Campagna " Un Milione di Firme"per chiedere l'abolizione delle leggi discriminatorie nel confronto delle donne iraniane , è nata il 27 Agosto del 2006 con 52 firmatari chiedendo l'abolizione delle leggi discriminatorie nel confronto delle donne e l'uguaglianza delle leggi nei confronti delle donne e degli uomini in Iran . Noi ,un gruppo delle attiviste della Campagna "Un Milione di Firme " In Italia sosteniamo le nostre sorelle in Iran .
giovedì 23 dicembre 2010
حمایت زنان سیاه پوش ایتالیا از بیانیه شیرین عبادی برنده جایزه نوبل برای آزادی نسرین ستوده وکیل و فعال حقوق بشر که از بیش از سه ماه در زندان می با
http://donneinnero.blogspot.com/
ما "زنان سیاهپوش ایتالیا" به بیانیه شیرین عبادی برنده جایزه صلح نوبل میپیوندیم و از دولت ایران میخواهیم که نسرین ستوده
وکیل و فعال حقوق بشر را که از بیش از سه ماه در زندان به سر میبرد و برای سومین بار دست به اعتصاب غذا زده آزاد کند
.
نسرین ستوده از نظر دولت ایران سه جرم دارد
جرم راسخ بودن بر باورهایش
جرم دفاع از حقوق بشر
جرم داشتن جسارت در انتقاد از حکومت
شیرین عبادی همراه با ۶ تن از امضا کنندگان بیانیه آزادی نسرین ستوده، که در میان آنها شخصیتهای مهمی از فعالان حقوق زنان دیده میشوند، برای آزادی همکارشان نسرین ستوده که در زندان انفرادی در اوین بسر می برد، از روز ۲۰ دسامبر جلو دفتر سازمان ملل در ژنو اقدام به تحصن کرده اند.
جان نسرین ستوده وکیل مدافع حقوق بشری و فعال حقوق زنان ایران در خطر است. نسرین ستوده از ۱٣ شهریور به علت فعالیت های حقوق بشری خود دستگیر شد و بیش از ۱۰٣ روز است که در زندان به سر می برد. دادستان، این وکیل شجاع را به تبلیغ علیه نظام و اقدام علیه امنیت ملی متهم کرده است. با پایان یافتن تحقیقات مقدماتی و نیز ختم دادرسی، طبق قوانین ایران، حداکثر طی یک هفته می بایستی نسبت به اتهام ایشان اظهارنظر شود.
همچنین طبق مقررات ایران، پس از شروع محاکمه، نگهداری زندانی در سلول انفرادی ممنوع است. اما خانم ستوده از نخستین روز بازداشت تاکنون یعنی بیش از صد و سه روز، در سلول انفرادی به سر برده و به درخواست های مکرر او و وکلایش برای آزادی به قید وثیقه توجهی نشده است و در نتیجه خانم ستوده به اجبار در اعتراض به عدم رعایت قوانین از تاریخ ۱٣ آذر، دست به اعتصاب غذای خشک زده است. اما متاسفانه نه تنها به درخواست های قانونی وی ترتیب اثر داده نشده، بلکه اتهامات جدیدی همچون عدم رعایت حجاب اسلامی نیز از سوی مقام های قضایی متهم شده است. ما امضا کنندگان این بیانیه، جمعی از فعالان حقوق زنان که از سال ها قبل، افتخار همکاری با این وکیل شجاع را داشته یا از موکلان ایشان بوده ایم، به خاطر همددری با وی و اعتراض به تضییع حقوق قانونی اش، از تاریخ دوشنبه ۲۰ دسامبر در مقابل در ورودی سازمان ملل متحد در شهر ژنو آغاز به تحصن می کنیم.
ما از کلیه آزاداندیشان جهان، فعالان حقوق زن و از اعضای خانواده ی جهانی حقوق بشر درخواست داریم در همبستگی با این حرکت خواهران شان برای ازادی هر چه سریعتر نسرین ستوده به ما ملحق شوند و به هر شیوه ی ممکن، از پیوستن به تحصن گرفته تا ارسال ای میل و نامه ی اعتراضی به دولت ایران، یا تجمع در مقابل سفارتخانه های ایران در کشورهای مختلف یا به هر شیوه ی ممکن دیگری، ما را یاری کنند تا صدای حق طلبی همکار دربندکان را به گوش جهانیان برسانیم.
امضا کنندگان: شیرین عبادی، خدیجه ی مقدم، منصوره شجاعی، پروین اردلان، شادی صدر، آسیه امینی، محبوبه عباسقلی زاده
شیرین عبادی همچنین درخواست کرده است که سیل نامه نگاری را خطاب به مقامات ایران و دولتهای خودمان(ایتالیا) آغاز کنیم
می نوانید از این لینک برای امضا استفاده کنید
:
http://org2.democracyinaction.org/o/6160/p/dia/action/public/?action_KEY=4638
mercoledì 22 dicembre 2010
Una corsa contro la morte per Nasrin Sotoudeh
mercoledì 22 dicembre 2010
Una corsa contro la morte per Nasrin Sotoudeh
Per il regime iraniano, Nasrin Sotoudeh è 3 volte colpevole:
Colpevole di essere una donna di convinzione.
Colpevole di essere un avvocato attivo nella difesa dei diritti umani.
- Colpevole di osare a parlare contro il regime.
Shirin Ebadi e altre sei firmatarie dell’appello per la liberazione di Nasrin Sotoudeh, tra cui note figure attiviste per il diritto delle donne iraniane, hanno dichiarato che inizieranno un sit-in a partire dal 20 dicembre 2010 davanti agli uffici delle Nazioni Unite a Ginevra, fino al rilascio della loro collega Nasrin Sotoudeh dal carcere di Evin dove si trova in isolamento.
La vita di Nasrin Sotoudeh, l’avvocato e il difensore di diritti
umani, l’attivista per i diritti delle donne in Iran, è in grave
pericolo. Nasrin Sotoudeh è stata arrestata dalle autorità iraniane il
4 settembre 2010 per le sue attività per i diritti umani e ormai da
più di 103 giorni che si trova in carcere. Il procuratore ha accusato
questo coraggioso avvocato di attività propagandistiche contro il
regime e di attività contro la sicurezza nazionale. Secondo il codice
penale iraniano, i capi di imputazione devono essere formulati entro
un massimo di 7 giorni dopo la conclusione delle indagini preliminari.
Inoltre, secondo il codice penale iraniano, è illegale tenere il
detenuto in cella d’isolamento dopo che sono stati formulati i capi di
imputazione e dopo l’inizio de processo. Ma la signora Sotoudeh si
trova in una cella d’isolamento dal primo giorno del suo arresto, cioè
da più di 103 giorni e le ripetute richieste della stessa e del suo
avvocato in questo senso sono state ignorate. Di conseguenza, la
signora Sotoudeh ha deciso di cominciare lo sciopero di fame
protestando contro la non applicazione delle leggi e sta facendo lo
sciopero della fame e della sete dal 4 dicembre scorso.
Però, oltre ad ignorare le sue richieste, le autorità giudiziarie
hanno mosso nuove accuse contro di lei, accusandola, per esempio, di
non aver rispettato il velo islamico.
Noi, un gruppo di attiviste pei i diritti delle donne firmatarie di
questo comunicato, che da molti anni abbiamo l’onore di collaborare
con questa coraggiosa avvocatessa, o siamo state le sue assistite, per
esprimere la nostra solidarietà a Nasrin e in protesta contro la
violazione dei suoi diritti, cominceremo il sit-in davanti alla sede
dell’ONU di Ginevra a partire dal lunedì 20 dicembre prossimo.
Noi facciamo appello a tutti gli amanti della libertà, gli attivisti
per i diritti delle donne, tutti i membri della famiglia universale
dei diritti umani, invitandoli di unirsi a noi, chiedendo la
liberazione immediata di Nasrin sotoudeh, in qualsiasi forma
possibile, unendosi al nostro sit-in, inviando e-mail e le lettere di
protesta al governo iraniano, facendo sit-in davanti alle ambasciate
iraniani nei vari paesi, o qualsiasi altra forma possibile. Chiediamo
il vostro aiuto per far arrivare a tutto il mondo la voce della
giustizia per la nostra amica in carcere.
Firmatari: Shirin Ebadi, Khadijeh Mogaddam, Mansoureh Shojaee, ParvinArdalan, Shadi Sadr, Asieh Amini, Mahboubeh Abbasgholizadeh
Shirin Ebadi ha inoltre chiesto una valanga di lettere alle autorita' iraniane e ai nostri governi. Si puo' mandare una lettera da qui:
http://org2.democracyinaction.org/o/6160/p/dia/action/public/?action_KEY=4638
domenica 19 dicembre 2010
Sit-in davanti alla sede dell’ONU di Ginevra di un gruppo di attivisti per i diritti delle donne iranian
Sit-in davanti alla sede dell’ONU di Ginevra
di un gruppo di attivisti per i diritti delle donne iraniane
Liberate Nasrin Sotoudeh!
Comunicato stampa n. 1
Popoli amanti della libertà del Mondo,
La vita di Nasrin Sotoudeh, l’avvocato e il difensore di diritti umani, l’attivista per i diritti delle donne in Iran, è in grave pericolo. Nasrin Sotoudeh è stata arrestata dalle autorità iraniane il 4 settembre 2010 per le sue attività per i diritti umani e ormai da più di 103 giorni che si trova in carcere. Il procuratore ha accusato questo coraggioso avvocato di attività propagandistiche contro il regime e di attività contro la sicurezza nazionale. Secondo il codice penale iraniano, i capi di imputazione devono essere formulati entro un massimo di 7 giorni dopo la conclusione delle indagini preliminari.
Inoltre, secondo il codice penale iraniano, è illegale tenere il detenuto in cella d’isolamento dopo che sono stati formulati i capi di imputazione e dopo l’inizio de processo. Ma la signora Sotoudeh si trova in una cella d’isolamento dal primo giorno del suo arresto, cioè da più di 103 giorni e le ripetute richieste della stessa e del suo avvocato in questo senso sono state ignorate. Di conseguenza, la signora Sotoudeh ha deciso di cominciare lo sciopero di fame protestando contro la non applicazione delle leggi e sta facendo lo sciopero della fame e della sete dal 4 dicembre scorso.
Però, oltre ad ignorare le sue richieste, le autorità giudiziarie hanno mosso nuove accuse contro di lei, accusandola, per esempio, di non aver rispettato il velo islamico.
Noi, un gruppo di attiviste pei i diritti delle donne firmatarie di questo comunicato, che da molti anni abbiamo l’onore di collaborare con questa coraggiosa avvocatessa, o siamo state le sue assistite, per esprimere la nostra solidarietà a Nasrin e in protesta contro la violazione dei suoi diritti, cominceremo il sit-in davanti alla sede dell’ONU di Ginevra a partire dal lunedì 20 dicembre prossimo.
Noi facciamo appello a tutti gli amanti della libertà, gli attivisti per i diritti delle donne, tutti i membri della famiglia universale dei diritti umani, invitandoli di unirsi a noi, chiedendo la liberazione immediata di Nasrin sotoudeh, in qualsiasi forma possibile, unendosi al nostro sit-in, inviando e-mail e le lettere di protesta al governo iraniano, facendo sit-in davanti alle ambasciate iraniani nei vari paesi, o qualsiasi altra forma possibile. Chiediamo il vostro aiuto per far arrivare a tutto il mondo la voce della giustizia per la nostra amica in carcere.
Firmatari: Shirin Ebadi, Khadijeh Mogaddam, Mansoureh Shojaee, Parvin Ardalan, Shadi Sadr, Asieh Amini, Mahboubeh Abbasgholizadeh
domenica 12 dicembre 2010
La richiesta di Nasri Sotoudeh per smettere suo sciopero di fame" abolizione di tutti decisione ingiuste dalla autorita dal dopo elezioni presidenzial
Oggi Sabato 11 Dicembre Reza Khandan marito di Nasrin Sotoudeh ha potuto parlare telefonicamente con lei che da 100 giorni è in prigion e Evin in Teheran e continua suo sciopero di fame .
Reza dice: la salute di Nasrin sembrava peggiorata , non poteva parlare bene. Lei è ancora in sciopero di fame. L'ho chiesto cosa è esattamente la sua richiesta dalla'autorita per questo sciopero di fame.Lei ha detto :la mia richiesta è che tutti decisioni non giusti presi dopo le elezioni presidenziali dalla Tribunale vengano cancellate . IOo non ho nessuna richiesta per me'stessa. Lei aveva già parlato di questo anche prima . per favore difondete la notizzia velocemente.
رضا خندان می گوید
امروز شنبه 20 آذر نسرين تماس گرفت حالش خیلی بد بود ،به سختي ميتوانست صحبت كند
همچنان در اعتصاب غذاي خشك است از او به طور دقيقتر راجع به خواستهاش از مقامات قضايي در قبال اعتصاب غذا پرسيدم گفت كه "خواستهام لغو كليه احكام ناعادلانه بعد از انتخابات است و هيچ خواسته شخصي ندارم" او اين مورد را در آخرين ملاقات هم گفته بود
sabato 4 dicembre 2010
Iran: Legge sulla Protezione o contro la famiglia?
Sono due anni che l’Iran e il suo parlamento fanno parlare del Disegno di Legge sulla Protezione di Famiglia (DdlPF), che a sua volta fa lavorare insieme donne religiose, conservatrici e riformiste, e quelle secolari.
Il VI parlamento (2000-2004, riformista) iraniano aveva chiesto un disegno di legge per limitare la patria potestà, garantire uguali diritti in caso di eredità per uomo e donna, rendere possibile la trasmissione della cittadinanza materna ai propri figli, apportare modifiche al donativo nuziale (Mahr), affidare alla madre la custodia dei figli secondo il principio del bene (maslahat) della madre e del figlio considerando quindi l’età minima del figlio, agevolare le procedure della richiesta di divorzio da parte della donna e altre misure per sollevare lo status della donna all’interno della famiglia.
Il disegno di legge è stato chiesto al Centro della Partecipazione delle Donne che a sua volta ha coinvolto gli studiosi e i teologi dell’università Mofid di Qom per adeguare le modifiche richieste ai precetti della religione islamica. Il VI parlamento, però, non riuscì a concludere i lavori in tempo.
Con l’elezione di Mahmud Ahmadinejad, nel 2005, e l’inasprimento del rapporto tra la classe politica conservatrice al potere e la società civile, le donne divengono, ancora una volta, principale oggetto dell’icona moralizzante del nuovo presidente.
La Commissione Cultura del VII parlamento (2004-2008), il 26 agosto 2007, approva un diverso Disegno di Legge sulla Protezione di Famiglia (DdlPF) senza considerare la richiesta di innalzamento dello status della moglie all’interno della famiglia; da allora non sono mancate le proteste per le modifiche apportate a tale DdlPF che le attiviste politiche e sociali considerano un “Ddl contro la famiglia”.
L’Âyatollâh Yusef Sanei, voce autorevole del riformismo religioso, emette una fatwâ in riferimento all’articolo 23 e considera “un atto ḥarâm e ingiusto quello dell’uomo che decide di prendere una seconda moglie senza il permesso della prima”.
Rafat Bayat, deputata del VII parlamento (2004-2008), spiega che il DdlPF è contro il pensiero del fondatore della Repubblica Islamica, l’âyatollâh Khomeini, e mira a distruggere le fondamenta della famiglia.
Maryam Behruzi, responsabile della “Società Zeynab” (un’organizzazione non governativa e conservatrice), in una lettera al parlamento, considera pericoloso il DdlPF.
La commissione donne del “Fronte di partecipazione dell’Iran Islamico”, dell’“Ordine dei difensori dei diritti umani”, e dell’“Associazione delle neo-intellettuali musulmane”, hanno organizzato tavole di discussione dal titolo “No al DdlPF”.
Oltre cento avvocati, in una lettera, chiedono al parlamento di mettere fuori dal programma del governo il DdlPF.
Faezeh Hashemi, deputata del V parlamento, figlia dell’âyatollâh Akbar Hâshemî Rafsanjânî, in un’intervista ad uno dei siti della “Campagna di un milione di firme”, esprime così la sua protesta: “Come mai la donna può diventare avvocato e ministro, mentre nella famiglia è considerata inferiore e secondo sesso?”
La dottoressa Nahid Tavassoli, responsabile capo della rivista letteraria Nafeh, in un’intervista con uno dei siti della “Campagna di un milione di firme” spiega che il DdlPF è stato creato in un’atmosfera maschile che considera solamente le ragioni dell’uomo.
Questo perché, nella Commissione Giustizia come nella Commissione Cultura del parlamento, mancano le figure femminili. Lei esprime il suo disappunto per l’assenza dello spirito di giustizia („edalat) dell’islam nel DdlPF.
La protesta è generale, e il parlamento è costretto ad apportare modifiche ad alcuni articoli, per l’esattezza al 23, che aboliva la necessità del permesso della prima moglie al marito per sposarne una seconda, e l’articolo 25, che prevedeva una tassa, sul donativo nuziale, spettante alla moglie al momento del matrimonio.
Il 24 maggio 2010, la Commissione Giustizia propone il nuovo DdlPF suddiviso in sei capitoli, per complessivi 59 articoli (l’ultimo contiene gli undici articoli di legge precedenti che perderanno la validità in caso il DdLPF venga trasformato in legge).
Continuano le proteste anche durante questo secondo turno di discussione sul DdLPF. Le attiviste, islamiche e secolari, continuano ad organizzare eventi e seminari al riguardo, invitando esperti e deputati.
I gruppi particolarmente attivi sono:
Campagna di un milione di firme http://www.we-change.org/ ;
feministschool.com/
Focus on Iranian Women
Il sito che offre informazioni legali sul matrimonio, sui notai incaricati della registrazione del matrimonio ;
La rete delle donne iraniane che fornisce notizie sulla situazione politico- sociale delle donne
Per maggiori informazioni sul DdLPF è possibile consultare il sito www.fairfamilylaw.info
Nota informativa- Il dibattito sulla LPF inizia quando nel 1967 Mohammad Reza Pahlavi (l‟ultimo Shah dell‟Iran), come segno di modernizzazione del paese, decise di adottare delle misure legali per restringere il potere maschile all‟interno della famiglia limitando i poteri del marito all‟interno del matrimonio.
In base a tale “Legge” il marito, per avere una seconda moglie, necessitava sia del permesso della Corte (o di un tribunale di famiglia) sia del consenso della prima moglie: una regola atta a limitare la poligamia. Al fine di evitare i ripudi facili da parte dei mariti, la “Legge” prevedeva la decisione del tribunale, per cui, anche per la custodia dei figli, bisognava rivolgersi a questo organo che avrebbe deciso nell‟interesse del bambino.
Due settimane dopo essere salito al potere, l‟âyatollâh Khomeini, nel segno del successo della religione e della tradizione islamica sull‟ideologia modernizzatrice dei Pahlavi, abolisce la LPF e con ciò toglie i limiti sulla poligamia, ripristina il divorzio unilaterale per l‟uomo, sopprime la custodia dei figli alle donne divorziate, abbassa l‟età minima del matrimonio per le ragazze prima a 13 e poi a 9 anni; stabilisce l‟interdizione della moglie di uscire di casa o di viaggiare senza l‟autorizzazione del marito; istituisce l‟obbligo della sottomissione alla volontà del marito, tamkîn; la donna che rifiuta di sottomettervisi è colpevole di nâshezeh e incorre nelle sanzioni penali previste dalla giurisprudenza islamica (fiqh).
L‟interdizione riguarda anche la professione di giudice perché, in accordo con la tradizione islamica, la debolezza delle donne impedisce loro di controllare la propria emotività ed esprimere di conseguenza un giudizio valido.
In merito alle funzioni religiose, a causa dell‟impurità derivante dal ciclo mestruale, le donne non possono dirigere la preghiera del venerdì, emanare delle fatwâ o diventare la mujtahid o faqîh.
Alcune misure abolite della LPF sono state ri-adottate durante i primi anni della rivoluzione grazie all‟impegno delle stesse donne islamiche presenti nel governo e, durante il periodo di riformismo (1997-2005), con la presidenza di Mohammad Khatami, sono state prese altre misure, atte a sollevare lo status della moglie e a proteggere la donna all‟interno della famiglia.
giovedì 18 novembre 2010
Donne dell'altro mondo
www.ilparere.net/joomla/index.php?option=com_content&view=article&id=157:donne-dellaltro-mondo&catid=36:societa&Itemid=66
Davide Ilarieti
La fiera di libri per ragazzi "Leggere e volare" è giunta alla diciannovesima edizione. Davanti alla statua del Garibaldi della Lizza il tendone attrezzato pieno di ogni tipo di libri con figure, interattivi, tridimensionali, è frequentato ogni giorno da decine di clienti e curiosi. A questo capannone ne è annesso un secondo. Al suo interno sono istallate tre mostre, una sul tema della fiaba, illustrato da alcune allieve della scuola d'arte "Duccio di Boninsegna", una del pittore Lorenzo Mattotti sulla storia di Hansel e Gretel; la terza mostra consiste di una serie di gigantografie di personaggi femminili di varia etnia. Quello che queste donne sembrano avere in comune è una certa aria di serietà. Appunto venerdì scorso (12 novembre n.d.r.) si è tenuta all'interno del capannone una riunione di personaggi femminili, alcuni dei quali comparivano nelle gigantografie. La cosa è stata organizzata così. Gli interventi sono stati distribuiti in due tavoli successivi. Le donne erano quasi tutte iraniane e parlavano in persiano: siccome il tutto veniva ripreso da un operatore, che poi avrebbe spedito il materiale a un'emittente americana che trasmette anche in Iran, una delle donne aveva insistito per non comparire allo stesso tavolo con le altre. Non voleva comprometterle, dal momento che è ricercata in Iran per motivi politici. Così si sono fatti i due tavoli e l'operatore - uno dei pochi uomini nel capannone - ha filmato la prima parte dell'evento, che si è svolta nel modo seguente.
La signora Sabri Najafi, responsabile per l'Italia della campagna di raccolta di firme Un Milione di Firme per la rivendicazione dei diritti delle donne iraniane (www.milionedifirme.blogspot.com), ha letto alle signore Pellegrini (assessore provinciale) e Mattei (curatrice della mostra fotografica "Re-sisters" e organizzatrice dell'evento) una lettera d'appello per la liberazione della signora Nasrin Sotoudeh. Questa avvocatessa iraniana, procuratrice dei difensori dei diritti civili nel suo paese, da settembre di quest'anno è stata costretta ad unirsi ai più di quaranta suoi assistiti nella prigione di Evin a Teheran, con l'accusa di attività "nocive alla sicurezza dello Stato" - una via traversa che l'ha portata, proprio nel mese in cui cadeva il ramadan di quest'anno, a riscoprire il Quinto Pilastro dell'Islam. Il suo digiuno dura da settanta giorni e dovrebbe ormai averla resa abbastanza diversa dalla donna che in una fotografia appesa dietro al tavolo della riunione era ritratta sorridente con in mano una statuetta della Dea con la Bilancia (la Giustizia).
La signora Parvin Ardalan, la donna "ricercata" seduta di fianco a Sabri Najafi, è destinataria dal 2007 di un mandato di arresto per "reati contro la sicurezza dello Stato" di natura analoga a quelli di Nasrin Sotoudeh. Dopo aver mostrato un video delle proteste femminili di cui è stata una delle principali organizzatrici, ha fatto il punto degli sviluppi politici e culturali del Paese descritto da Erodoto e Senofonte.
Ebbene, come è noto, quello che i greci chiamavano spregiativamente il "paese dei non liberi" ha adottato nel corso del novecento il modello della democrazia greca, senza che il potere degli Ayatollah e la condizione delle donne ne risentissero molto. A partire dalla rivoluzione islamica del 1979 le donne hanno perso il diritto alla custodia dei figli e al divorzio, sono escluse da carriere in campo giuridico, politico, commerciale e scientifico e costrette a portare lo chador; a partire dal 2001 sono le principali protagoniste delle proteste pubbliche in tutto il Paese e a Parigi, a Bruxelles, Amburgo, si riuniscono in librerie intitolate ad eroi riformisti che fungono anche da case editrici, in centri culturali, in conferenze di protesta, in associazioni: ecco ad esempio la signora Fatemeh Resi, venuta da Dortmund in rappresentanza della "associazione delle Madri di Park Laleh", che prende il nome dal parco di Teheran dove si riuniscono le madri dei prigionieri politici per commemorare insieme i loro figli come dei morti.
La signora Resi ha raccontato (nella seconda fase della riunione) che una ventina di queste madri sono state a loro volta rinchiuse nel carcere di Evin. Alla fine degli interventi, le signore hanno ribadito il proprio accordo su tre punti, prima di andarsene ognuna per la sua strada:
- che tutti i prigionieri politici dovrebbero essere rilasciati
- che la pena di morte e la lapidazione dovrebbero essere abolite
- che i responabili delle repressioni almeno degli ultimi 31 anni andrebbero processati.
">La fiera di libri per ragazzi "Leggere e volare" è giunta alla diciannovesima edizione. Davanti alla statua del Garibaldi della Lizza il tendone attrezzato pieno di ogni tipo di libri con figure, interattivi, tridimensionali, è frequentato ogni giorno da decine di clienti e curiosi. A questo capannone ne è annesso un secondo. Al suo interno sono istallate tre mostre, una sul tema della fiaba, illustrato da alcune allieve della scuola d'arte "Duccio di Boninsegna", una del pittore Lorenzo Mattotti sulla storia di Hansel e Gretel; la terza mostra consiste di una serie di gigantografie di personaggi femminili di varia etnia. Quello che queste donne sembrano avere in comune è una certa aria di serietà. Appunto venerdì scorso (12 novembre n.d.r.) si è tenuta all'interno del capannone una riunione di personaggi femminili, alcuni dei quali comparivano nelle gigantografie. La cosa è stata organizzata così. Gli interventi sono stati distribuiti in due tavoli successivi. Le donne erano quasi tutte iraniane e parlavano in persiano: siccome il tutto veniva ripreso da un operatore, che poi avrebbe spedito il materiale a un'emittente americana che trasmette anche in Iran, una delle donne aveva insistito per non comparire allo stesso tavolo con le altre. Non voleva comprometterle, dal momento che è ricercata in Iran per motivi politici. Così si sono fatti i due tavoli e l'operatore - uno dei pochi uomini nel capannone - ha filmato la prima parte dell'evento, che si è svolta nel modo seguente.
La signora Sabri Najafi, responsabile per l'Italia della campagna di raccolta di firme Un Milione di Firme per la rivendicazione dei diritti delle donne iraniane (www.milionedifirme.blogspot.com), ha letto alle signore Pellegrini (assessore provinciale) e Mattei (curatrice della mostra fotografica "Re-sisters" e organizzatrice dell'evento) una lettera d'appello per la liberazione della signora Nasrin Sotoudeh. Questa avvocatessa iraniana, procuratrice dei difensori dei diritti civili nel suo paese, da settembre di quest'anno è stata costretta ad unirsi ai più di quaranta suoi assistiti nella prigione di Evin a Teheran, con l'accusa di attività "nocive alla sicurezza dello Stato" - una via traversa che l'ha portata, proprio nel mese in cui cadeva il ramadan di quest'anno, a riscoprire il Quinto Pilastro dell'Islam. Il suo digiuno dura da settanta giorni e dovrebbe ormai averla resa abbastanza diversa dalla donna che in una fotografia appesa dietro al tavolo della riunione era ritratta sorridente con in mano una statuetta della Dea con la Bilancia (la Giustizia).
La signora Parvin Ardalan, la donna "ricercata" seduta di fianco a Sabri Najafi, è destinataria dal 2007 di un mandato di arresto per "reati contro la sicurezza dello Stato" di natura analoga a quelli di Nasrin Sotoudeh. Dopo aver mostrato un video delle proteste femminili di cui è stata una delle principali organizzatrici, ha fatto il punto degli sviluppi politici e culturali del Paese descritto da Erodoto e Senofonte.
Ebbene, come è noto, quello che i greci chiamavano spregiativamente il "paese dei non liberi" ha adottato nel corso del novecento il modello della democrazia greca, senza che il potere degli Ayatollah e la condizione delle donne ne risentissero molto. A partire dalla rivoluzione islamica del 1979 le donne hanno perso il diritto alla custodia dei figli e al divorzio, sono escluse da carriere in campo giuridico, politico, commerciale e scientifico e costrette a portare lo chador; a partire dal 2001 sono le principali protagoniste delle proteste pubbliche in tutto il Paese e a Parigi, a Bruxelles, Amburgo, si riuniscono in librerie intitolate ad eroi riformisti che fungono anche da case editrici, in centri culturali, in conferenze di protesta, in associazioni: ecco ad esempio la signora Fatemeh Resi, venuta da Dortmund in rappresentanza della "associazione delle Madri di Park Laleh", che prende il nome dal parco di Teheran dove si riuniscono le madri dei prigionieri politici per commemorare insieme i loro figli come dei morti.
La signora Resi ha raccontato (nella seconda fase della riunione) che una ventina di queste madri sono state a loro volta rinchiuse nel carcere di Evin. Alla fine degli interventi, le signore hanno ribadito il proprio accordo su tre punti, prima di andarsene ognuna per la sua strada:
- che tutti i prigionieri politici dovrebbero essere rilasciati
- che la pena di morte e la lapidazione dovrebbero essere abolite
- che i responabili delle repressioni almeno degli ultimi 31 anni andrebbero processati.
martedì 12 ottobre 2010
07/10/2010 Nasrin Sotoudeh in sciopero della fame dal 26 settembre 2010
Iran – Il 4 settembre 2010 Nasrin Sotoudeh, la nota avvocatessa iraniana, difensora dei diritti umani, veniva citata in Tribunale e successivamente arrestata. Da allora si trova nel carcere di Evin di Teheran. Human Rights International (HRI) considera Nasrin Sotoudeh una prigioniera ingiustamente detenuta proprio a causa della sua pluriennale attività a difesa delle vittime di violazioni nei diritti fondamentali della persona. Nella sua attività si è contraddistinta per aver assunto la difesa di diversi difensori dei diritti umani fondamentali che per il loro impegno nei confronti delle Autorità iraniane sono stati ingiustamente incarcerati e limitati nei loro diritti. E’ inoltre noto l’impegno della avvocatessa a difesa dei minori privi di mezzi, oggetto di violenza e condannati a morte. Inoltre si ricorda l’intervento nell’ ambito della campagna “One Million Signatures Campaign” contro la discriminazione delle leggi iraniane nei confronti delle donne, ed in particolare per quelle leggi che unilateralmente e ingiustamente riconoscono ai soli uomini diritti nell’ambito del matrimonio, della separazione e dell’affidamento dei figli.
Nel dicembre 2008, l’impegno e il coraggio della Sotoudeh, le sono valse un formale riconoscimento da parte di Human Rights International (HRI) con il premio “HRI-Premio dei diritti umani”.
Giunge ora un grido d’allarme dal marito: durante una breve telefonata interrotta dal carcere Nasrin ha comunicato allo stesso di avere intrapreso dal 26 settembre 2010 uno sciopero della fame.
HUMAN RIGHTS INTERNATIONAL (HRI) lancia un urgentissimo appello a tutte le Autorità e a tutti gli Amici dei diritti umani, per un impegno a favore di una sua immediata liberazione.
La sua salute e la sua vita sono in pericolo!
sabato 9 ottobre 2010
14 gironi passoano dal sciopero di fame di Nasrin Sotoudeh
Madre di questi due bambini(Nasrin Sotoudeh) è in prigione per che difendeva IO e TE, Noi cosa facciamo per lei?
Passano 14 giorni dal suo sciopero di fame , IO e TE per difendere suoi diritti cosa possiamo fare?
Loro Madre non rimasta in silenszio per le violazioni dei nostri diritti e ci ha appoggiato, noi rimaniamo in silenzio per le violazioni dei suoi diritti e solo guardiamo oppressione della regime nei suoi confronti ????!!!
Oggi è il nostro dovere che con tutta la nostra possibilità difendiamo NASRIN SOTOUDEH
مادر این دو بخاطر دفاع ازز حق من و تو 14 روز است که در اعتصاب به سر می برد، من و تو برای دفاع از حق او چه می توانیم کرد؟
مادر این دو هیچ گاه در برابر نقض حقوق من و تو ساکت ننشست و از ما حمایت کرد، آیا من و تو در برابر نقض حقوق او سکوت می کنیم و تنها نظاره گر ستم حاکمان بر او خواهیم بود؟!!1
امروز وظیفه ماست که با همه امکاناتمان از نسرین ستوده دفاع کنیم