Dalla lettera del Fondazione Alexander Langer
Il settimanale incontro con il cinema iraniano, promosso dal Cineforum Bolzano e dalla Fondazione Alexander Langer, sarà ancora segnato dalle drammatiche notizie che vengono in questi giorni dall’Iran.
Il film in programma questo venerdì è Baran, di Majid Madidi 2001. Un profugo afgano in Iran lavora in nero in un cantiere edile. Non sopporta un nuovo giovane assunto, finché non fa una scoperta che gli cambia la vita.
Comunicato della Fondazione Alexander Langer:
Libertà per Narges Mohammadi, Taghi Rahmani e gli altri arrestati in Iran
Dopo l’ancora non ufficialmente motivato ritiro del passaporto a Narges Mohammadi, destinataria del premio Alexander Langer 2009, nella notte tra sabato e domenica scorsi, dopo il contestato esito delle elezioni presidenziali, si è aggiunto l’arresto del marito Taghi Rahmani, docente universitario molto stimato sia all’interno del paese che all’estero, che per sostenere le sue speranze in un Iran libero e democratico ha già trascorso in prigione un terzo della sua vita.
La Fondazione li aspetta con ansia a Bolzano, dal 2 al 5 luglio prossimi, per intervenire alla cerimonia di consegna del premio e al festival “euromediterranea”, quest’anno quasi interamente dedicato all’Iran con un confronto tra qualificati conoscitori della realtà politica e culturale iraniana, come i proff. Gianroberto Scarcia, Anna Vanzan, Dietmar Larcher, Anna Maria Gentili e i giornalisti/scrittori Giuliana Sgrena e Bijan Zarmandili.
Narges Mohammadi e Taghi Rahmani sono attesi anche a Roma, il 7 luglio, per un incontro con il presidente della Camera Gianfranco Fini, su iniziativa delle parlamentari nella Presidenza, così com’è divenuta tradizione con i precedenti premi Langer dal 1997 in poi, tra cui spiccano esponenti di un “islam plurale”, declinato prevalentemente al femminile, come l’algerina Khalida Toumi Messaudi, la kossovara Vjosa Dobruna, il palestinese Sami Adwan, la bosniaca di Srebrenica Irfanka Pasagic, la somala Maana Suldaan.
Per questo la Fondazione Alexander Langer unisce la sua voce a quella dei molti, singoli e rappresentanti di associazioni, che chiedono alle istituzioni internazionali di non lasciare inascoltate le richieste di legalità e di trasparenza sull’esito del voto, che vengono dall’interno del paese e che alle persone arrestate e ai mezzi d’informazione venga restituita la libertà di parola e di movimento. Con apprensione seguiamo, per quanto ci è possibile, le notizie che in questi giorni e in queste ore ci giungono da un Paese che abbiamo imparato a conoscere meglio nella sua complessità e ricchezza.
L'on. Pietro Marcenaro, presidente della Commissione diritti umani del Senato, ha presentato un'interrogazione a risposta orale al Ministro degli affari esteri
Premesso che:
la Fondazione Alexander Langer ha destinato il premio 2009 alla giornalista iraniana Narges Mohammadi;
Narges Mohammadi da anni si batte per l'uguaglianza delle donne e per i diritti di tutti i cittadini iraniani indipendentemente dal genere, dalle opinioni politiche e religiose. Vice Presidente del Centro dei difensori dei diritti umani è una stretta collaboratrice di Shirin Ebadi. Nel 2001 ha sposato Taghi Rahamani, docente universitario molto stimato sia all'interno del paese che all'estero anche lui impegnato nelle campagne per i diritti civili, più volte arrestato ha trascorso un terzo della sua vita in prigione;
Narges Mohammadi e Taghi Rahamani erano attesi in Italia dal 2 al 7 luglio per intervenire alla cerimonia di assegnazione del premio, al Festival "euromediterranea" e per un incontro con il presidente della Camera Gianfranco Fini;
nei giorni scorsi il regime iraniano, senza nessuna motivazione ufficiale, ha sospeso il passaporto di Narges Mohammadi e proceduto all'arresto del marito Taghi Rahamani.
Per sapere:
se l'onorevole ministro degli affari esteri non ritenga di farsi portavoce nei confronti delle autorità iraniane, per tramite dell'ambasciatore italiano a Teheran, della più viva protesta contro questa limitazione della libertà personale di Narges Mohammadi e Taghi Rahamani.
Roma, 17 giugno 2009
Shirin Ebadi, presidente del Centro difensori dei diritti umani (del quale Narges Mohammadi è vice-presidente e portavoce, ha rilasciato a Radio Free Europe una dichiarazione: le autorità indicano nuove elezioni, rilasciare tutti i fermati
Le autorità iraniane dovrebbero indire nuove elezioni presidenziali, con la presenza di osservatori internazionali, e rilasciare tutte le persone arrestate nel corso dei disordini scoppiati dopo l'esito del voto: lo ha dichiarato il premio Nobel per la pace Shirin Ebadi, intervistata dall'emittente Radio Free Europe.
"Il popolo iraniano ha espresso dei dubbi sull'esito delle elezioni e milioni di persone sono scese in strada per manifestare in modo estremamente pacifico: la risposta alle loro richieste è stata violenta, abbiamo contato numerosi morti e feriti", ha dichiarato Ebadi, che ha chiesto alle autorità il rilascio immediato e senza condizioni di tutti i fermati. Secondo Ebadi nella situazione attuale un riconteggio dei voti sarebbe inutile: "Occorre indire nuove elezioni, questa volta sotto la sorveglianza delle organizzazioni internazionali in modo da far sì che tutti i partecipanti accettino l'esito del voto come espressione dell'effettiva volontà popolare".
Il Premio Nobel per la pace ha espresso l'auspicio che "la razionalità abbia la meglio e le richieste del popolo sino ascoltate", sottolineando tuttavia la necessità che le dimostrazioni rimangano pacifiche. (Apcom 17 giugno)