Campagna " Un Milione di Firme"per chiedere l'abolizione delle leggi discriminatorie nel confronto delle donne iraniane , è nata il 27 Agosto del 2006 con 52 firmatari chiedendo l'abolizione delle leggi discriminatorie nel confronto delle donne e l'uguaglianza delle leggi nei confronti delle donne e degli uomini in Iran . Noi ,un gruppo delle attiviste della Campagna "Un Milione di Firme " In Italia sosteniamo le nostre sorelle in Iran .
lunedì 7 maggio 2012
Non sono una criminale! - Sei anni di carcere a Narges Mohammadi - Un appello
http://www.alexanderlanger.org/it/0/3326
La Fondazione Alexander Langer Stiftung denuncia la condanna a sei anni di carcere di Narges Mohammadi, iraniana, giornalista, vicepresidente e portavoce del Centro dei difensori dei diritti umani, presidente del comitato esecutivo del Consiglio Nazionale della pace e Premio Alexander Langer 2009. Narges Mohammadi è madre di due bambini ancora in tenera età ed è stata condannata a marzo dalla corte d'appello per il suo ruolo in prima linea nella lotta per la democrazia e i diritti umani in Iran. É stata incarcerata a Teheran il 21 aprile. La pittrice e attivista iraniana Parastou Forouhar, ospite in Sudtirolo il 3 e 4 maggio per presentare il suo libro “Das Land in dem meine Eltern umgebracht wurden” sostiene con la sua testimonianza l'appello per la liberazione di Narges Mohammadi e dei tanti altri “prigionieri di coscienza”.
“Non sono una criminale, non ho mai commesso peccati per cui chiedere perdono!”
Il 5 marzo 2012 Narges Mohammadi, Premio Langer 2009, è stata condannata dalla corte d'appello a sei anni di carcere per la sua attività in difesa dei diritti umani in Iran. “Non sono una criminale e non ho peccati da farmi perdonare”, così reagisce l'attivista iraniana alla notizia. Già nel 2011 era stata condannata a 11 anni di carcere per “essere coinvolta in attività contro la sicurezza nazionale, per la sua partecipazione al Centro dei difensori dei diritti umani e propaganda contro il regime”. Il ricorso in appello si è ora concluso con una riduzione della pena e l'incarcerazione avvenuta il 21 aprile. Narges Mohammadi ha due bambini ancora in tenera età.
La Fondazione Alexander Langer Stiftung si schiera al fianco della sua premiata, richiedendo la scarcerazione di Narges Mohammadi e di tutte le persone incarcerate per reati di opinione in Iran. “Queste persone, donne e uomini di ogni età, non rappresentano un pericolo per la sicurezza dell’Iran, bensì una ricchezza a cui l’Iran non può e non deve rinunciare per un vero sviluppo pacifico e democratico del paese” così Enzo Nicolodi, presidente della Fondazione Alexander Langer. A supporto di questo appello è stata avviata una raccolta di firme supportata da Human Rights International e Amnesty International.
Una vita dedicata alla lotta per i diritti in Iran
Nata nel 1972 a Zanjan, fin dagli anni universitari si attiva pubblicamente a favore del rispetto dei diritti delle donne e degli studenti. Nel 2001 sposa Taghi Rahmani, docente universitario, con cui ha due bambini. Subito dopo il matrimonio, Rahmani viene arrestato e passa due anni in detenzione. I ripetuti arresti del marito spingono Narges Mohammadi a denunciare la situazione dei detenuti per reati d’opinione. Per queste sue accuse viene incarcerata altre due volte. Da queste esperienze, Narges trae forza ed esperienza per assistere i dissidenti imprigionati e le loro famiglie.
Nel 2008 viene eletta presidente del comitato esecutivo del Consiglio Nazionale della pace in Iran che si oppone a ogni logica militare o terroristica. Il “National Peace Council” vuole far conoscere al mondo l’esistenza di “un altro Iran” che si impegna per costruire pace, sicurezza, stabilità, attraverso la tolleranza e l'amicizia. Nel 2009, quando riceve il premio Langer, Narges Mohammadi è stretta collaboratrice di Shirin Ebadi, Premio Nobel per la Pace nel 2003, e vicepresidente del Centro dei difensori dei diritti umani.
Attiviste esiliate, condannate e incarcerate e il Sudtirolo
Tantissimi sono gli attivisti e le attiviste iraniane in esilio in tutto il mondo, ben 52 sono le donne incarcerate in Iran per reati di opinione. Il Sudtirolo è in vari modi in contatto con questo mondo di dissidenza e lo sostiene. Parastou Forouhar, attivista e pittrice iraniana residente da tempo in Germania, il 3 e 4 maggio 2012 è ospite della Fondazione Alexander Langer per due serate a Bolzano (Teatro Cristallo ore 18.30) e a Merano (Frauenmuseum ore 19.30). In queste due occasioni presenta il suo libro “Das Land in dem meine Eltern umgebracht wurden”. Partendo dall’omicidio politico dei suoi genitori, avvenuto alla fine degli anni '90, l'artista racconta in queste pagine il suo percorso di attivista e le odissee dei suoi viaggi in Iran, dove si reca ogni anno per commemorare l’assassinio dei suoi genitori. Insieme ad altre attiviste residenti in Sudtirolo, tra cui Sabri Najafi e Ghita Sadegi, si schiera accanto a Narges Mohammadi, dandole supporto e coraggio per affrontare questi momenti così difficili. “Con questo appello vogliamo dare il nostro supporto a tutti i dissidenti dentro e fuori l’Iran che stanno soffrendo e lottando per conquistare i diritti e la democrazia nel nostro paese”. “Non è possibile citarli tutti – aggiunge Sabri Najafi - “ma vogliamo ricordare un'altra iraniana premiata in Sudtirolo con il Premio Human Rights International, Nasrin Sotoudeh, avvocatessa, difensore dei diritti umani, attiva contro la pena di morte ai minorenni, che è in prigione dal 2010”.