venerdì 17 luglio 2009

Cosa si può fare per aiutare la società civile iraniana?

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Cosa si può fare per aiutare la società civile iraniana?
Sono in tanti a porsi il quesito di questi tempi, e ho
deciso di inaugurare il mio blog su Panorama proprio con
questo tema, nel giorno in cui i siti riformisti iraniani
rendono noto che nell’obitorio a sud di Teheran ci
sarebbero centinaia e centinaia di cadaveri e che
sarebbero 46 le persone scomparse nelle dimostrazioni
seguite alle contestate elezioni presidenziali del 12
giugno.
Decine di studenti, politici e giornalisti sono stati
arrestati. A difenderli sono gli avvocati, alcuni dei
quali militano nel gruppo per la difesa dei diritti umani
di Shirin Ebadi
(http://it.wikipedia.org/wiki/Shirin_Ebadi), Nobel per la
pace 2003. Nei giorni scorsi alcuni di loro sono stati
arrestati. Si chiamano Dadkhah e Soltani. Per tirarli
fuori di galera ci vorrebbe un collegio di difesa
(internazionale?)… e sarebbe il momento buono affinché i
loro colleghi (italiani?) dimostrassero solidarietà.
Ne ho parlato con l’avvocato Fulvio Gianaria, penalista di
Torino. Mi ha messa in contatto con Renato Borzone, suo
collega, a cui ho appena mandato una mail con i nomi degli
avvocati arrestati a luglio a Teheran. Nel frattempo ho
informato Drewery Dyke del desk Iran di Amnesty
International di Londra (www.amnesty.org) a cui è venuta
un’altra idea: coinvolgere l’International Bar
Association, ovvero l’associazione internazionale degli
avvocati, che ha sede a Londra.
Si potrebbe procedere in tre fasi: 1) chiedere all’Ordine
degli avvocati di scrivere un comunicato da diffondere ai
mezzi di comunicazione e da mandare alle sedi diplomatiche
della Repubblica islamica dell’Iran a Roma e a Londra; 2)
chiedere i visti per un gruppo di avvocati che
costituiscono un collegio internazionale di difesa; 3)
fare in modo che questi avvocati possano andare a trovare
i loro colleghi in carcere a Teheran.
Altre idee?