقدام برای حقوق بشر ایران – سوم مرداد ماه 1388
توسط ائتلاف بین المللی زنان مدافع حقوق بشر
اعضای ائتلاف بین المللی زنان مدافع حقوق بشر به مناسبت روز جهانی اقدام برای حقوق بشر در ایران، همبستگی خود را با جامعه مدنی در ایران ابراز می کند که در مبارزاتشان از مسئولین نظام می خواهند که حقوق زنان و حقوق بشر مردم ایران را رعایت کنند. این حقوق هم در قانون اساسی ایران و هم در پیمان های بین المللی حقوق بشر که ایران از امضا کنندگان آنهاست، تضمین شده است.
ائتلاف بین المللی زنان مدافع حقوق بشربا شدت گرفتن اعتراضات برعلیه نتیجه اعلام شده انتخابات ریاست جمهوری، بیشتر نگران سلامت و امنیت زنان مدافع حقوق بشر می شود که بخاطر اقدام های جسورانه در ترویج حقوق زن و آزادی های بنیادین بطور خودسرانه بازداشت شده اند و همچنان در بازداشت بسر می برند. مدافعان حقوق زن که در بازداشت بسر می برند عبارتند از:
شادی صدر، وکیل حقوق بشر، روزنامه نگار و مروج سرشناس حقوق زن که در روز 26 تیرماه ربوده شد و سپس بطور خشونت آمیزی بازداشت شد.
ژیلا بنی یعقوب؛ از فعالان حقوق بشر زنان و روزنامه نگاری که به همراه همسرش؛ بهمن امویی که او هم یک فعال حقوق زن و روزنامه نگار است، در روز 30 خرداد بازداشت شد.
شیوا نظر آهاری؛ فعال حقوق بشر و حقوق زن، و وب لاگ نویس، در روز 24 خرداد ماه بازداشت شد.
مهسا امرآبادی؛ روزنامه نگار و از حامیان حقوق بشر زنان، در منزل خود در تاریخ 24 خرداد ماه بازداشت شد. مهسا باردار است و همسر او؛ مسعود باستانی، روزنامه نگاری است که در تاریخ 14 تیرماه زمانی که برای پیگیری وضعیت مهسا به دادگاه انقلاب رفته بود، بازداشت شد.
هنگامه شهیدی؛ روزنامه نگار و فعال حقوق مدنی در تاریخ 28 خرداد ماه بازداشت شد.
زهرا توحیدی؛ فعال دانشجویی که در منزل خود در تاریخ 28 خرداد ماه به همراه همسرش بازداشت شد.
سمیه توحید لو؛ دانشجوی دوره دکترا، وب لاگ نویس و عضو کمپین موسوی در تاریخ 24 خرداد ماه بازداشت شد.
ائتلاف بین المللی زنان مدافع حقوق بشر نگران دستگیری ها و بازداشت های خودسرانه زنان ایرانی مدافع حقوق بشر بویژه این هفت نفر است. اعضای ائتلاف بین المللی همچنین نگران تعداد دیگری از بازداشت شدگانی است که احتمالا بازداشت خودسرانه آنها به مشارکت آنها در کمپین علیه قوانین تبعیض آمیز و دفاع مسالمت آمیز شان از حقوق بشر زنان مربوط می شود.
کمپین بین المللی حقوق بشر در ایران گزارش یک شاهد عینی را از نقش رهبری زنان نقل کرده است که در آن زنان برای حفاظت از کسانی که مورد حمله قرار می گرفتند، روبروی نیروهای دولتی می ایستادند و مقاومت می کردند. این شاهد عینی گزارش داده بود که "آنچه که در این اعتراض برخلاف اعتراضات قبلی بارز بود این بود که مردم در برابر حملات فرار نمی کردند و با هم می ماندند. بخصوص زنان در برابر نیروهای امنیتی واکنش نشان می دادند و می گفتند “چرا ما باید فرار کنیم؟ این مملکت ماست، این سرزمین ماست، ما را نمی توانید از سرزمین خودمان بیرون کنید. این پیاده روها، پیاده روهای ماست. شما کی هستند که به ما می گید که برویم، ما نخواهیم رفت."
ائتلاف بین المللی زنان مدافع حقوق بشر، تلاش های "کمیته مادران صلح" و "مادران عزادار"را ارج می گذارد و از فعالیت های آن ها حمایت می کند. اعضای این کمیته ها، در راهپیمایی ها، مردم را در مقابل حملات حفاظت می کنند و به احترام فعالانی که فرزندان آنها کشته، بازداشت و یا ناپدید شده اند، اعتراضات مسالمت آمیز توام با سکوت را در روزهای شنبه هر هفته سازماندهی می کنند. در تیرماه، در اعتراضات مسالمت آمیز مادران عزادار تعدادی از آنها بازداشت شدند و بعد از دو تا سه روز همگی آنها آزاد شدند.
زنان مدافع حقوق بشر در خط مقدم دفاع از حقوق بشر قرار گرفته اند و سزاوار برخوردای از حقوق تعریف شده خود در بیانیه مدافعان حقوق بشر سازمان ملل و حقوق تضمین شده در میثاق بین المللی حقوق سیاسی مدنی هستند که ایران از امضاء کنندگان این پیمان هاست. نقض مداوم سرکوبگرانه حقوق بشر تضمین شده بین المللی و افزایش خشونت بدست ماموران دولتی که در جریان آن حداقل 4000 نفر دستگیر و صدها نفر مورد ضرب و شتم قرار گرفته و تعداد نامشخصی کشته و ناپدید شده اند، باعث نگرانی عمیق ائتلاف بین المللی زنان مدافع حقوق بشر شده است، بطوری که اگر جریان سیاسی بوجود آمده با رعایت کامل حقوق و آزادی های مردم ایران حل نشود، تعداد بیشتری از زنان مدافع حقوق بشر و سایر مدافعان در معرض خطر قرار خواهند گرفت.
در روز جهانی اقدام برای حقوق بشر در ایران، اعضای ائتلاف بین المللی زنان مدافع حقوق بشر با بیان خواسته های ذیل به جامعه بین المللی حقوق بشر می پیوند:
1) آزادی فوری و بی قید و شرط شادی صدر، مهسا امرآبادی، ژیلا بنی یعقوب، شیوا نظر آهاری، زهرا توحیدی، هنگامه شهیدی، سمیه توحید لو، و سایر زنان مدافع حقوق بشر و همه زندانیان سیاسی و عقیدتی که در برگیرنده دانشجویان، روزنامه نگاران و فعالان جامعه مدنی است.
2) دبیر کل سازمان ملل متحد باید فورا هئیتی را برای تحقیق در باره سرنوشت زندانیان و ناپدید شدگان به ایران بفرستد.
3) به خشونت مورد حمایت دولتی پایان داده شود و دولت و ماموران آن باید پاسخگوی جنایاتی باشند که مرتکب شده اند.
4) آزادی تجمع، آزادی بیان و آزادی مطبوعات همانگونه که در قانون اساسی ایران تضمین شده است و از الزامات ایران در پیمان های بین المللی ای است که ایران از امضاء کنندگان آنهاست، باید تامین شود.
venerdì 24 luglio 2009
Solidarietà con le madri in lutto in Iran
Solidarietà con le madri in lutto in Iran
Rispondiamo all'appello di Shirin Ebadi, premio Nobel per la Pace, ed esprimiamo la nostra solidarietà alle madri iraniane e a tutte le donne che, in Iran e ovunque nel mondo, anche a rischio della loro vita, scendono in strada per esigere giustizia e verità, perché non scenda il silenzio sulle vittime della repressione e del potere che usa la forza delle armi per mettere a tacere chiunque lotti per il rispetto dei propri diritti.
Mentre estendiamo la nostra solidarietà alle madri di Iran, alziamo anche le nostre voci perche' la loro sofferenza non venga usata per giustificare "soluzioni" militari alla crisi in Iran, come e' stata usata la ripressione delle donne di Afghanistan per giustificare la guerra, lanciata in 2001 che continua ancora oggi.
Messaggio di Shirin Ebadi alle Donne del Mondo chiedendo Solidarietà con le madri in lutto in Iran
Donne libere del mondo,
La situazione in Iran è peggio di quello che pensavamo.
La gente che era contro i risultati delle elezioni in Teheran e le altre città iraniane è andata in strade e in modo pacifico ha manifestato il suo dissenso, la risposta per loro sono state pallottole e bastoni, qualcuno ha potuto scappare ma in un'altra occasione sono stati arrestati di nuovo.
Radio e televisione ufficiali iraniane hanno confermato all'inizio 8 morti e dopo hanno parlato di 11 morti. 25 giorni dopo si è visto che tante persone non erano arrestate ma decedute senza informare le loro famiglie.
Le madri angosciate sono andate dappertutto per avere notizie del loro figli ma non hanno avuto risposte; ora che le madri pian piano prendono le salme del loro figli, si capisce che il numero dei morti era molto più grande di quello che era stato annunciato ufficialmente e nel momento della consegna delle salme dicono che non dovete parlare con nessuno. Ma non si può nascondere la verità per sempre e non si può tenere il dolore nel petto a lungo, per questo ogni giorno le dimensioni del disastro davanti agli occhi degli iraniani appaiono più vaste.
Le madri che hanno perso i loro cari figli o i cui figli sono dispersi o in prigione hanno creato un comitato. I membri di questo comitato e le altre donne che sono solidali con loro ogni sabato pomeriggio alle ore 19.00 per un'ora si riuniscono in un parco in Teheran con vestito nero in segno del lutto e in silenzio fanno sentire il loro dolore ai passanti.
Con le mie condoglianze a tutte le madri che hanno perso i loro cari figli per la libertà e la democrazia e con la mia solidarietà con le madri che ancora stanno cercando i loro figli dispersi e con il mio dispiacere perchè tanti giovani iraniani solo per loro attività civile e pacifica sono in prigione, chiedo a tutte le donne libere del mondo, di riunirsi ogni sabato sera dalle 19 del pomeriggio alle 20 in un parco della vostra città vestite di nero e far sentire la vostra solidarietà con le madri in lutto in Iran facendo sentire la loro voce al mondo.
Shirin Ebadi
Luglio 2009
martedì 21 luglio 2009
پیام شیرین عبادی به مادران عزادار
پیام شیرین عبادی به مادران عزادار: ياد آر ز شمع مرده ياد آر
28 تیر 1388
زنان آزاده جهان ! ابعاد فاجعه گسترده تر از آن بود كه مي پنداشتيم . مردمي معترض به نتيجه انتخابات در تهران و شهرستان ها،به خيبان ها آمدند تا به طريقي مسالمت آميز اعتراض خودرابيان كنند ، اما جواب آنها گلوله بود و چوب و چماق . تعدادي نيز كه جان به در بردند ،روزهاي بعد دستگير شدند . راديو و تلويزيون دولتي ايران تعداد كشته شدگان را در ابتدا هشت نفر و سپسس يازده نفر اعلام كرد ؛ اما با گذشت مدتي بيش از 25 روز هنوز افرادي بودند كه نامشان نه درليست كشته شدگان بود و نه درطومار دستگيرشدگان .
مادران، سراسيمه به هرجايي كه ممكن بود نشاني از گمشدگان خودبيابند مراجعه مي كردند اما پاسخي نبود. و اكنون كه مادران بتدريج اجساد جگر گوشه گان خودرا تحويل مي گيرند ،مشخص شد ه كه تعداد كشته شدگان بسيار بيشتر از آن ارقامي است كه رسما اعلام شده است و طرفه آن كه هنگام تحويل جنازه ، از خانوده ها تعهد مي گيرند كه در مورد تاريخ و چگوگي فوت عزيزشان با كسي سخن نگويند .
اما حقيقت را نمي توان براي هميشه كتمان كرد و ناله را نمي توان تا ابد درسينه نگهداشت و بنا براين ابعاد فاجعه هرروز گسترده تر از روز قبل در برابر چشمان مرم ايران ظاهر مي شود.
مادراني كه فرزندان خودر ا از دست داده اند يا جگر گوشه گان شان هنوز جزو مفقودين بوده يا در زندانها به سر ميبرند ، كميته مادران عزادار ايراني را تشكيل داده اند.
اعضاي اين كميته و ساير زناني كه با آنان همدردي ميكنند ،هر هفته روزهاي شنبه از ساعت هفت الي هشت بعدازظهر دريكي از پارك هاي شهر خود با لباسي به رنگ سياه به نشانه عزاداري گرد هم مي آيند تا با لب هاي خاموش غم خورا بيان كنند .
ضمن تسليت به مادراني كه جگر گوشه گانشان را درراه آزادي و دموكراسي از دست داده اند و با اعلام همدردي با زناني كه هنوز در جستجوي فرزند گم شده سرگردان اند و با ابراز تاسف از اين كه تعداد كثيري از جوانان ايراني به خاطر فعاليت هاي مسالمت آميز مدني در زندان هستند ،از زنان آزاده جهان دعوت ميكنم روزهاي شنبه هرهفته از ساعت هفت الي هشت بعدازظهر با گرد هم آيي دريكي از پارك هاي شهرشان با پوشيدن لباس سياه با مادران عزادار ايراني همدردي نمايند و صداي آنان را به گوش جهانيان برسانند.
شيرين عبادي تيرماه 1388
venerdì 17 luglio 2009
Cosa si può fare per aiutare la società civile iraniana?
www.fariansabahi.com
Cosa si può fare per aiutare la società civile iraniana?
Sono in tanti a porsi il quesito di questi tempi, e ho
deciso di inaugurare il mio blog su Panorama proprio con
questo tema, nel giorno in cui i siti riformisti iraniani
rendono noto che nell’obitorio a sud di Teheran ci
sarebbero centinaia e centinaia di cadaveri e che
sarebbero 46 le persone scomparse nelle dimostrazioni
seguite alle contestate elezioni presidenziali del 12
giugno.
Decine di studenti, politici e giornalisti sono stati
arrestati. A difenderli sono gli avvocati, alcuni dei
quali militano nel gruppo per la difesa dei diritti umani
di Shirin Ebadi
(http://it.wikipedia.org/wiki/Shirin_Ebadi), Nobel per la
pace 2003. Nei giorni scorsi alcuni di loro sono stati
arrestati. Si chiamano Dadkhah e Soltani. Per tirarli
fuori di galera ci vorrebbe un collegio di difesa
(internazionale?)… e sarebbe il momento buono affinché i
loro colleghi (italiani?) dimostrassero solidarietà.
Ne ho parlato con l’avvocato Fulvio Gianaria, penalista di
Torino. Mi ha messa in contatto con Renato Borzone, suo
collega, a cui ho appena mandato una mail con i nomi degli
avvocati arrestati a luglio a Teheran. Nel frattempo ho
informato Drewery Dyke del desk Iran di Amnesty
International di Londra (www.amnesty.org) a cui è venuta
un’altra idea: coinvolgere l’International Bar
Association, ovvero l’associazione internazionale degli
avvocati, che ha sede a Londra.
Si potrebbe procedere in tre fasi: 1) chiedere all’Ordine
degli avvocati di scrivere un comunicato da diffondere ai
mezzi di comunicazione e da mandare alle sedi diplomatiche
della Repubblica islamica dell’Iran a Roma e a Londra; 2)
chiedere i visti per un gruppo di avvocati che
costituiscono un collegio internazionale di difesa; 3)
fare in modo che questi avvocati possano andare a trovare
i loro colleghi in carcere a Teheran.
Altre idee?
Cosa si può fare per aiutare la società civile iraniana?
Sono in tanti a porsi il quesito di questi tempi, e ho
deciso di inaugurare il mio blog su Panorama proprio con
questo tema, nel giorno in cui i siti riformisti iraniani
rendono noto che nell’obitorio a sud di Teheran ci
sarebbero centinaia e centinaia di cadaveri e che
sarebbero 46 le persone scomparse nelle dimostrazioni
seguite alle contestate elezioni presidenziali del 12
giugno.
Decine di studenti, politici e giornalisti sono stati
arrestati. A difenderli sono gli avvocati, alcuni dei
quali militano nel gruppo per la difesa dei diritti umani
di Shirin Ebadi
(http://it.wikipedia.org/wiki/Shirin_Ebadi), Nobel per la
pace 2003. Nei giorni scorsi alcuni di loro sono stati
arrestati. Si chiamano Dadkhah e Soltani. Per tirarli
fuori di galera ci vorrebbe un collegio di difesa
(internazionale?)… e sarebbe il momento buono affinché i
loro colleghi (italiani?) dimostrassero solidarietà.
Ne ho parlato con l’avvocato Fulvio Gianaria, penalista di
Torino. Mi ha messa in contatto con Renato Borzone, suo
collega, a cui ho appena mandato una mail con i nomi degli
avvocati arrestati a luglio a Teheran. Nel frattempo ho
informato Drewery Dyke del desk Iran di Amnesty
International di Londra (www.amnesty.org) a cui è venuta
un’altra idea: coinvolgere l’International Bar
Association, ovvero l’associazione internazionale degli
avvocati, che ha sede a Londra.
Si potrebbe procedere in tre fasi: 1) chiedere all’Ordine
degli avvocati di scrivere un comunicato da diffondere ai
mezzi di comunicazione e da mandare alle sedi diplomatiche
della Repubblica islamica dell’Iran a Roma e a Londra; 2)
chiedere i visti per un gruppo di avvocati che
costituiscono un collegio internazionale di difesa; 3)
fare in modo che questi avvocati possano andare a trovare
i loro colleghi in carcere a Teheran.
Altre idee?
martedì 14 luglio 2009
Shirin Ebadi ha parlato all'ombra del David
Shirin Ebadi ha parlato all'ombra del David
http://www.alessandroantichi.org/content/view/2140/
lunedì 06 luglio 2009
In un clima di forte emozione e di intensa partecipazione, le autorità del Parlamento toscano e tanta, tantissima gente, hanno accolto Shirin Ebadi, oggi, alla Galleria dell'Accademia. L'avvocatessa iraniana, premio nobel per la Pace, ha parlato all'ombra del David di Michelangelo Buonarroti, che lei stessa ha definito faro di civiltà e icona dell'aspirazione universale alla libertà.
2009-07-06-ebadi-a-firenze.jpg
All'inizio dell'incontro, oggi poco dopo le 16, l'avvocatessa Shirin Ebadi ha chiesto ciò che non è ancora stato possibile ottenere sotto il regime a Teheran, un minuto di silenzio per commemorare le vittime delle recenti manifestazioni.
Shirin Ebadi ha ringraziato la Toscana e Firenze per l'ospitalità che danno agli studenti e agli esuli iraniani, oltre che per la solidarietà che da sempre viene data alla causa dell'avanzamento della libertà e della protezione dei diritti umani. E' stato ricordato come uno dei tanti assistiti di Shirin Ebadi, il dissidente Akbar Ganji, sia cittadino onorario di Firenze e abbia ricevuto l'intensa solidarietà e l'aiuto del Parlamento toscano. Una vicenda, quella di Ganji, che i lettori del sito http://www.alessandroantichi.org conoscono bene per il ruolo particolare che, nella vicenda, ha avuto Alessandro Antichi.
Shirin Ebadi ha parlato apertamente delle ultime vicende politiche ed elettorali del suo paese. Ha puntualmente spiegato gli errori, gli inganni, le violenze del regime. Ha chiesto a tutti di onorare la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948, sostenendo la resistenza e i movimenti popolari iraniani.
L'avvocatessa Ebadi non è, personalmente, impegnata in alcun partito politico, ma sta con la gente e con le esigenze minime di libertà, verità, giustizia. Ci sono cinque obiettivi che accumunano la stragrande maggioranza degli Iraniani e anche una parte delle stesse elite al potere: 1) la fine immediata di ogni violenza contro le persone e le famiglie, nelle strade, nelle università, nelle case; 2) la liberazione senza condizioni e senza ulteriori indugi di tutte le migliaia di persone che sono state incarcerate; 3) l'annullamento delle ultime elezioni presidenziali, che sono state inficiate, quando ancora i seggi erano aperti, da menzogne, brogli e annunci roboanti e assolutamente incredibili di una presunta vittoria di Ahmadinejad "gonfiata" oltre ogni ragionevolezza; 4) la ripetizione delle elezioni, sotto il controllo e con l'aiuto di osservatori internazionali e di commissioni elettorali neutrali; 5) il risarcimento delle vittime, sia delle famiglie delle decine di morti, sia degli innumerevoli feriti.
Questa donna piccola e dall'apparenza mite, che ci ha parlato ai piedi del David, si è rivelata, ancora una volta, scomoda come è sempre stata, umile ma tenace, inerme ma temibile, come l'eroe biblico, per i Golia del regime.
Sull'esempio dei dissidenti nonviolenti di ogni tempo, la Ebadi da decenni lotta quotidianamente all'interno del sistema repubblicano islamico, entro gli angusti limiti di un regime che lei, incuneandosi fra le sue divisioni e nelle sue contraddizioni interne, è riuscita talvolta a costringere a rendere giustizia alle donne, ai minori, ai poveri, agli oppressi, agli incarcerati e torturati per le loro opinioni. Un esempio indimenticabile, una promessa di ciò che, grazie all'universalità delle aspirazioni umane alla vita, alla libertà, alla felicità, cambierà anche in Iran.
domenica 12 luglio 2009
Sohrab Aàrabi il giovane di19 anni è morto in prigione Evinسهراب اعرابی، جوان ۱۹ ساله در زندان اوین به شهادت رسید
موج آزادی
سهراب اعرابی، جوان ۱۹ ساله در زندان اوین به شهادت رسید
جولای 11, 2009 آخرین اخبار بازداشتی ها
Tags: اخبار
La Notizia è arrivata dal prigione di Evin con una telefonata a sua madre ..venite a prendere il corpo del vostro figlio.
Sohrab 19 enne stava per finire liceo e si preparava per il concorso della universita.
Era arrestato durante i manifestazioni del 15 Giugno a Teheran e era portato in una zona dove i suoi genitori non sapevano niente di lui.. in fine la sua madre viene a sapere che suo figlio è in prigione di Evin.
Ogni pomeriggio andava alla porta del prigione per aver le notizie sul suo figlio e aveva grande paura che forse uccideranno suo figlio..faceva vedere un foto del suo figlio a tutti che uscivanano dal prigione con la speranza che magari è stato visto da loro.
Ieri il giudice Mortazavi mandà la notizia e chiede a la famiglia di andare a prender il corpo senza vita del loro figlio.
خبر مرگ سهراب اعرابی از سوی خانواده وی و مسولان اوین تایید شد. سهراب اعرابی، 19 ساله سال آخر دبيرستان و آماده براي امتحان كنكور در اعتراضات دهمين دوره رياست جمهوري در 30 خرداد روز شنبه بازداشت24925 و به مكان نامعلومي منتقل مي شود .
بعد از پيگيريهاي پي در پي خانواده بخصوص مادرش متوجه مي شوند كه وي در زندان اوين است، مادر اين جوان در روز سه شنبه 16 تير با گذاشتن كفالت در دادگاه انقلاب هر روز بعد از ظهر منتظر آزادي فرزند ش بود, با وجود اين كه اين مادر مي دانست كه فرزندش در زندان اوين است ولي خيلي نگران بود و ميگفت ميترسم بچهام را بكشند. اين مادر عكسي از فرزندش تهيه كرده بود و به هر زنداني كه آزاد ميشد عكس عزيزش را نشان مي داد و از آنها ميپرسيد كه آيا او را مي شناسند و يا در زندان ديده اند؟ او ميگفت به هر كجا و هر كسي مراجعه ميكنم جواب نميدهند و ميگويند صبر كن آزاد ميشود. اين مادر كارش از صبح تا شب جلو زندان ماندن شده بود تا اينكه از طرف قاضي مر تضوي خبر آمد كه سهراب اعرابي در زندان درگذشته است، خانواده اش را خبر كنيد تا جنازه فرزندشان را تحويل بگيرند.
2009/07/11/ la list dei detetenutti fin oraلیست-کامل-بازداشتشدگان-تا-به-این-لحظ
لیست کامل بازداشتشدگان تا به این لحظه
http://khasokhashak.wordpress.com/2009/07/11/لیست-کامل-بازداشتشدگان-تا-به-این-لحظ
جولای 11, 2009 (آخرین اخبار بازداشتی ها)
Detenuti dei diversi partiti e gruppi politici e giornalisti in Iran
فهرست اسامی بازداشتشدگان احزاب و گروههای سیاسی و نیز روزنامه نگاران به شرح زیر است:
Dr Mohsen Mirdamadi-
دکتر محسن میردامادی
دبیرکل جبهه مشارکت ایران اسلامی، نماینده مردم تهران و رئیس کمیسیون امنیت ملی مجلس ششم
2 Dr Abdollah Ramezan zadeh-
دکتر عبدالله رمضان زاده
قائم مقام دبیرکل جبهه مشارکت ایران اسلامی، سخنگوی دولت دوم سیدمحمد خاتمی
3 Dr seyed Mostafa Tajzadeh-
دکتر سیدمصطفی تاج زاده
عضو شورای مرکزی جبهه مشارکت، عضو شورای مرکزی سازمان مجاهدین انقلاب اسلامی، معاون سیاسی وزیر کشور در دولت خاتمی
Dr Saeed Hajjariyan
4- دکتر سعید حجاریان
عضو شورای مرکزی جبهه مشارکت ایران اسلامی، منتخب مردم تهران در شورای شهر اول و مشاور
ارشد سیدمحمد خاتمی
Engineer Mohsen Safaee FARAHANI-
5.مهندس محسن صفایی فراهانی
عضو شورای مرکزی و رئیس هیات اجرایی جبهه مشارکت ایران اسلامی، نماینده مردم تهران در مجلس ششم و رییس اسبق فدراسیون فوتبال
6.Dr MOHSEN AMIN ZADEH- دکتر محسن امین زاده
عضو موسس جبهه مشارکت ایران اسلامی، معاون وزیر امور خارجه در دولت سیدمحمد خاتمی
7.dR ALI TAJJERNIA- دکتر علی تاجرنیا
رییس شورای منطقه تهران جبهه مشارکت ایران اسلامی، نماینده مردم مشهد در مجلس ششم
8 dR SAEED SHIRKAVAND- دکتر سعید شیرکوند
عضو شورای مرکزی جبهه مشارکت ایران اسلامی، معاون وزیر اقتصاد در دولت سیدمحمد خاتمی
9 .SHAHAOBBEDDIN TABATABAEE- مهندس شهاب الدین طباطبایی
عضو شورای مرکزی جبهه مشارکت ایران اسلامی، رئیس ستاد 88 کل کشور
10 ALI ASGHAR kHODAYARI- دکتر علی اصغر خدایاری
عضو سابق شورای مرکزی جبهه مشارکت ایران اسلامی و استاد دانشگاه
11.DR DAVOUD SOLEIMANI- دکتر داوود سلیمانی
عضو شورای مرکزی جبهه مشارکت ایران اسلامی، نماینده مردم در مجلس ششم
12 ABBAS KOUSHA- عباس کوشا
عضو دفتر سیاسی جبهه مشارکت ایران اسلامی
13rAMEZAN POUR – رمضان پور
رییس شورای منطقه هرمزگان جبهه مشارکت ایران اسلامی
14SAEED NOUR MOHAMMADI- سعید نورمحمدی
عضو شاخه جوانان جبهه مشارکت ایران اسلامی
15 hAMZE gHALEBI- حمزه غالبی
عضو شاخه دانشجویان جبهه مشارکت ایران اسلامی
16mORTEZA aOUSATI- مرتضی اوسطی
17 zOYA hASANI- زویا حسنی
18 sAEEDE kORDI NEJAD- سعیده کردی نژاد
19.MOHAMMAD REZA yAZDAN PANAH- محمد رضا یزدان پناه
20.REZA HOMAEE- رضا همایی
ALTRE DETENUTI GIORNALISTI E POLITICI
bEHZAD nABAVI fEYZOLLAH ARAB sorkhi, mohammad javad emam, shahab pour ghasemi, majid nayyeri, sadegh nourouzi, amir hosein mahdavi, mohammad atriyan far , hedayatollah aghaee, jahan bakhsh khanjani,mohammad ali abtahi,abdolfatah soltani (humanrights defensor),mohammad reza jalaee pour,behzad bashu (journalist e carcaturist) ahamad zeyd abadi abdollah momeni,saeed leylaz,samiyeh tohidlou,mohammad ghuchani,mohamamd tavassoli,emad behavar,
mohsen hakimi,alavi, zhila bani yaghub,
bahman ahamadi amoee,keyvan samimi,abdolreza tajik,mahsa amrabadimasoud bastani, kambiz nourouzi, issa sahar khiz, mohammad ali dadkhah, malihe dadkhah, sara sabaghiyan, bahare davallou, amir raeesiyan,hamoun shirazi, abbas mirza aboutaleb, yahya kiyan tajbakhsh,
maziyar bahari
اسامی دیگر بازداشت شدگان سیاسی و مطبوعاتی
مهندس بهزاد نبوی، فیض الله عرب سرخی، محمد جواد امام، شهاب پور قاسمی، مجيد نيري، صادق نوروزی، امیر حسین مهدوی(از سازمان مجاهدین انقلاب اسلامی)، محمد عطریانفر، هدایت الله آقایی و جهان بخش خانجاني(از حزب کارگزاران سازندگی)، محمدعلی ابطحی(عضو مجمع روحانیون مبارز)، عبدالفتاح سلطانی(عضو کانون مدافعان حقوق بشر)، محمدرضا جلایی پور(سخنگوی کمپین موج سوم حمایت از خاتمی و موسوی)، بهزاد باشو (روزنامه نگار و کاریکاتوریست مطبوعات)، احمد زیدآبادی و عبدالله مومنی( سازمان دانش آموختگان دفتر تحکیم)، سعید لیلاز(روزنامه نگار)، سمیه توحیدلو(فعال جامعه مجازی)، محمد قوچانی(سردبیر روزنامه اعتماد ملی)، محمد توسلی، عماد بهاور، محسن حکیمی و علوی(نهضت آزادی ایران)، ژیلا بنی یعقوب(روزنامه نگار)، بهمن احمدی امویی(روزنامه نگار)، کیوان صمیمی(روزنامه نگار)، عبدالرضا تاجیک(روزنامه نگار)، مهسا امرآبادی و مسعود باستانی(روزنامه نگار)، ،کامبیز نوروزی (دبیرکمیته حقوقی انجمن صنفی روزنامه نگاران ایران) عیسی سحر خیز ، محمد علی داد خواه (وکیل دادگستری)، ملیحه دادخواه، سارا صباغیان، بهاره دولو ، امیر رئیسیان، هامون شیرازی، عباس میرزا ابوطالب(قائم مقام دبیرکل هزب همبستگی)، یحیی کیان تاج بخش (فعال جامعه مدنی)، مازیار بهاری ( خبرنگار و مستندساز)
http://khasokhashak.wordpress.com/2009/07/11/لیست-کامل-بازداشتشدگان-تا-به-این-لحظ
جولای 11, 2009 (آخرین اخبار بازداشتی ها)
Detenuti dei diversi partiti e gruppi politici e giornalisti in Iran
فهرست اسامی بازداشتشدگان احزاب و گروههای سیاسی و نیز روزنامه نگاران به شرح زیر است:
Dr Mohsen Mirdamadi-
دکتر محسن میردامادی
دبیرکل جبهه مشارکت ایران اسلامی، نماینده مردم تهران و رئیس کمیسیون امنیت ملی مجلس ششم
2 Dr Abdollah Ramezan zadeh-
دکتر عبدالله رمضان زاده
قائم مقام دبیرکل جبهه مشارکت ایران اسلامی، سخنگوی دولت دوم سیدمحمد خاتمی
3 Dr seyed Mostafa Tajzadeh-
دکتر سیدمصطفی تاج زاده
عضو شورای مرکزی جبهه مشارکت، عضو شورای مرکزی سازمان مجاهدین انقلاب اسلامی، معاون سیاسی وزیر کشور در دولت خاتمی
Dr Saeed Hajjariyan
4- دکتر سعید حجاریان
عضو شورای مرکزی جبهه مشارکت ایران اسلامی، منتخب مردم تهران در شورای شهر اول و مشاور
ارشد سیدمحمد خاتمی
Engineer Mohsen Safaee FARAHANI-
5.مهندس محسن صفایی فراهانی
عضو شورای مرکزی و رئیس هیات اجرایی جبهه مشارکت ایران اسلامی، نماینده مردم تهران در مجلس ششم و رییس اسبق فدراسیون فوتبال
6.Dr MOHSEN AMIN ZADEH- دکتر محسن امین زاده
عضو موسس جبهه مشارکت ایران اسلامی، معاون وزیر امور خارجه در دولت سیدمحمد خاتمی
7.dR ALI TAJJERNIA- دکتر علی تاجرنیا
رییس شورای منطقه تهران جبهه مشارکت ایران اسلامی، نماینده مردم مشهد در مجلس ششم
8 dR SAEED SHIRKAVAND- دکتر سعید شیرکوند
عضو شورای مرکزی جبهه مشارکت ایران اسلامی، معاون وزیر اقتصاد در دولت سیدمحمد خاتمی
9 .SHAHAOBBEDDIN TABATABAEE- مهندس شهاب الدین طباطبایی
عضو شورای مرکزی جبهه مشارکت ایران اسلامی، رئیس ستاد 88 کل کشور
10 ALI ASGHAR kHODAYARI- دکتر علی اصغر خدایاری
عضو سابق شورای مرکزی جبهه مشارکت ایران اسلامی و استاد دانشگاه
11.DR DAVOUD SOLEIMANI- دکتر داوود سلیمانی
عضو شورای مرکزی جبهه مشارکت ایران اسلامی، نماینده مردم در مجلس ششم
12 ABBAS KOUSHA- عباس کوشا
عضو دفتر سیاسی جبهه مشارکت ایران اسلامی
13rAMEZAN POUR – رمضان پور
رییس شورای منطقه هرمزگان جبهه مشارکت ایران اسلامی
14SAEED NOUR MOHAMMADI- سعید نورمحمدی
عضو شاخه جوانان جبهه مشارکت ایران اسلامی
15 hAMZE gHALEBI- حمزه غالبی
عضو شاخه دانشجویان جبهه مشارکت ایران اسلامی
16mORTEZA aOUSATI- مرتضی اوسطی
17 zOYA hASANI- زویا حسنی
18 sAEEDE kORDI NEJAD- سعیده کردی نژاد
19.MOHAMMAD REZA yAZDAN PANAH- محمد رضا یزدان پناه
20.REZA HOMAEE- رضا همایی
ALTRE DETENUTI GIORNALISTI E POLITICI
bEHZAD nABAVI fEYZOLLAH ARAB sorkhi, mohammad javad emam, shahab pour ghasemi, majid nayyeri, sadegh nourouzi, amir hosein mahdavi, mohammad atriyan far , hedayatollah aghaee, jahan bakhsh khanjani,mohammad ali abtahi,abdolfatah soltani (humanrights defensor),mohammad reza jalaee pour,behzad bashu (journalist e carcaturist) ahamad zeyd abadi abdollah momeni,saeed leylaz,samiyeh tohidlou,mohammad ghuchani,mohamamd tavassoli,emad behavar,
mohsen hakimi,alavi, zhila bani yaghub,
bahman ahamadi amoee,keyvan samimi,abdolreza tajik,mahsa amrabadimasoud bastani, kambiz nourouzi, issa sahar khiz, mohammad ali dadkhah, malihe dadkhah, sara sabaghiyan, bahare davallou, amir raeesiyan,hamoun shirazi, abbas mirza aboutaleb, yahya kiyan tajbakhsh,
maziyar bahari
اسامی دیگر بازداشت شدگان سیاسی و مطبوعاتی
مهندس بهزاد نبوی، فیض الله عرب سرخی، محمد جواد امام، شهاب پور قاسمی، مجيد نيري، صادق نوروزی، امیر حسین مهدوی(از سازمان مجاهدین انقلاب اسلامی)، محمد عطریانفر، هدایت الله آقایی و جهان بخش خانجاني(از حزب کارگزاران سازندگی)، محمدعلی ابطحی(عضو مجمع روحانیون مبارز)، عبدالفتاح سلطانی(عضو کانون مدافعان حقوق بشر)، محمدرضا جلایی پور(سخنگوی کمپین موج سوم حمایت از خاتمی و موسوی)، بهزاد باشو (روزنامه نگار و کاریکاتوریست مطبوعات)، احمد زیدآبادی و عبدالله مومنی( سازمان دانش آموختگان دفتر تحکیم)، سعید لیلاز(روزنامه نگار)، سمیه توحیدلو(فعال جامعه مجازی)، محمد قوچانی(سردبیر روزنامه اعتماد ملی)، محمد توسلی، عماد بهاور، محسن حکیمی و علوی(نهضت آزادی ایران)، ژیلا بنی یعقوب(روزنامه نگار)، بهمن احمدی امویی(روزنامه نگار)، کیوان صمیمی(روزنامه نگار)، عبدالرضا تاجیک(روزنامه نگار)، مهسا امرآبادی و مسعود باستانی(روزنامه نگار)، ،کامبیز نوروزی (دبیرکمیته حقوقی انجمن صنفی روزنامه نگاران ایران) عیسی سحر خیز ، محمد علی داد خواه (وکیل دادگستری)، ملیحه دادخواه، سارا صباغیان، بهاره دولو ، امیر رئیسیان، هامون شیرازی، عباس میرزا ابوطالب(قائم مقام دبیرکل هزب همبستگی)، یحیی کیان تاج بخش (فعال جامعه مدنی)، مازیار بهاری ( خبرنگار و مستندساز)
Iscriviti a:
Post (Atom)