sabato 21 maggio 2011

La lettera di Nasrin Sotoudeh a suo figlio Nima, sul un fazzoletto di carta dal prigione Evin

La lettera di Nasrin Sotoudeh a suo figlio Nima, sul un fazzoletto di carta dal prigione Evin
Saturday 21 May 2011

http://www.feministschool.com/english/spip.php?article444

Feminist school: Nasrin Sotoudeh, avvocata e attivista per il movimento delle donne che da più di nove mesi è nel carcere di Evin ha scritto una lettera a suo figlio Nima. Per la mancanza di accesso alla carta per scrivere,ha dovuto scritto sul un fazzoletto di carta. Sotto vedete il contenuto della lettera e l’immagine della lettera sul fazzoletto. Nasrin Sotoudeh è stata accusata di propaganda contro il regime, di aver reagito contro la sicurezza nazionale e per appartenere al Centro dei Difensori dei Diritti Umani. Lei è condannata a undici anni di reclusione e venti anni di non svolgere la sua attività di avvocato e di non uscire dal paese.Lei per essere parsa in un video film senza velo deve pagare 50.000 mila tuman pari a 35.000 Euro.




Ciao caro Nima,

Mi è molto difficile scriverti una lettera. Come posso spiegarti dove sono io, quando tu sei cosi innocente e cosi piccolo per capire il vero significato delle parole come “prigione”, “arresto”, “sentenza”, “processo”, “ingiustizia”,”censura”,”oppressione”, “soffocamento”, “liberazione” ,”liberta”, ”giustizia”, “uguaglianza”, etc.

Come parlo con te? Come posso essere sicura che sto parlando con te in termini che abbiano senso per te “oggi” e non avranno significato per una discussione nel “futuro”? Come spiegarti che non ritornare a casa non dipende a me , che io non sono libera se no, volavo verso di te.

So che tu a tuo padre avevi detto di chiedermi di finire il lavoro per tornare a casa. Come posso spiegarti che nessun”lavoro”possa tenermi cosi lontano da te? Come faccio a spiegarti che in verità nessun “lavoro” ha diritto di ignorare i diritti dei miei bambini? Come posso spiegarti che nel arco di questi sei mesi non avevo diritto di vederti nemmeno per un’ora?

Cosa ti posso dire mio figlio? Altra settimana mi hai chiesto,”mamma ritorni con noi a casa?” ed io davanti agli occhi del agente del carcere ti ho detto “ mio lavoro prendo uno può più di tempo, verro a casa più tardi.”e tu hai mosso la tua testa per dire che capisci e hai preso mia mano dando me un bacio dolce sulla mano con le tue piccole labbra.



Mio caro Nima,

In questi sei mesi passati ho pianto due volte, la prima volta quando ho saputo che è morto mio padre e non avevo permesso di essere nel suo funerale e la seconda volta il giorno che non ho potuto ritornare con te a casa, quando sono ritornata alla mia cella ho pianto senza poter controllarmi .

Carissimo Nima,

Riguardo l’affidamento dei figli, i tribunali spesso decidono che il bambino di tre anni non può rimanere dal padre per 24 ore consecutive, queste procedure legale è stata stabilita dalla tribunale per che i giudici ritengono che i bambini piccoli non devono essere lontano dalla madre perche la separazione dalla madre danneggia la salute psicologico del bambino.

La stessa magistratura d’altronde è capace di ignorare i diritti di un bambino di tre anni con il pretesto che la madre ha cercato di agire contro la sicurezza nazionale del paese.

Naturalmente è molto doloroso di dover spiegarti che non avevo mai nessuna intenzione di reagire contro “ loro” sicurezza nazionale ma solo come un avvocato il mio unico obiettivo sempre stato difendere i miei assistiti nel rispetto della legge. Non vorrei né meno dimostrarti che il contenuto delle miei intervisti erano a disposizione del pubblico, il condanno di unidici anni di carcere sono dovuti alla mia critica delle decisioni giudiziario, qualcosa insito per ogni avvocato.

Il mio amato Nima,

Voglio che tu sappia questi:

Per primo, so benissimo che non sono prima persona ad avere una sentenza cosi ingiusta, ma mi auguro tuttavia di essere l’ultima, anche se questo è improbabile.

Secondo, sono molto contenta e molto sollevata per essere nello stesso luogo dove sono molti dei miei assistiti. Gli assistiti che mi fu impedito di difendere loro efficacemente e che ora si trovano in carcere a seguito di un procedimento giudiziario illegale.

Terza, vorrei dire che come una donna, sono orgogliosa della mia sentenza pesante e onorata di aver difeso gli attivisti dei diritti civili e le persone che protestavano contro i risultati delle elezioni presidenziali. Come il loro avvocato sono felice di aver ricevuto una pena più pesante di loro.

Gli sforzi instancabili delle donne ha finalmente dimostrato che i loro diritti non possono essere ignorati essendo a favore o contro.

Io non so come chiederti mio caro amato Nima, e come possibile chiederti di pregare per il Giudice, per interrogatore e per coloro che gestiscono il sistema giudiziario? Mio figlio preghi per loro che trovino giustizia e la pace nel loro cuore in modo che un giorno ci può essere consentito a noi di vivere in pace come in molti paesi del mondo. Mio carissimo in un caso come il mio, il verdetto finale non dipende dalla qualità della difesa che si presenta, perché i miei avvocati hanno fatto tutto che potevano per difendermi.Il problema è piuttosto l’oppressione delle persone innocenti,calpestati e schiacciati sotto le ruote di tale ideologia strana. Quell’innocenza sicuramente è vincitore. E quindi ti chiedo mio caro Nima con tutta la tua innocenza preghi per tutti i prigionieri innocenti e non solo per i prigionieri politici.

Sperando i tempi migliori,

Marzo 2011

Mama Nasrin

mercoledì 18 maggio 2011






http://www.aidos.it/ita/news/index.php?idPagina=885


Arrestata Maryam Bahrman, attivista per i diritti delle donne iraniane
17 Maggio 2011
"L’Italia deve mobilitarsi immediatamente per chiedere il rilascio di Maryam Bahrman, attivista iraniana per i diritti delle donne e i diritti umani, tra le promotrici della campagna per "Un milione di firme per l’uguaglianza" che chiede la revisione delle leggi che discriminano le donne nella Repubblica Islamica d’Iran".

È l’appello lanciato da Daniela Colombo, presidente di AIDOS, Associazione italiana donne per lo sviluppo, alla notizia dell’arresto di Maryam Bahrman, avvenuto l’11 maggio a Shiraz, nella provincia di Fars, in Iran.

Ingegnere, impegnata per i diritti umani fin dai tempi dell’università, Maryam Bahrman è una delle più energiche e coraggiose attiviste per i diritti delle donne in Iran.

Su di lei pende l’accusa di "azione contro la sicurezza nazionale", motivata non solo dalla sua attività nell’ambito della campagna "One Million Signatures Campaign for Equality" a Shiraz, ma anche dalla sua partecipazione, nel marzo di quest’anno, alla CSW, Commission on the Status of Women (Commissione sulla condizione delle donne) delle Nazioni Unite, dove è stata ospite di un seminario parallelo organizzato da AIDOS con un intervento dedicato alle discriminazioni contro le donne nell’accesso alle nuove tecnologie informatiche.

"Dopo la mobilitazione per salvare dalla condanna a morte Sakineh, ancora più importante diventa levare le nostre voci a sostegno di Maryam Barman, una donna la cui unica colpa è quella di lottare per migliorare la condizione delle donne nel suo paese", afferma Daniela Colombo.

Cosa fare

In allegato trovate il file word "Lettere alle autorità iraniane" contenente il testo (in italiano e in inglese) di una lettera da inviare per posta (oltre che per e-mail all’unico indirizzo indicato), copiando e incollando il testo sulla vostra carta intestata o su un foglio bianco.

L’invio per posta è necessario, poiché esperienze precedenti hanno dimostrato che gli indirizzi e-mail vengono chiusi quando sono in atto mobilitazioni a sostegno di attivisti/e arrestati/e come in questo caso.

1) La versione italiana va inviata a

Ambasciatore Seyed Mohammad Ali Hosseini
Ambasciata della Repubblica Islamica d’Iran in Italia
Via Nomentana 363
00162 Roma

2) La versione inglese va inviata ai seguenti 3 indirizzi:

Head of Fars Province Judiciary Intestare la lettera: Dear Sir
Mr Zabihollah Khodaiyan
Piroozi Street
Shiraz, Fars Province
Islamic Republic of Iran

Email: khodaiyan@dadfars.ir

Minister of Intelligence
Intestare la lettera: Your Excellency
Heydar Moslehi
Ministry of Information
Second Negarestan Street
Pasdaran Avenue
Tehran, Islamic Republic of Iran

Secretary General, High Council for Human Rights
Intestare la lettera: Dear Sir
Mohammad Javad Larijani
High Council for Human Rights
[Care of] Office of the Head of the Judiciary
Pasteur St., Vali Asr Ave. south of Serah-e Jomhouri
Tehran 1316814737, Islamic Republic of Iran


Anche Amnesty International Sezione Italiana si è attivata.
Nel ringraziare di cuore tutte e tutti coloro che si attiveranno a sostegno di Maryam Bahrman, chiediamo gentilmente di darci comunicazione dell’azione intrapresa, indicandoci un indirizzo e-mail al quale inviare eventuali aggiornamenti sulla situazione di Maryam Bahrman.

In allegato è possibile scaricare il testo del resoconto stenografico dell'audizione del 18 maggio al Senato della Repubblica del Sottosegretario agli Affari esteri Alfredo Mantica e dell'intervento del Sen. Lucio Malan (PDL) sul caso di Mariam Bahrman.

In allegato, il testo dell'interrogazione d'urgenza al Ministro degli Esteri alla Ministra delle pari Opportunità delle senatrici Rita Ghedini e Francesca Marinaro

Lettera alle istituzioni italiane ed europee
Audizione Mantica e intervento Malan
Interrogazione senatrici Ghedini e Marinaro
Comunicato stampa
Lettere alle autorità iraniane
Interrogazione al Presidente del Consiglio e al Ministro degli Affari Esteri
Interrogazione parlamentare alla Commissione Europea
Lettera all'Ambasciatore italiano in Iran
Rassegna stampa - prima parte
Rassegna stampa - seconda parte

lunedì 2 maggio 2011

Lettera di Reza Khandan a PEN è stata letta da Barbara Goldsmith nella ceremonia di libertà di scrivere





http://www.highcommissionerforhumanrightsiranineurope.com/

Gentile Presidente, rispettabili membri del PEN

Come sapete, molti scrittori, poeti, artisti e politici di tutto il mondo, hanno speso anni della loro vita nelle prigioni di diversi paesi, in difesa della libertà e, in particolare, della libertà di espressione. In quei momenti, molti di loro hanno creato opere eterne: memorie dal carcere, lettere, poesie e libri, che sono uniche e insostituibili.
Il 17 marzo 2011, i funzionari del carcere hanno fatto irruzione nella cella di Nasrin confiscando l’unica penna che era riuscita a nascondere agli occhi delle guardie e tutte le salviette di carta su cui aveva scritto i suoi appunti. Questo significa che non potrà più scrivere ai tribunali, che è stata privata del diritto di scrivere alla sua famiglia, che non potrà scrivere articoli e libri né scritti personali. Le è stato impedito di scrivere le memorie riguardanti il suo arresto; non può avere una matita per segnare, sul muro del carcere, i giorni che passano.
In passato, il divieto di scrivere non esisteva come norma, e quello che sta succedendo oggi è inconcepibile. È impensabile, infatti, che oggi, ad un prigioniero non venga consentito di scrivere ai propri figli.
In base alla sentenza della Corte, così come stanno le cose, Nasrin rimarrà senza una penna per circa 4000 giorni. E tutto questo senza aggiungere ulteriori accuse.
Il 17 marzo verrà fissato nella storia come la giornata della “libertà di espressione”. Noi e i nostri figli lo onoreremo nel rispetto di tutti coloro che, in tutto il mondo, hanno sacrificato la loro vita in nome della libertà di espressione.

Reza Khandan

قرائت نامهٔ رضا خندان به انجمن قلم توسط بار بارا گلد اسمیت در مراسم جایزه آزادی برای نوشتن





http://www.highcommissionerforhumanrightsiranineurope.com/
قرائت نامهٔ رضا خندان به انجمن قلم توسط بار بارا گلد اسمیت در مراسم جایزه آزادی برای نوشتن

رياست و اعضاي محترم انجمن قلم
همانطور كه مي‌دانيد بسياري از نويسندگان، شاعران، اديبان و حتي
سياستمداران به نام جهان بخش عمده‌اي از زندگي خود را به خاطر آزادي بيان
در زندان‌هاي كشورهاي مختلف سپري كرده‌اند
در اين شرايط بوده است كه بسياري از آنها دست به خلق آثار ماندگار زده‌اند
خاطرات زندان، مجموعه نامه‌ها، اشعار و كتاب‌هايي كه نظيرشان را به راحتي
نمي‌توان پيدا كرد.
در 26 اسفند سال 89 (17 Mar - 2011 ) مامورين زندان به سلول نسرين يورش برده و تنها قلمي را كه دور از چشم آنها تهيه كرده بود و نامه‌هايي
را روي برگه‌هاي دستمال كاغذي نوشته بود از او مي‌گيرند.
او حق نوشتن نامه به مراجع قضايي را ندارد. از حق نوشتن نامه به خانواده
محروم است. از لذت نوشتن مقاله و كتاب بي‌نصيب است. او حتي از نوشتن
يادداشت‌هاي خصوصي منع مي‌شود. از نوشتن وقايع بازداشت‌اش بي‌نصيب است.
او نبايد قلم داشته باشد حتي براي علامت زدن روزهاي سپري شده‌اش بر روي
ديوارهاي زندان.
اگر هم ديروز محروميت از قلم در زندان امري عادي بود كه نبود، در دنياي
امروز غير قابل تصور است كه زنداني نتواند براي فرزندان‌اش نامه بنويسد.
بر اساس حكم دادگاه و با وجود اين شرايط او نزديك به 4000 روز بدون قلم
خواهد ماند. اگر اتهامات ديگري اضافه نكنند.
به عنوان روز آزادي قلم در تاريخ ثبت خواهد شد.
همه ما و كودكان ما همه ساله روز 26 اسفند
(17 Mar) را گرامي خواهيم داشت، به احترام همه كساني كه در سرتاسر جهان
به خاطر آن فداكاري و از جان‌گذشتگي نشان داده‌اند.
رضا خندان