Dal Sito Amnesty International
http://www.amnesty.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/1937
Iran: Delara Darabi a rischio di esecuzione imminente
Data di pubblicazione dell'appello: 17.04.2009
Status dell'appello: attivo
AU 98/09 - MDE 13/031/2009
E sito di Save Delara
http://savedelara.com/Delara_Paintings.html
Aggiornamento
Secondo fonti iraniane l'esecuzione di Delara potrebbe avvenire il 18 o il 20 aprile. Delara potrà salvarsi solo se l'intera famiglia della vittima accetterà il risarcimento in denaro.
L'avvocato di Delara Darabi, Abdolsamad Khorramshahi, teme che la sua cliente si trovi a rischio imminente di esecuzione. Ciò in seguito a una telefonata del 21 marzo scorso in cui Delara Darabi avrebbe riferito di indiscrezioni circolate nella prigione di Rasht, riguardanti l'imminente esecuzione della sua condanna a morte. Delara Darabi è detenuta nel carcere di Rasht, nel nord dell'Iran, sin dal 2003, quando è stata condannata a morte per un omicidio commesso quando aveva 17 anni.
Nel suo caso sono state percorse tutte le vie legali tuttavia, sia a livello nazionale che internazionale, è stato osservato che i processi a suo carico hanno subito diverse e assai lente revisioni. Ora, per impedire che venga eseguita la condanna, non resta che il diyeh, la procedura che offre un risarcimento in denaro alla famiglia della vittima in cambio del suo perdono. Tuttavia, sembra che almeno un parente della vittima sia ancora indeciso e non abbia per ora espresso il suo parere.
Nel settembre 2003, l'allora diciassettenne Delara Darabi, assieme al suo ragazzo di 19 anni, Amir Hossein Sotoudeh, entrarono nella casa della cugina 58enne del padre di lei per commettere un furto. Amir Hossein avrebbe ucciso la donna durante la rapina. Al fine di proteggere il suo fidanzato dall'esecuzione, la ragazza avrebbe inizialmente confessato l'omicidio, per poi ritrattare la sua confessione, dichiarando che Amir Hossein le aveva chiesto di confessare la sua responsabilità nell'omicidio per proteggerlo dall'esecuzione, ritenendo che la ragazza non potesse essere condannata a morte poiché minorenne.
Delara Darabi è stata condannata a morte in primo grado dalla 10a sezione del Tribunale generale di Rasht il 27 febbraio 2005. Nel gennaio 2006, la Corte suprema, avendo rilevato alcune inefficienze procedurali, ha deciso di rinviare il caso a una corte minorile di Rasht per un nuovo processo. Dopo due sessioni processuali, nel gennaio e nel giugno 2006, Delara Darabi è stata condannata a morte per la seconda volta dalla 107a sezione della Corte generale di Rasht. Amir Hossein Sotoudeh è stato condannato a 10 anni di carcere per complicità nell'omicidio. Entrambi sono stati condannati a tre anni di prigione e a 50 frustate per il reato di furto, oltre che a 20 frustate per "relazione illecita". La condanna a morte di Delara Darabi è stata confermata dalla Corte suprema il 16 gennaio 2007.
Nel marzo 2007, il suo avvocato è ricorso in appello contro la sua condanna a morte. Nell'aprile dello stesso anno la condanna è stata confermata dalla 7a sezione della Corte suprema, successivamente il verdetto è stato consegnato al Capo dell'autorità giudiziaria Shahroudi affinché si esprimesse in via definitiva. Nel dicembre 2007, dopo aver identificato errori procedurali, Shahroudi ha rimesso il caso alla Corte di Rasht per un'ulteriore revisione. Nel febbraio 2008, l'avvocato per i diritti umani Mohammad Mostafaie ha visitato Delara Darabi in prigione. Lei gli avrebbe confidato di essere molto depressa e stanca di attendere, anche per via delle insopportabili condizioni di prigionia.
Informazioni di base
Dal 1990, l'Iran ha messo a morte almeno 42 minorenni all'epoca del reato, otto dei quali nel 2008 e uno il 21 gennaio scorso. L'esecuzione di un condannato minorenne all'epoca del reato è proibita dal diritto internazionale, così come dichiarato nell'articolo 6(5) del Patto internazionale sui diritti civili e politici (ICCPR) e dalla Convenzione sui diritti dell'infanzia (CRC), dei quali l'Iran è stato parte e in base ai quali si è impegnato a non mettere a morte persone per crimini commessi quando erano minorenni all'epoca del reato. In questo paese, una persona condannata per omicidio non ha il diritto di chiedere allo stato il perdono o la commutazione della condanna, l'Iran viola così anche l'articolo 6(4) dell'ICCPR. Invece, la famiglia di una vittima di omicidio ha sia il diritto di insistere affinché la condanna venga eseguita, sia il diritto di perdonare l'omicida e ricevere un risarcimento economico (diyeh).
Per ulteriori informazioni riguardo le esecuzioni di minorenni in Iran è possibile consultare il rapporto: Iran: The last executioner of children (MDE 13/059/2007, giugno 2007)
Firma subito l'appello
Head of the Judiciary
Ayatollah Mahmoud Hashemi Shahroudi
Howzeh Riyasat-e Qoveh Qazaiyeh
Pasteur St., Vali Asr Ave., south of Serah-e Jomhouri
Tehran 1316814737
Islamic Republic of Iran
Eccellenza,
le scriviamo in quanto soci e sostenitori di Amnesty International, organizzazione non governativa che lavora dal 1961 in difesa dei diritti umani, ovunque siano violati.
Le chiediamo di rivolgere la sua attenzione al caso di Delara Darabi, di anni 22, la quale si trova nell'imminente rischio di essere messa a morte per un reato commesso quando aveva meno di 18 anni.
Esprimiamo la nostra profonda preoccupazione circa il fatto che Delara Darabi possa avere subito un processo iniquo. Per questo, le chiediamo di rivedere il suo caso, secondo procedure che rispettino gli standard internazionali sul giusto processo e in linea con la Convenzione sui diritti dell'infanzia (CRC).
In particolare, le chiediamo di assicurare che vengano sempre rispettati tutti gli standard internazionali sul giusto processo, in linea con il Patto internazionale sui diritti civili e politici (ICCPR) e con la Convenzione sui diritti dell'infanzia (CRC), dei quali l'Iran è Stato parte, che proibiscono l'uso della pena di morte nei confronti di persone condannate per reati commessi quando avevano meno di 18 anni.
Per tutti questi motivi, la sollecitiamo a commutare la condanna a morte di Delara Darabi.
La ringraziamo per l'attenzione.