Campagna " Un Milione di Firme"per chiedere l'abolizione delle leggi discriminatorie nel confronto delle donne iraniane , è nata il 27 Agosto del 2006 con 52 firmatari chiedendo l'abolizione delle leggi discriminatorie nel confronto delle donne e l'uguaglianza delle leggi nei confronti delle donne e degli uomini in Iran . Noi ,un gruppo delle attiviste della Campagna "Un Milione di Firme " In Italia sosteniamo le nostre sorelle in Iran .
domenica 18 gennaio 2009
Shirin Ebadi: dura condanna del Parlamento Europeo all'Iran
Scritto da Elisa Arduini
Sul sito:
http://www.secondoprotocollo.org/index.php?option=com_content&task=view&id=1596&Itemid=1
Sono servite le pressioni sul Parlamento Europeo fatte dalle organizzazioni per la difesa dei Diritti Umani (tra le quali Secondo Protocollo) affinché si pronunciasse con estrema decisione sulla situazione venutasi a creare in Iran in merito a Shirin Ebadi, premio Nobel per la pace e direttrice del Circolo dei difensori dei Diritti Umani, una situazione che ci ha fatto temere per la sua incolumità.
Con una risoluzione emessa il 15 gennaio 2009 il Parlamento Europeo condanna fermamente le persecuzioni e le minacce perpetrate dal regime dei Mullah ai danni di Shirin Ebadi e, come chiesto di recente da una coalizione di organizzazioni per la difesa dei Diritti Umani tra le quali Secondo Protocollo, esprime una grave preoccupazione per l'intensificarsi delle repressioni ai danni dei difensori dei Diritti Umani in Iran.
Molto indicativo il passaggio della risoluzione dove si sostiene che la chiusura del Circolo dei difensori dei Diritti Umani “non è solo un attacco a Shirin Ebadi e ai difensori dei Diritti Umani in Iran, ma è un attacco a tutta la comunità internazionale dei Diritti Umani di cui Shirin Ebadi è leader e un influente membro”.
La risoluzione prosegue denunciando che ci sono prove che le autorità iraniane hanno intensificato le persecuzioni contro Shirin Ebadi in seguito ai suoi contatti con funzionari delle Nazioni Unite e più in particolare con funzionari dell'Alto Commissariato per i Diritti Umani, ai quali Shirin Ebadi ha consegnato il 2 ottobre 2008 un dettagliato rapporto sulla situazione dei Diritti Umani in Iran.
I deputati chiedono con forza all'Iran di porre fine alle persecuzioni e alle minacce ai danni di Shirin Ebadi, di autorizzare la riapertura del Circolo dei difensori dei Diritti Umani e di consentire alle organizzazioni per la difesa dei Diritti Umani di poter operare liberamente. Il Parlamento Europeo ribadisce infine la propria preoccupazione per quanto riguarda la persecuzione e l'incarcerazione di cittadini che si dedicano alla difesa dei diritti umani e in particolare contro la pena di morte e che per questo vengono accusati dai Mullah di fare “attività contro la sicurezza nazionale”. In particolare si fa riferimento al caso di Mohammad Sadiq Kaboudvand, un prigioniero di coscienza la cui situazione di salute si è ulteriormente aggravata a causa delle durissime condizioni di detenzione alle quali e sottoposto.
ll Parlamento Europeo non fa riferimento, in questo caso, alle torture alle quali è stato sottoposto Mohammad Sadiq Kaboudvand, lo diciamo noi giusto per non far dimenticare che non è la semplice detenzione a portare a queste condizioni estreme i detenuti per reati di coscienza che, lo ricordiamo, sono in gran parte donne le quali vengono incarcerate anche per il solo fatto di non vestirsi appropriatamente e che in carcere subiscono ogni genere di affronto (vedi il video sulle persecuzioni alle donne iraniane sul loro modo di vestire).
Questo primo importante passo del Parlamento Europeo deve essere comunque solo l'inizio di un irrigidimento delle posizioni europee nei riguardi del regime dei Mullah. Ancora c'è molta strada da fare per uscire dalla connivenza con il regime iraniano di molti Stati europei, primi tra tutti Gran Bretagna e Grecia, una connivenza troppo spesso dettata da interessi commerciali che nulla hanno a che fare con il supremo rispetto dei Diritti Umani, interessi che negli anni scorsi hanno portato a nascondere gli atti più deplorevoli che uno Stato democratico può commettere, come le deportazioni di dissidenti iraniani spesso tenute nascoste e il rimpatrio coatto di studenti iraniani fuggiti dalle persecuzioni alle quali erano soggetti.
Elisa Arduini