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Perché riteniamo che le leggi in vigore non sono giuste?
Ci sono tante cose che dovremmo sapere, ma non sappiamo e ci sono tante cose che non
sappiamo e alle quali non pensiamo mai. La “legge” è una di queste: fino a quando non ne abbiamo
necessità non ne prendiamo coscienza e quando lo facciamo noi consideriamo solo le leggi che
impongono obblighi o proibizioni a noi personalmente e non pensiamo a come esse riguardino tutti.
Facciamo un esempio: consideriamo una famiglia che sta per dare sua figlia in sposa e sta
per mandarla nella casa dello sposo, la casa del suo destino.
Tutto procede secondo le tradizioni: la famiglia dello sposo riceve la ragazza con molto
rispetto e dignità. Ma che futuro l’aspetta? Il suo destino sarà cupo e triste o luminoso e felice? Che
cosa succederà se lo sposo non sarà la buona persona che tutti speravano? La casa che una volta
riempiva la sua anima di gioia e di entusiasmo per il suo futuro diventa il suo inferno personale.
Essa piange giorno e notte. E’ arrabbiata con la sua famiglia e con se stessa per non aver riflettuto
prima di accettare questo matrimonio.
Ragazze come questa non sono rare in Iran. Esse possono consolarsi dicendo:”Il matrimonio
è come un’anguria: nessuno sa come sarà una volta aperta.” Ma dopo un po’, la sposa e la sua
famiglia, entrate ed uscite più volte dal tribunale, dovranno ammettere che non è proprio così. Se
invece di preoccuparsi di trovare gli anelli e organizzare il mehr, la ragazza e la sua famiglia
avessero studiato la legge e avessero preso provvedimenti per colmare le lacune presenti nel
contratto di matrimonio (aghd), esse non sarebbero così infelici oggi.
Se le leggi sulla famiglia fossero state scritte in un altro modo –giusto – e i diritti della sposa
non fossero dipesi dalla firma dello sposo, ma fossero stati custoditi come qualcosa di sacro nella
legge stessa, questi problemi non sarebbero sorti.
Per questo noi riteniamo che la legge è importante per la vita di ogni giorno di tutti, per
uomini e donne, per i bambini che devono nascere o che sono già nati. La legge è importante per
ogni essere umano che voglia vivere in pace.
Ci sono solo due categorie di persone cui la legge non interessa: quelle che non la rispettano
e quelle che non ne capiscono il valore.
Torniamo alla storia della sposa che è tornata in lacrime nella casa del padre. Se voi foste
stati i suoi genitori e foste andati in tribunale per risolvere i suoi problemi e aveste detto:”Nostro
genero non lascia che nostra figlia vada a lavorare, non lascia che esca di casa, non lascia che venga
a trovarci” e ancora “La casa che ha scelto per nostra figlia è insopportabile per lei; lui non permette
che nostra figlia malata venga operata in ospedale” e cose simili e se aveste avuto in risposta:
“Bene, questo è il diritto dell’uomo” sicuramente vi sareste chiesti stupiti: “Chi ha dato all’uomo
tali diritti?” La risposta è semplice: “La legge”. La legge ha messo vostra figlia in questa situazione
difficile, ma è anche colpa vostra. Senza pensarci troppo avete consegnato vostra figlia a qualcuno
che è capace di tenerla prigioniera in casa, qualcuno che, in caso di malattia, può impedirle di
curarsi, qualcuno che può portarle via i figli e che, se lo desidera, può torturarla e ucciderla, un
partner che, se ha problemi psicologici e sospetta che sua moglie lo tradisca, può ucciderla con
tranquillità senza paura di una giusta punizione. Così, mandando vostra figlia nella sua “casa della
fortuna” l’avete resa schiava nelle mani di uno che ha il controllo della sua vita e della sua morte.
Pensate che storie come questa che vi abbiamo raccontato non siano comuni?
Sfortunatamente no. Tutti gli omicidi che avvengono in famiglia e di cui parlano i giornali
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affondano le radici nella debolezza del sistema delle leggi sulla famiglia e nella nostra debolezza
nel non conoscerle a sufficienza.
Per nostra sfortuna, invece di confidare nella protezione della legge, noi confidiamo nelle
tradizioni , nei costumi e nell’integrità dello sposo e domandiamo una somma straordinaria per il
mehr di nostra figlia. Troviamo strano specificare nel contratto prematrimoniale (aghd) che nostra
figlia ha diritto a divorziare. Nel frattempo, se marito e moglie incontrano difficoltà nel loro
matrimonio, la moglie, pur di liberarsi dall’inferno della vita familiare,rinuncerà al mehr molto
facilmente e poi, per ottenere il divorzio, dovrà affrontare aule di tribunale e burocrazia così a lungo
che vorrà togliersi la vita.
C’è un modo per impedire questa calamità: è necessario che tutti noi – donne e uomini,
madri e padri, sorelle e fratelli che hanno a cuore l’amore dei propri cari – smettiamo di sognare.
Dobbiamo darci da fare per scoprire ciò che le leggi – che governano la vita delle nostre spose e
figlie e di conseguenza quella delle nostre famiglie – dicono davvero. Dobbiamo riempire tutti gli
spazi vuoti nelle leggi dei nostri contratti di matrimonio e poi dobbiamo lottare per ottenere leggi
giuste per tutte le persone che vivono nel nostro Paese così che noi tutti possiamo godere di una vita
migliore e più pacifica, una vita dove poter essere felici del matrimonio di nostra figlia, sicuri che
lei e il suo sposo vivranno sani e sereni invece di condividere una vita d’inferno.
Alcune leggi ingiuste:
1 MATRIMONIO (1)
In Iran il matrimonio è un’istituzione importante che ha un impatto notevole sulla vita delle
donne. Tuttavia, se sfogliamo il Codice civile dell’Iran, possiamo notare come il matrimonio, che si
suppone essere la “dolcezza” della vita, talvolta crei problemi fisici e mentali alle donne che
vivranno per sempre nell’amarezza.
Il primo passo che una donna deve fare nel matrimonio, secondo le leggi vigenti, è
soddisfare “la condizione del consenso del padre”. Se un padre non vuole che sua figlia si sposi,
questa , anche se è una professoressa universitaria quarantenne, non potrà mai sposarsi senza
l’approvazione del tribunale. Infatti, per sposarsi, le donne vergini devono avere il permesso del
padre o del nonno paterno. Se questi non danno il consenso, possono annullare il matrimonio
tramite tribunale anche dopo che il matrimonio è stato contratto.
Alcuni mettono in relazione la filosofia di questo atto con il rispetto che è dovuto al padre.
Tuttavia ci chiediamo:”Perché soltanto le figlie devono portare rispetto al padre? Perché i figli non
sono costretti a rispettare il padre? E cosa ancor più importante, perché si deve portare rispetto
soltanto al padre? Perché si dimentica di rispettare la madre e non si richiede il suo consenso al
matrimonio?”
Con il permesso del tribunale, un padre può maritare sua figlia non ancora tredicenne con un
vecchio di 70 anni. Grazie a questa legge ingiusta in molte regioni del nostro Paese, specie nei
villaggi rurali, si contraggono matrimoni tra giovanissime e anziani. La “legge” ha dato questo
diritto al padre!
L’età minima legale di matrimonio per le femmine, prevista dal nostro codice, è 13 anni e
ciò ha creato molti problemi alla nostra società. Una ricerca svolta nella contea di Booshahr ha
rilevato che il 70% dei matrimoni finiti in divorzio è avvenuto tra mogli e mariti sposatisi giovani
tra i 15 e i 19 anni di età.
Disgraziatamente in Iran la donna con il matrimonio, in cambio del mehr , scritto in cifre
nel contratto, perde tanti dei suoi diritti, per es. la possibilità di decidere dove vivere, di viaggiare,
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di uscire dal Paese, di andare a lavorare senza il permesso del marito.
Secondo la legge, la donna deve vivere dove vive il marito. Se lui trova lavoro in un’altra
città e la moglie non lo vuole seguire, ha diritto di sposarsi con un’altra. Possiamo vedere queste
ingiustizie intorno a noi tutti i giorni.
La donna sposata ha il dovere di soddisfare sessualmente il marito anche se lei non lo
desidera. Tali leggi discriminatorie possono ingenerare paura di sposarsi nelle ragazze giovani.
Il capo famiglia è il marito. Le donne iraniane non possono sposare un cittadino non
iraniano senza il permesso del Ministero degli Interni. Questa limitazione non esiste per gli uomini.
La Legge matrimoniale ha molte sfaccettature. Nessuna donna può sapere come sarà la sua
vita matrimoniale anche se all’inizio è buona,perché condizioni come la vecchiaia, la malattia o
l’improvvisa ricchezza del marito possono creare molti problemi.
2 DIVORZIO (3)
Secondo la legge, il divorzio è diritto esclusivo dell’uomo, perciò un marito può divorziare
dalla moglie quando gli piace.
Se è la moglie a chiedere il divorzio, essa deve provare che il marito è colpevole di cattiva
condotta: non paga le spese per mantenerla, è drogato, è in carcere, ecc. Sappiamo bene che provare
cose simili in tribunale è difficile. Nella maggior parte dei casi la moglie arriva al dunque solo dopo
molti anni di procedure legali e molte altre volte le donne semplicemente preferiscono perdere il
loro mehr pur di liberarsi dalle molestie e dagli abusi domestici dei loro mariti.
Una ricerca svolta nella città di Qom mostra che il 91% delle donne divorziate non ha
reclamato il mehr per intero e in molti casi di divorzio consensuale la moglie ha rinunciato ai suoi
diritti finanziari per assicurarsi il consenso del marito. In molti altri la moglie ha anche pagato tutte
le spese di divorzio. Da una prospettiva religiosa, risulta chiaramente che una donna può ottenere il
divorzio facilmente se rinuncia al suo diritto al mehr, ma la legge iraniana ha aggiunto la clausola
“deve ottenere il consenso del marito” al divorzio; così se una donna iraniana vuole il divorzio,
deve non solo perdere il mehr ma anche avere il consenso del marito.
Una visita al tribunale della famiglia vi mostrerà che quando un uomo chiede il divorzio,
mette sua moglie sotto pressione affinché gli lasci il suo mehr e se sarà lei a chiedere il divorzio,
perderà i piccoli diritti che aveva.
3 DIRITTO DI CUSTODIA DEI FIGLI
Nella nostra legge, hezanat (cura giornaliera) e tutela dei figli hanno due significati
differenti. Hezanat significa prendersi cura di un figlio, tutela significa: protezione, gestione degli
affari finanziari, decisioni relative all’educazione, determinazione del luogo dove vivere, permesso
di lasciare il paese, espressione di opinioni, concessioni di cure mediche e altri affari.
Secondo il Codice civile iraniano una madre non può mai essere avvocato del proprio figlio.
Anche nel caso in cui padre e nonno paterno siano assenti, essa non avrà la tutela del figlio, ma
potrà solo prendersi cura di lui. Tuttavia, in questa situazione, la madre può esercitare il suo diritto
di tutela sotto la diretta sorveglianza dell’agenzia di sostegno dei figli (Procuratore generale).
Anche il diritto di vendere la proprietà del figlio sottostà alla suddetta agenzia.
Una madre non può aprire nessun conto in banca a nome di suo figlio,né chiedere un
prestito, né comprare una casa per il figlio senza la firma del marito. Se una madre (con i propri
soldi) compra una casa per il figlio col consenso del padre, il padre può vendere o affittare questa
casa quando vuole e la madre non ha nessun diritto in materia.
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Se un figlio è all’ospedale malato e ha bisogno di un intervento chirurgico, è il padre che
deve dare l’autorizzazione a procedere; senza la firma del marito la madre non può chiedere al
dottore di operare suo figlio. Secondo la legge, custodia e tutela sono “destino manifesto” del padre.
Ciò significa che , anche volendolo, il padre non può concedere la tutela del figlio alla sua sposa.
4 NUMERO DELLE MOGLI (6)
Tra gli altri casi di disuguaglianza nella legge matrimoniale attuale c’ è la discussione sul
numero delle mogli. La legge prevede molte mogli per gli uomini, cioè un uomo può avere 4 aghdi
(sposate permanentemente) e un numero illimitato di sighehi (sposate temporaneamente).
Molte donne pensano che il loro marito sia così bravo che non farebbe mai una cosa simile.
Invece una visita al tribunale della famiglia mostra che molti mariti, magari nascondendolo alla
prima moglie, sfruttano ingiustamente questo loro “diritto”.
Questa legge, che non dà possibilità di divorzio alla donna ma solo all’uomo, ha causato
molti problemi nei rapporti familiari.
Una ricerca svolta in 15 stati del Paese ha mostrato che il 67% delle donne che hanno ucciso
il loro marito, lo hanno fatto perché il coniuge era loro infedele e il 33% per rappresaglia contro le
sue violenze.
Gli scoppi di questi conflitti familiari sono conseguenza delle vigenti leggi discriminatorie e
inadatte a favorire una convivenza corretta e civile tra uomo e donna.
5 L’ETA’ DELLA RESPONSABILITA’ PENALE (8)
L’età della responsabilità penale per le ragazze è 9 anni lunari (8 anni e 9 mesi solari) e per i
ragazzi 15 anni lunari ( 14 anni e 6 mesi solari). Di conseguenza se una bambina di 9 anni commette
un crimine, verrà trattata applicando ( e anche eseguendo) le leggi penali previste per un’adulta.
L’unica eccezione è che quella bambina sarà imprigionata od ospitata in un istituto di rieducazione
giovanile fino al compimento del diciottesimo anno di età quando l’esecuzione del verdetto potrà
essere espletata.
Si dovrebbe chiedere al legislatore se una bambina di 9 anni o piùSi dovrebbe chiedere al legislatore se una bambina di 9 anni o più sia così consapevole delle sue azioni da meritare di essere privata per un lungo periodo della vita che sta vivendo.
6 LA CITTADINANZA (9)
La cittadinanza è un importante titolo giuridico. Nel mondo attuale la cittadinanza ha un ruolo fondamentale, essa determina i rapporti tra una persona e lo stato, determina la giurisdizione in cui una persona può sposarsi, essere punita, avere proprietà, ecc.
Secondo la legge iraniana una donna non può trasferire la sua cittadinanza al proprio figlio. Se il padre è iraniano, anche il figlio lo è, ma se la madre è iraniana e il padre , per esempio, afgano, il figlio non è considerato cittadino iraniano, perciò non può vivere in Iran.
Una ricerca mostra che circa 20000 bambini in Iran non hanno carta d’identità. Ciò significa che questi bambini non hanno diritto di vivere e di andare a scuola in Iran. La semplice ragione di questo è che le loro madri hanno sposato afgani senza ottenere l’autorizzazione del Ministero degli Interni. In alcuni casi anche una donna che sposa uno straniero perde la propria cittadinanza iraniana.
7 DIYEH (Soldi per sangue) (10)
Diyeh è la somma di denaro che un omicida o l’aggressore di una persona paga alla vittima o ai familiari della vittima.
Per la legge iraniana la vita di una donna vale la metà di quella di un uomo.
Ecco alcuni esempi delle conseguenze di questa legge: se un fratello e una sorella hanno avuto un incidente stradale ed entrambi hanno le gambe rotte, il risarcimento che il fratello riceve è doppio di quello della sorella. Se in seguito all’incidente muoiono, i soldi che la famiglia riceve per il figlio sono doppi di quelli che ricevono per la figlia.
Se una donna incinta di 5 mesi ha un incidente e muore, il risarcimento per la donna è la metà di quello per il feto di un maschio che aveva in grembo.
8 EREDITA’ (9)
Secondo la legge civile, dopo la morte del padre o della madre, i figli ricevono in eredità il doppio delle figlie.
Se un uomo sposato e con figli muore, la moglie eredita 1/8 della ricchezza del marito, ma se non ha figli la moglie eredita ¼ della ricchezza del marito. Va detto inoltre che le donne non possono mai ereditare terreni.
Se un uomo con più di una moglie muore, l’ottavo o il quarto dell’eredità va diviso tra le mogli.
Se, invece, muore una donna con marito e figli, il marito eredita ¼ delle ricchezze della moglie e , se non ha figli, il marito eredita la metà del patrimonio della moglie. In conclusione, un marito eredita il doppio di una moglie.
Peggio ancora, se una donna muore e non ha eredi oltre al marito, quest’ultimo eredita l’intero patrimonio della moglie,; ma se è un uomo a non avere eredi al di fuori della moglie, questa ottiene solo ¼ dell’eredità e il resto va allo Stato. Lo Stato, quindi, è per l’uomo più intimo della moglie con la quale ha vissuto una vita intera.
9 LE LEGGI CHE PROTEGGONO L’OMICIDIO D’ONORE (12)
Tra le leggi discriminatorie ce n’è una che permette all’uomo di uccidere, senza essere punito, la moglie scoperta a letto con un altro.
Questa legge lascia mano libera agli uomini di uccidere le donne.
Il 20% di omicidi nel nostro Paese sono legati alla sessualità e all’onore. Una ricerca ha evidenziato che il 90% di uxoricidi ha ucciso la moglie solo per presunta infedeltà. Infatti quando è stato loro chiesto se fossero sicuri dell’infedeltà della moglie, hanno risposto di no ,ma che ne avevano solo il sospetto.
La legge inoltre non ritiene responsabile un padre o un nonno paterno dell’uccisione intenzionale di una figlia. Se un padre uccide la figlia perché la sospetta di corruzione o altro, è esentato dalle pene standard per omicidio e il tribunale può infliggergli solo un massimo di 10 anni di prigione.
10 LA TESTIMONIANZA (13)
Ci sono alcuni crimini rispetto ai quali una donna non può testimoniare: sodomia, omosessualità, prostituzione e alcolismo.
Nei casi in cui la testimonianza di una donna è ammessa, la testimonianza di due donne equivale a quella di un uomo e di solito se una donna afferma di essere stata presente ad un incidente, la sua testimonianza non viene accettata se non è confermata da quella di almeno un uomo.
11 ALTRE LEGGI DISCRIMINATORIE (14)
Ci sono molte altre leggi discriminatorie nel sistema legislativo iraniano.
Nella nostra Costituzione una donna è riconosciuta come cittadina solo quando è madre (sposata), perciò nessuna legge la considera come persona in sé, indipendente.
1. La condizione “Rayal- e siyaasi” - che attualmente è stata considerata come “uomo in politica” –appare tra le condizioni per diventare Presidente. Ciò significa che una donna non può diventare Presidente del Paese.
2. Vestito obbligatorio per le donne, senza rispetto per il loro credo. Per es., le donne cristiane, la cui religione non richiede che vestano la hijab, saranno punite se non la indosseranno. Se scelgono di vestirsi in modo diverso da quello che le autorità giudicano opportuno, possono essere condannate e imprigionate.
3. Assicurazione sociale. Anche se le donne pagano per l’assicurazione la stessa somma che pagano gli uomini, i loro figli non possono beneficiare dell’assicurazione sulla salute o della pensione. Ciò significa che una madre, alla sua morte, non può contribuire in alcun modo al bene dei suoi figli.
4. La lapidazione è la terribile punizione prescritta dalle nostre leggi per chi commette adulterio. Questa punizione è generalmente inflitta soltanto alle donne, perché per legge un uomo può avere un numero illimitato di mogli temporanee (sigheh) e quindi può sempre affermare che la donna (nubile) con la quale ha avuto una relazione sia in realtà una sua moglie temporanea.
PERCHE’ VOGLIAMO RACCOGLIERE “UN MILIONE DI FIRME” PER CAMBIARE LE LEGGI DISCRIMINATORIE?
Nel mondo e nella vita delle persone non c’è legge che non possa essere cambiata.
Secondo molti puristi, la legge è come un vestito: si cambia quando si ingrassa o si dimagrisce.
In molti Paesi del mondo giuristi e legislatori credono che la legge debba oltrepassare di un passo la Cultura per avere un ruolo positivo per la società, elevandone il livello culturale e lo standard di vita. Ciò significa che quando la cultura di una società avanza di un passo la legge deve farne due e cambiare. In questo modo la legge diventa uno strumento riformatore e di progresso culturale e sociale.
Sfortunatamente oggi nel nostro paese succede il contrario: la legge in Iran è arretrata rispetto la cultura media della società.
Anche se le donne hanno dimostrato il loro valore in diversi ambiti sociali ed economici, la lentezza delle leggi relative alle donne è estremamente discriminatoria e svantaggiosa per loro.
Le donne cercano di elevare il loro standard di vita e quello delle loro famiglie impegnandosi con profitto nell’ambito educativo e professionale, ma, per l’esistenza di queste leggi discriminatorie, molti di questi sforzi individuali non vanno a buon fine.
Forse è per questo motivo che le donne non si sono lamentate abbastanza per le leggi che stanno influenzando la loro vita e , se lo hanno fatto, è stato individualmente, perciò le loro lamentele non sono state sentite ovunque. Forse noi donne non abbiamo capito che i vantaggi per le donne sono inseparabili da quelli per gli uomini ei bambini.
Per rimuovere queste disuguaglianze noi – un gruppo di donne – abbiamo iniziato la campagna di raccolta di “Un milione di firme per cambiare le leggi discriminatorie” per mostrare che non solo un piccolo gruppo di donne iraniane, ma anche molti uomini e donne in Iran vogliono il cambiamento o la revisione di queste leggi.
Questa campagna e la sua larga diffusione mostreranno ai legislatori che le donne dell’Iran sono serie e tenaci nelle loro richieste.
La richiesta di revisione delle leggi discriminatorie non va contro l’Islam o la Sharia, ma piuttosto è in linea con gli impegni internazionali del governo iraniano che ha sottoscritto un accordo per rendere effettiva la convenzione internazionale dei diritti civili, politici e socio-economici.
Il primo passo di questa convenzione è rifiutare ogni tipo di discriminazione. Perciò, in linea con gli accordi internazionali stretti dal governo iraniano, ogni discriminazione deve essere abolita.
D’altronde la richiesta di cambiare o correggere queste leggi discriminatorie non è in contrasto con i fondamenti dell’Islam e non danneggia i pilastri della religione.
Le leggi che noi stiamo chiedendo di cambiare sono oggetto di controversia tra esponenti religiosi (del clero) e studiosi di religione. Molti studiosi, come l’Ayatollah Sanei o l’Ayatollah Bojnourdi e altre autorità religiose hanno preso in esame per molti anni tale richiesta e non ritengono che questa revisione sia contraria all’Islam . Essi credono che, considerando le circostanze di tempo e di luogo, la legge possa cambiare per essere in armonia con il livello culturale e con il ruolo delle donne in Iran.
Essi ritengono che nell’Islam ci siano “Precetti Secondari” secondo i quali, se un ordine preciso del Corano produce conseguenze secondarie dovute a circostanze di luogo e di tempo o se è giudicato ingiurioso nei confronti della società, è possibile sospenderlo o rimpiazzarlo temporaneamente con un’altra legge.
Nell’Islam, finchè persiste la circostanza o c’è convenienza, la sospensione della legge è sancita e accettabile.
L’Ayatollah Musavi Bojnourdi ha chiaramente detto:L’Islam non è assolutamente in contrasto con i diritti umani e non dice che un sesso è inferiore all’altro”. Secondo lui:”In una società islamica i diritti umani hanno significato. I diritti sono per il genere umano senza distinzione di sesso. Dio ha considerato questi diritti per gli esseri umani”.
Tuttavia queste leggi discriminatorie non cambieranno mai e continueranno a distruggere la vita delle donne se molte persone non ne chiederanno il cambiamento e se questa richiesta non verrà recepita dalle autorità e dai legislatori del Paese.
La raccolta di firme per far cambiare queste leggi ha proprio lo scopo di far arrivare questo messaggio alle autorità competenti.
Firmando il documento “Un milione di firme per il cambiamento delle leggi discriminatorie” e facendolo firmare dalle persone che vi avvicinano o spedendo il modulo che trovate alla fine di questo fascicolo, potrete contribuire a far fare un balzo in avanti a questa proposta e a migliorare così la vita delle donne iraniane.
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