domenica 30 novembre 2008

Tutte le mie assistite.2

In occasione dell' assegnazione del Premio Human Rights International (HRI) 2008

a Nasrin Sotoudeh( avvocatessa e difensore dei diritti umani,Iran ).
12.12.2008,Merano Italia




Di Mansoureh Shojaee


Nasrin Sotoudeh, avvocatessa coraggiosa ,compassionevole e piena di umanità del Movimento delle Donne, è la prima vincitrice del premio dell'Human Rights International per l'anno 2008 in Sud Tirolo.
La Feminist School voleva per onorarla organizzare una festa con lei e la sua famiglia, marito e figli, con le attiviste del Movimento delle Donne e specialemte con la sua vecchia collega e compagna di lotta di tanti anni Shirin Ebadi, anche lei premiata quest'anno in Germania con il Premio della Tolleranza.
Il programma, come in tante altre occasioni, non si è potuto realizzare, e così la Feminist School ha deciso di dedicare a Nasrin Sotoudeh intere pagine del suo sito.
In realtà questa relazione doveva essere un benvenuto all'apertura della festa, che avrebbe dovuto svolgersi nel Farhang Saraye Banu ( Casa della cultura Banu ) , in un clima di serenità, lontano dalle preoccupazioni giornaliere . Avrebbe potuto inoltre essere un momento di gioia il cui ricordo si sarebbe potuto aggiungere ad altri ricordi.
Ricordo i giorni in cui una donna poteva disporre per una volta sola e per una mezz'ora al massimo nella sua vita di un avvocato, e anche in quell'occasione tutti i presenti si aspettavano che , alla domanda dell'avvocato che le chiedeva di prendere atto del suo contratto di matrrimonio, rispondesse si. Per tutto il resto della sua vita nessun avvocato l'avrebbe mai più difesa!
Ricordo i giorni in cui le donne avvocato sono entrate in Parlamento e coraggiosamente hanno cercato di difendere i diritti delle donne. L'eredità dei loro sforzi non è stata pienamente raccolta, ma esse hanno aperto la via per chiedere oggi i diritti per le donne.
Ricordo i brutti giorni in cui avvocati corrotti del regime accompagnavano i loro assistiti fino all'esecuzione, facendo loro sentire che era un loro diritto essere assistiti
Ricordo i brutti giorni in cui avvocatesse di prestigio come Shirin Ebadi e Mehrangiz Kar sono state portate nelle stesse prigioni del tempo passato e sono state interrogate senza diritto all'assistenza legale.
Ricordo i tristi giorni in cui gli avvocati del Movimento delle Donne non hanno avuto il permesso di entrare in tribunale per difendere le loro assistite che protestavano per avere diritto all'uguaglianza e alla giustizia.
Sarà un bel giorno quello in cui donne, attiviste, avvocatesse con le loro assistite, tutte insieme unite per ottenere i diritti che spettano loro, lotteranno in modo pacifico e sereno contro l'onda della volenza e della disuguaglianza.. Hanno sacrificato la loro tranquillità e la loro sicurezza personale per costruire un baluardo contro l'ingiustizia, e quindi ogni volta che verrà dato un riconoscimento o un premio agli avvocati così impegnati in questa lotta potrà essere un bel giorno, come questo giorno, e altri giorni nel futuro, che noi speriamo siano sempre più numerosi.
Oggi è il giorno in cui le attiviste, in contrasto con le idee e le imposizioni di uomini che detengono il potere, fanno sentire la loro voce gentile, senza vergogna, ma con passione , coraggio ed entusiasmo. Questa voce gentile in realtà è un grido che chiede giustizia.
Oggi è il giorno in cui le donne avvocato non sono sole : alla loro voce si unisce quella di tante altre donne.
Le avvocatesse del passato che hanno sopportato il peso della crisi e ciò nonostante hanno difeso con pazienza e coraggio le loro assistite, erano avvocati giusti.
Nasrin Sotoudeh e Shirin Ebadi fanno parte di questo gruppo: nei giorni in cui chi deteneva il potere e i responsabili della sicurezza volevano scavare un fosso per tenere lontano gli avvocati dalle loro assistite, hanno continuato a difendere con grande coraggio i diritti civili e privati di queste ultime, e nessun ostacolo ha impedito loro di continuare la loro attività umanitaria nel richiedere l'uguaglianza.

I potenti cercano di creare distanza e frattura fra queste due avvocatesse, cercano di rovinare la loro collaborazione. Nonostante ciò, noi, sia quelle che il regime considera buone che quelle che il regime considera cattive, tutte insieme, con un'unica voce chiediamo una società dove regnino l'uguaglianza e una durevole sicurezza.
Oggi è il giorno in cui le attiviste iraniane, anche quelle che si trovani nelle zone più lontane e più povere , piene di speranza appoggiano il movimento delle donne per la sicurezza e per i loro diritti. Queste donne sanno che Shirin Ebadi e Nasrin Satoudeh, in qualunque luogo o paese, le chiameranno tutte con lo stesso nome. "le mie assistite ".
Oggi è il giorno in cui, con un solo cuore e un solo pensiero, raccontiamo in modo diverso le vecchie storie del bene e del male.
Ricordo il giorno in cui è stato assegnato il premio Nobel a Shirin Ebadi e il riconoscimento fatto a lei era un onore universale e ha avuto come risultato il ritrovamento di
una comunione di pensiero per le donne iraniane.
Ricordo il giorno in cui sono stati redatti i documenti per iniziare la campagna per la raccolta di un milione di firme a cura di queste due avvocatesse, in mezzo a un mare di pressioni e di ostacoli , e ciononostante la campagna è stata portata avanti scrivendo una pagina importante nella storia delle donne iraniane.
Ricorso il giorno in cui Nasrin che era in gravidanza si è presentata in tribunale con la sua grossa pancia e col fiatone, accanto alle sue assistite, auspicava un giorno di poter respirare l'aria pulita della libertà.
Ricordo il giorno in cui Nasrin Sotoudeh e Shrin Ebadi hanno deciso di lavorare gratis per le attiviste della campagna per la raccolta delle firme che erano state arrestate e hanno passato la notte a consolare le famiglie delle prigioniere.
Ricordo il giornio in cui Nasrin Sotoudeh con il figlio appena nato accanto alla sua cliente cui era stato impedito di lasciare il paese, ha trasformato l'aeroporto in un tribunale e ai responsabili del servizio di sicurezza ha gridato. " Quanti governi ha un paese ?"
Ricordo il giorno in cui Shirin Ebadi , con mille ingiuste accuse, è stata definita " mahvaealadam", e nonostante ciò non si è mai fermata nè arresa.
Ricordo il giorno in cui Nasrin Sotoudeh è stata portata con la macchina della polizia alla prigione, e lei con le sue compagne ha continuato a cantare l'inno della campagna.
Ricordo il giorno in cui abbiamo appreso la notizia del premio dei Diritti Umani Internazionale in Italia,conferito a Nasrin Sotoudeh , e poi, la notizia dell'assegnazione del premio della tolleranza a Shirin Ebadi in Germania.
Nella nostra mente e nel nostro cuore ci sarà sempre il ricordo di un giorno come oggi in cui siamo riunite per cantare l'uguaglianza, così come canta l'inno alla giustizia delle nostre avvocatesse combattenti. Questa voce risuonerà sempre e la sua eco si diffonderà, chiamando tutte le attiviste per l'uguaglianza " le mie assistite ".

martedì 25 novembre 2008

Tutte le mie assistite



In occasione dell'assegnazione del premio Human Rights International(HRI)2008

a Nas
rin Sotoudeh(avvocatessa e difensore dei diritti umani ,Iran) il 12.12.2008
Di Noushin Ahmadi


Non ho nulla da regalare a Nasrin, solo le parole che sgorgano dal mio cuore e dalla mia fede.
Da quando, alla Feminist School , abbiamo deciso di organizzare una festa per esprimere la gioia per il premio assegnato a Nasrin Sotoudeh, mi sono tornati in mente tanti ricordi.
Così,nelle ultime settimane le amiche della Feminist School hanno pensato di chiedere ai responsabili il permesso di fare una festa nel farhang saraye banu ( casa della cultura Banu) per Nasrin e abbiamo pensato: cosa possiamo regalare a una donna come lei che si è impegnata per tanti anni a difendere i suoi clienti, che non ha fatto che andare su e giù dalle scale dei tribunali e nonostante tutte le offese e le ingiurie subite non ha mai smesso di difendere i suoi clienti.

Due settimane fa ci hanno chiesto la lista dei relatori e noi abbiamo scritto fra gli altri i nomi di Shirin Ebadi, Simin Behbahani,Farideh Gheyrat.Gila Bani yaghoub Giti pour fazel, Questi sono i nomi delle relatori che abbiamo indicato ,ma ,nonostante l'alto prezzo di 150.000 tuman che ci hanno chiesto per l'affitto della sala, alla fine non ci hanno concesso il permesso.
A questo punto abbiamo pensato di far arrivare in tutto il mondo , tramite Internet e i vari siti, la voce e gli interventi dei relatori .
Quindi, abbiamo deciso di preparare uno speciale programma sul sito Dedicando a' Nasrin il 22 Novembre e in tutte le pagine mettere il suo nome e discorsi e interventi su di lei e su altri avvocati come lei.
Questa sera, mentre guardavo le foto che sono state scattate a Nasrin dal nostro fotografo Arash Ashurnyia, sostenitore del movimento delle donne, in occasione della premiazione a Nasrin, nonchè il poster collegato all'evento ,ho cominciato a pensare agli anni 90 e ai ricordi di cui fino ad oggi non ho potuto parlare con Nasrin. In quegli anni lei non era ancora avvocato ed io non ero ancora così pericolosa per il governo da aver bisogno di assistenza legale. Però lei mi aiutava già a trovare la mia via e a esprimere il mio dolore per le ingiustizie verso le donne.
Oggi io la vorrei ringraziare, non solo perchè è stata il mio avvocato in tutti questi anni, ma anche per le cose che mi ha insegnato e per la fiducia che mi ha incoraggiata ad avere. Poi, la vita e le difficoltà ci hanno allontanate, ma la bellezza di una amicizia che si è consolidata in quei due anni rimarrà per sempre.
Sempre sono andata in cerca di un'occasione per rievocare con lei quei tempi ,dirle l'importanza della sua amicizia nella mia vita sociale e nella formazione del mio pensiero ed esprimere il mio profondo rispetto per lei.
Nel giorno felice in cui il mondo riconosce e aplaude ai suoi sforzi attribuendole un altro premio, a lei e al movimento delle donne in Iran con gioia io canto. " Oh donna , tu la presenza della vita...é finito il tempo della schiavitù, tutto è possibile..."
Oggi possiamo dire : " Le mani che abbiamo piantato nel giardino cresceranno ! L'albero rigoglioso del movimento delle donne ora nel nostro Paese sta crescendo, e per questo ora possiamo amare la nostra terra. E quella pianta possiamo farla crescere prendendo tutto quello che esiste nel mopndo. Perchè quando hai una pianta non solo la tua terra ti appartiene ma tutto il mondo ti appartiene." .
Se ci rende felici un premio che arriva da un'altra parte del mondo, ci renderà felici anche un piccolo cambiamento nelle nostre leggi da parte dei nostri carcerieri, piccoli passi per arrivare all'uguaglianza fra uomini e donne.
Quando questa pianta avrà solide radici le differenze fra uomo e donna non ci saranno più, prigionieri e carcerieri, non ci saranno più differenze fra le nazioni, ma soprattutto non ci saranno più stranieri.
Noi porremo tutti questi sentimenti e le piccole conquiste di giustizia ai piedi della nostra tenera pianticella, con la speranza che la piccola, dolce figlia di Nasrin possa ancora più di sua madre odiare l'ingiustizia e la prevaricazione e difendere la vita perchè sia giusta e umana.

domenica 23 novembre 2008

همه موكلان من

منصوره شجاعی-2 آذر 1387


مدرسه فمینینستی : نسرین ستوده وکیل شجاع و دلسوز جنبش زنان به عنوان برنده اولین جایزه بین المللی حقوق بشر ایتالیا از سوی بنیاد زودتیرول، در سال ۲۰۰۸ معرفی شد. مدرسه فمینیستی به رسم هدیت به نسرین ستوده و خانواده بزرگ وی ازهمسر و دو فرزند خردسالش تا یکایک فعالان جنبش زنان و به ویژه یار و همکار همیشگی اش شیرین عبادی که او نیز جایزه مدارا ازآلمان را از آن خود ساخته بود ، مصمم به برگزاری مراسم پاس داشت وشادباش این جایزه شد. .... اما خبر به این کوتاهی نبود و به این کوتاهی نیز نماند... این داستان نیز مانند دیگر داستان های این روزگار به ناچارراهی دیگر گرفت و رفت، تا بدین جا رسید که شماره ویژه سایت مدرسه به این ماجرا اختصاص یافت.
درواقع، مطلب زیر به رسم خوشامد گویی ، فتح بابی بود براین داستان درمراسمی که قرار بود در فرهنگسرای بانو به آرامش برگزار شو د ومیهمانانش در این وانفسای اضطراب و دلشوره لحظاتی را به شادی حضور یکدیگر ،بی دغدغه،به خاطرات عمر پر دغدغه خویش بیافزایند، که نشد.!
یادش به خیر آن روزها که هر زنی تنها یک بار و حداکثر به مدت نيم ساعت در تمام عمرش ازحق داشتن وکیل بهره مند میشد. آن هم درزمانی که همگی اطرافیان وحاضرين در مجلس ازوكيل و موکل تا شاهدوميهمان؛ از مدعی العموم و مغموم تا اولیای دم و منجي ؛ همه وهمه یک صدا و يك راي درانتظار پاسخ معلوم ومشهودو معروف موکلی بودند که در جواب به وکیل نیم ساعته خویش که برای سومین بارسوال ميكرد: دوشیزه خانم بنده وکیلم؟؟؟؟.... با صدای نرم و نازک و شرماگینی که قراربود خیلی هم شادی و اشتیاق احتمالي اش را بروز ندهد، جواب می داد ب....له .....!!....وبعد کف زدن ها و کل کشیدن های حضاربود و ديگر هيچ وكيلي تا پايان قرارداد مذكور از او دفاع نمي كرد.!
یادش به خیر آن روزها که وکلای زن به مجلس راه یافتند وشجاعانه سعی بر دفاع از حقوق حقه زنان ایران کردند و ميراث اين تلاش هرچند كه به" وراث به حق" نرسيد اما راهي را براي بيان مطالبات زنان تا به امروز گشود.....
و اما ، یادش به شر آن روزها که وکلای تسخیری در سیاهچال های رژیم گذشته محکومین به اعدام را تا پای چوبه دار و صحن تیرباران مشايعت می کردند که یعنی بدانید که ما می دانیم حق داشتن وکیل حق هر فرد متهم و مجرم است !!
ونيز یادش به شر آن روزها که وکلای خوشنام و سرشناسي چون شیرین عبادی و مهرانگیزکار را به همان سیاهچال ها بردند و بدون حق داشتن وکیل مورد بازجویی قراردادند .
و یادش به شر آن روزها که وکلای معروف جنبش زنان را به دادگاه راه ندادند تا دردفاع از موکلانشان که زنان معترض به نابرابری های حقوقي بودند ، سخن به حق بگویند.
همه چیز اما به خیرمی گذرد ، آنگاه که جامعه زنان فعال از وکیل وموکل دست در دست هم برای دستیابی به حقوقی برابر و مردم نبشت، به سیاقی مداراگرانه و مسالمت جویانه، پیش می روند تا که دررویارویی با موج موهن خشونت ونابرابری ؛ با فدا کردن امنیت و آرامش فردي خویش سد ماندگارو پرصلابت امنیت و برابري بسازند و مبارک بدانند هر پاداش و هرجایزه را که وکلا درکنار موکلان خویش و موکلان درکنار وکلای خویش هديه گرفته اند. و امروز چنین روزی است بادا که مدام بادا!
و امروز روزی است که زنان تلاشگر به سبب هم رای نبودن با فرمایشات مردسالارو قدرت مدار، صدای نرم و نازک خویش را نه شرماگین و نه بی اشتیاق ؛ بلكه جسورانه و مشتاق به فرياد رسا و شورانگیز دادخواهی بدل کرده اند.
و امروز روزي است كه يكايك زنان دادخواه از اولين گامي كه در راه برابري خواهي برمي دارند نه تنها يك وكيل بلكه وكلايي به عدد حضور زناني ازهمين جنس و طايفه درهمراهي و دفاع از آنان سينه سپر مي كنند. . و امروز و همیشه نیز یاد و نام یکایک آنان را گرامی میداریم.
اما آنان كه در اوراق حقوقي به نام وكيل قانوني خوانده شدند و دردوره هاي بحران بيشترين بار را متحمل شدند و صبورانه ماندندو جسورانه به دفاع برخاستند ، وکلایی بودند از جنس موکلان خویش وکلایی از جنس و جنم دیگر.
نسرين ستوده وشيرين عبادی از اين دست وكلاي جنبش زنان بوده اند. در روزهايي كه برخي مسئولان امنيتي به لطايف الحيل سعي بر تفرقه و جدايي ميان وكيل وموكل داشتند ودارند اين دو زن بردبارانه اینگونه سیاس بازی های حیلت مدارانه را متحمل میشوند و دل سپرده و جسور، دفاع از حقوق فردی و مدنی موکلان خویش را ادامه می دهند .
این هشدارها که گاه در قالب دلسوزی ها و مراقبت های برادرانه از سوی مسئولان به این وکلا و نیز موکلانشان ابراز می شود مانعی بر ادامه فعالیت های بشردوستانه و برابری خواهانه آنان نشده است. اما مسئولان امنیتی هر از چند گاهی یکی را از دیگری برحذر میکنند و آن یکی را نوید بخشایش درغیاب دیگری می دهند ، یکی را ارزشی والا می نهند که در کناردیگری نباشد و با او حشر و نشرنکند که درشان ومنزلت یک وکیل نیست و آن یکی را از هوچی گری و جنجال دیگری می ترسانند... لیکن علیرغم تمامی این ماجراها ، امروز روزی است که ما برحذرشدگان و تذکارشنیدگان و ارج گذاردگان و منع شنیدگان همه و همه دست در دست هم ازوکیل وموکل یک صدا و یک رای خواهان دستیابی به جامعه ای برابرو امنیتی پایدار هستیم.
امروز روزی است که زنان فعال ایران دردورترین نقاط و محرومترین مناطق با دلگرمی و پشتیبانی حمایت های واقعی دیگر فعالان جنبش و با تکیه برحقانیت خواسته های خویش قدم درراه برابری خواهی میگذارند و میدانند که وکلایی چون نسرین ستوده و شیرین عبادی در هرمکان و در هردیاری که باشند تمامی آنها را به یک نام می خوانند : "همه موکلان من"
و امروز روزی است که به همدلی و هم رایی زنان، داستان های دیرینه خیرو شر نیز مفهومی جدید یافته اند و آنچه را که از دیرباز به شر ویا به خیر می شناختیم امروز گونه ای دیگر نقل می شوند:
یادش به خیر آن روزها که شیرین عبادی جایزه نوبل را از آن خویش کرد و سوغاتش افتخاری جهانی و حاصلش پیدایی جمع " هم اندیشی زنان " بود.
یادش به خیر آن روزها که دفترچه و بیانیه و اسناد کمپین یک میلیون امضا تحت فشار و محدودیت بسیار،با همکاری دلسوزانه این دو وکیل شجاع به تحریر در آمد و تاریخ مکتوب زنان را غنایی افزون بخشید.
یادش به خیرآن روزها که نسرین ستوده هنگام بارداری با شکم برآمده ونفسی تنگ دردادگاه ودادسرا در كنار موکلین خویش تنفس در هوایی آزاد را بشارت داد.
یادش به خیر آن روزها که شیرین عبادی ونسرین ستوده مصمم در دفاع رايگان از اعضای فعال کمپین یک میلیون امضا روز را دردادگاه وشب را درپی آرام کردن خانواده دستگیرشدگان گذراندند.
یادش به خیرآن روزها که نسرین ستوده همراه با پسرک نوزادش درکنارموکل ممنوع الخروج خود، فرودگاه را به محکمه عدالت بدل کرد و درمقابل نیروهای امنیتی و انبوه مردمان بی تفاوت و تماشاچی فریاد کشید که : مگر یک مملکت چند دولت دارد ؟
یادش به خیرآن روزها که شیرین عبادی به هزاراتهام واهی از سوی کسانی مهدورالدم شناخته شد و اماسرزنده تر از همیشه پایداری کرد.
یادش به خیر آن روزها که نسرین ستوده درکنار موکلانش دستگیر شد و در اتومبیل نیروی انتظامی سرودخوانان به اداره اماکن خیابان وزرا منتقل شد.
یادش به خیر روزی که خبر دریافت اولین جایزه حقوق بشر ایتالیا به نسرین ستوده راشنیدیم و در پی آن خبر اهدای جایزه مدارا از سوی پروتستان های آلمان به شیرین عبادی به ایران رسید.
و یادش جاودان باد، چنین روزی که گرد هم جمع شدیم تا آواز برابری خواهی را هماهنگ با سرود عدالت جویی وکلای مبارزمان سردهیم تا که مانا و پایدار باد این آوا که پژواک رسایش تمامی زنان فعال و برابری خواه را به یک نام میخواند : همه موکلان من !!
عکس: آرش آشوری نیا

venerdì 21 novembre 2008

Feminist School: In the last week we witnessed that suppression on the women activists has continued

From. http://femschool.net/english/spip.php?article170


Iranian Women’s News in Recent Weeks
Translated by: Sahar Mofakham
Friday 21 November 2008

Zeynab Bayazidi was exiled to Zanjan prison
Zeynab Bayazidi has been transferred to Zanjan prison on Saturday November 15, 2008.
her family said : she has not contacted them since then and they are concerned for her safety. Zeynab is a member of Azar Mehr women association and campaign for one million signatures and previously member of defence of Kurdistan human rights organization .she was arrested and then tried in a very short space of time to 4 years of imprisonment in exile.Her sentenced was confirmed on the second review .
Mahabad’s revolutionary court accused her to 5 case of acting against national security:being member of campaign for one million signatures and participating in funeral of individuals who were against the Islamic republic and also according 2 witnesses she has been working with a Kurdish organisation that is against the regime and has used the name of Zeylan for her shop. Sentenced to 4 years imprisonment in exile. It is confirmed that this activists has only admitted to one of the charges which is her membership in campaign for one million signatures.
Court case for Soraya Azizpanah
Soraya Azizpanah the managing director of a Kurdish monthly had to attend court. Soraya Azizpanah report to Kurdish Human Rights Watch: According to the summons served I reported to the cross examination section for the government workers.
She confirmed that she was accused of propaganda for a terrorist group that is against the regime and elaborated that: a Kurdish poetry was printed in her monthly publication RASAN and hence the chief of paramilitary Basij from the city of Paveh had reported it to the authorities. According to the plaintiff the poetry encouraged the Kurdish girls to join the group which is armed and is against the regime and is based in the mountains of Ghandill. Ms Azizpanah has responded that the plaintiff has misunderstood the poem and that is complain is not valid. Nasrin Sotoudeh who is the defending lawyer has stated to the Kurdish Human Rights Watch that: In fact people who are based in the mountains of Ghandill belong to the Turkey’s labour Party and has nothing to do with Iran and it is not possible to identify them as a group against the regime. Ms Sotoudeh announced at the end of the court meeting that her client has been charged to pay 10,000 $ but Ms sotoudeh has stated that the amount is not justifiable and it is in fact the plaintiff that should pay.
Fatemeh Goftari was on trial for a new charge
fatemeh Goftari’s court a ’member of Azar Mehr women association in Kurdistan and Mother of Kurdish imprisoned student ’Yaser Goli’’ was held on November 17, 2008 for propaganda against the state by announced hunger strike in branch no. 2 of Sanandaj revolutionary court .one of her family members stated that the court will reconvene on an unspecified later date and Ms Goftari made bail.
Mahdiyeh Golrou was summoned to the court
Mahdiyeh Golrou one of student activists and a member of Islamic association in Allameh university was summoned to the court. she has been summoning to the court verbally and by phone several times during past weeks but she refused to attend the court.
according to the report of Amir Kabir Newsletter , Golrou received an written summon yesterday that stated she would be arrested if she didn’t attend
Mahdiyeh is an student in economic faculty of Allameh Tabatabayi university Who has been deprived of attending classes after Sadraldin Sahriati the new dean of the university had assumed his position.
Esha Momeni still not permitted to leave Iran
the Iranian labour news agency ILNA, recently quoted Alireza Jamshidi, the spokesperson of the Iranian Judiciary, saying that ’there are no obstacles for [Momeni] to leave the country.’
However, Esha Momeni’s passport has not been returned to her and according to close friends, Esha was told by the officials today that this news was incorrect and that she does not have permission to leave the country.
Take Action
Sign the petition of one million signatures to end discriminatory laws against women.
Sign petition (for support of Campaign for One Million Signatures)
sign the petition (for release of women’s rights activists)

lunedì 17 novembre 2008

From Awid(Assosiation for women's in development)
Iran: Intensification of repression of women's rights activists
Source: Amnesty International
05/11/2008 11:03 am

In a letter addressed to the Head of the Judiciary in Iran, Amnesty International deplored the latest arrest of a woman's rights activist and the continuing harassment of others who were prevented from leaving the country.
The organization called on the Iranian authorities to lift the travel bans and to end the harassment of women's rights activists. In recent weeks there has been a crackdown on members of the Campaign for Equality, a grass-roots initiative to end legal discrimination against women in Iran. The Campaign informs women of their rights, and is aiming to collect one million signatures from the Iranian public for a petition against discriminatory laws. Over the last weeks, the Iranian authorities have heightened their harassment of women's rights activists and members of the Campaign for Equality and continued to threaten activists with imprisonment as a number have been summoned to court for their peaceful activities relating to the Campaign for Equality. The authorities have also increasingly resorted to the use of travel bans, in addition to arrests and prosecutions, to harass and disrupt the activities of women's rights activists and other human rights defenders. Such travel bans are contrary to the freedom of movement enshrined in Article 12 of the International Covenant on Civil and Political Rights, to which Iran is a state party. Travel bans have been imposed on Parvin Ardalan, Mansoureh Shoja'i and Tal'at Taqinia, all members of the women's movement, and at least five other civil society activists.
Esha Momeni, an Iranian-American graduate, supporter of the Campaign for Equality in Iran and student at the University of California, has been detained without access to her family or a lawyer since she was arrested by security officials on 15 October 2008 and is now held in Section 209 of Tehran's Evin Prison, which is run by Ministry of Intelligence officials. She was stopped while driving in Tehran by officials who told her they were traffic police but who then took her to her family home and searched it, taking away videotape of interviews she had conducted with members of the Campaign for Equality in Iran as part of a university project. A spokesman for the Ministry of Foreign Affairs acknowledged her arrest but stated that "the relevant bodies are pursuing her case and their legal measures. We have not been informed of anything final".
Two other activists in the Campaign for Equality, Sussan Tahmasebi and Parastoo Alahyaari, have recently been summoned to appear before the Revolutionary Court and questioned about their activities. They have both had their homes searched and some of their private possessions seized, including their laptops and materials relating to the Campaign for Equality. Sussan Tahmasebi was prevented from leaving the country on an international flight on 26 October 2008 by security officials at Tehran's Imam Khomeini airport, who also confiscated her passport. Her home was searched the same day, following which she was served with a summons, dated from a month ago, requiring her to appear for questioning before Branch 1 of the Revolutionary Court. She did so on 29 October, where she was interrogated by Ministry of Intelligence officials without the presence of her lawyer and told that she would need to appear again before the court early next month. Parastoo Alahyaari and other women's rights activists who had gathered peacefully in Laleh Park in Tehran on 17 October 2008 were ordered by police to disperse. The day after Parastoo Alahyaari had her home searched by security officials and was then summoned to appear immediately before the Revolutionary Court. She was questioned and then allowed to go subject to further questioning. The case against four other women's rights activists - Nahid Keshavarz, Mahboubeh Hosein Zadeh, Saaideh Amin and Sarah Aminian – who were taken to court last year for collecting signatures in support of the Campaign in 2007 in Laleh Park, was due to resume on 27 October 2008 but has now again been postponed until next January. The threat of possible imprisonment continues to hang over the four, although their lawyer, Nasrin Sotoudeh, commented: "I am hopeful, as collecting signatures is not a crime according to the law, my clients will be acquitted." In its letter to the Head of the Judiciary, Ayatollah Hashemi Shahroudi, Amnesty International called for immediate clarification of the reasons for the detention of Esha Momeni and for her to be released if she has been detained for her peaceful activities in support of the Campaign for Equality. It also asked for the reasons for the actions taken against Sussan Tahmasebi and Parastoo Alahyar and called for all travel bans imposed on account of the peaceful exercise of the right to freedom of expression and association, or in order to limit such peaceful exercise, to be lifted immediately and for passports confiscated from human rights activists to be returned to them. Amnesty International fears that these recent incidents are part of a systematic pattern of harassment and intimidation of peaceful human rights activists by the Iranian authorities. BackgroundWomen's rights defenders' tireless campaigning has succeeded in stirring debate about discrimination against women at all levels of society – among women themselves, in the press and even among the religious establishment. However, the Iranian authorities appear to be paying little attention to these legitimate demands of Iranian women. Most recently, the United Nations Secretary General expressed concerns in a 20 October 2008 report at "an increasing crackdown in the past year on the women's rights movement" and that "women's rights activism is sometimes presented by the Iranian government as being connected to external security threats to the country. For instance, the main organizers of the "one million signatures" campaign reportedly faced arrest and intimidation by the authorities."
Public statement by Amnesty International

Reposted by Payvand News
11/01/08 ...
Article License: Copyright - Article License Holder: Amnesty International

domenica 16 novembre 2008

Un sondaggio sull'andamenti degli arresti e delle convocazioni alle attiviste della campagna

43 arresti in un anno e due mesi:
Maryam Hosseinkhah
2-02-2008

Passa un anno e sei mesi dall’attività della Campagna, ecco gli arresti

15-12-2006 Zeynab Peyghambarzadeh viene arrestata mentre raccoglie le firme dentro la metropolitana a Tehran, sarà liberata dopo 5 giorno. L’arresto viene giustificato con “l’atto contro la sicurezza nazionale”

10-01-2007 Fatemeh Dehdashti e Nasim Sarabandi vengono arrestate dentro la metropolitana a Tehran mentre stavano raccogliendo le firme. Vengono liberate dopo un giorno e successivamente accusate di “l’atto contro il sistema islamico e la sicurezza nazionale attraverso pubblicità negativa”.

2-04-2007 vengono arrestate Sara Imanian, Sa’ideh Amin, Homayun Nami (un uomo), Mahbubeh Hosseinzadeh e Nahid Keshavarz. I Primi tre furono liberati il giorno dopo mentre Nahid Keshavarz e Mahbubeh Hosseinzadeh furono portate a Evin (il carcere dei prigionieri politici e anche il più temuto) e liberate dietro il pagamento di una cauzione 13 giorni dopo. L’accusa è la stessa di prima:
“mettere in pericolo la sicurezza nazionale e atti pubblicitari contro l’ordine della repubblica islamica”

10-06-2007 due giorni prima dell’anniversario della Campagna vengono arrestate Ehteram Shadfar e una sua vicina di casa nella propria abitazione. Ehteram è la madre di una attivista.

11-07-2007 Amir Ya’ghub’ali (un uomo) viene arrestato mentre in un parco raccoglie le firme. Durante l’udienza, in tribunale, la madre di Amir chiede al giudice: “mica è un reato raccogliere le firme?”, “Amir è un uomo, è meglio che studia e lascia perdere le cose che riguardano le donne” risponde il giudice.

14-09-2007vengono arrestate 25 persone in un laboratorio a Khorramabad (questo evento è piuttosto complesso e ne abbiamo già parlato e scritto)

9-10-2007 viene arrestata a Sanandaj, Ronak Saffazadeh mentre sta andando a lavorare. Lei insieme a un’altra attivista, Hana ‘Abdi, il giorno prima a una festa della giornata nazionale del bambino hanno distribuito 500 opuscoli della Campagna. Sono passati oltre 4 mesi ed è ancora in arresto.
Ronak è grafica.

4-11-2007 Hana ‘Abdi viene arrestata a casa del nonno a Sanandaj. Ha 21 anni e studia psicologia e tuttora è in carcere e l’hanno condannata pesantemente.

18-11-2007 viene arrestata Maryam Hosseinkhah giornalista e moderatrice del sito della Campagna. Viene liberata 45 giorni dopo dietro a una cauzione.

1-12-2007 Viene arresta Jelveh Javaheri, moderatrice del sito della Campagna e viene liberata 30 giorni dopo dietro il pagamento della cauione.

14-12-2008 vengono arrestate Raheleh ‘Asgarzadeh e Nasim Khosravi. Siccome in occasione dell’anniversario della rivoluzione iraniana era in programma un teatro sulla poligamia, davanti al teatro le due attiviste raccoglievano le firme. Sono tutt’ora in arresto…

Accanto agli arresti ci sono anche le convocazioni alla polizia per aver organizzato nelle proprie case meeting e riunioni a: Nafise Azad, Parastu Allahyari, Najmeh Zare’, Behnaz Shekaryar, Nasrin Farahmand e Khadijeh Moghaddam. In più le attiviste nelle piccole città di provincia spesso vengono offese e aggredite.
Di 43 arresti, 15 sono accusa di raccogliere le firme e come nota Shirin ‘Ebadi c’è una nuova forma di violazione dei diritti umani in Iran: restringere le libertà sociali reprimere i diritti e limitare le leggi della Costituzione.

Che cosa è la "Campagna di un Milione di Firme per cambiare le leggi discriminatorie"?

Dal sito change for equality ininglese
http://www.campaignforequality.info/english/spip.php?article18

Lunedì 28 agosto 2006 Differenti gruppi di attiviste iraniane per i diritti delle donnedanno inizio a una larga Campagna per chiedere di cambiare quelleleggi che, in vigore in Iran, sanciscono la discriminazione contro ledonne. La "Campagna di un milione di firme per cambiare le leggidiscriminatorie" nasce a seguito di un pacifico sit-in tenutosi inpiazza….. a Tehran, il 12 giugno 2006. In quell'occasione le attivisteprepararono le proprie richieste in un programma finalizzato araccogliere un milione di firme per chiedere di modificare le leggidiscriminatorie nel nostro paese. Successivamente, il 27 agosto 2006,durante un seminario dal titolo "l'impatto delle leggi sulla vitadelle donne", venne lanciata, ufficialmente, la Campagna.Le finalitàOltre alla raccolta di un milione di firme, che è soltanto una delleintenzioni principali, la Campagna cerca di raggiungere anche altriobiettivi:1- Creare le basi per una cooperazione tra i cittadini per poterpromuovere i cambiamenti sociali positivi eliminando lediscriminazioni legali contro le donne;2- Stabilire conoscenza e dialogo "faccia a faccia" tra donne diculture differenti. Il contatto diretto dei difensori dei dirittiumani con le donne e i cittadini, aiuta i primi a capire di persona ledifficoltà con cui si confrontano i cittadini quotidianamente, equesti ultimi a ottenere maggior consapevolezza dell'ineguaglianzagiuridica tra uomini e donne;3- Dare voce al silenzio femminile. Proprio perché si tratta di unoimpegno comune per ottenere la giustizia, il contatto con i cittadinimatura le esperienze in tale direzione;4- Credere nella possibilità di aumentare la consapevolezza, stabilireil dialogo tra i cittadini e insegnare la collaborazione, quindiorganizzare le riforme dal basso, o meglio, dall'interno della societàcivile (e non in modo verticale). Migliorare la condizione delle donnenella società necessita cambiamenti duraturi e radicali sul pianolegale. Quindi, bisogna capire che i problemi legali delle donne nonriguardano solo la sfera privata ma coprono anche la sfera sociale;5- I membri della Campagna, consapevoli che per ottenere i cambiamentisociali e l'eliminazione dell'ingiustizia pagheranno un prezzo alto,sostengono che soltanto con un lavoro duro e attraverso lacollaborazione si potrà raggiungere quella solidarietà necessaria asua volta ad avvicinarli ai loro obiettivi. Obiettivi che avranno unimpatto positivo sul futuro del nostro paese. La storia delle lottefemminili in altri paesi, in particolare paesi con governi, costumi etradizioni simili al nostro, ci dimostra che la chiave del successoper eliminare la discriminazione è nella solidarietà e collaborazionetra tutte le donne. Sappiamo che la lotta per uguali diritti trauomini e donne è un lavoro lungo nel tempo e arduo da realizzare, masiamo convinte che l'eguaglianza giuridica si ottenga a partire dallaconsapevolezza di ciascuna donna e di ciascun cittadino della propriae dell'altrui condizione;6- Il successo della realizzazione della Campagna non è solo il fruttodelle richieste di poche migliaia di donne, coinvolge la largamaggioranza del paese. Sono molti gli uomini e le donne, nel nostropaese, a soffrire l'ineguaglianza giuridica e ciascuno di essi -e sonoprevalentemente donne- trova il coraggio, in base al proprio retaggioculturale e alle possibilità, di denunciare tali ingiustizie; peresempio: una donna che scrive una lettera di protesta sul giornale;chi denuncia attraverso documentari, film e fotografia; chi si dàfuoco; le ragazze che fuggono dalla casa paterna per ribellarsi allapatria potestà che è presente in forme differenti; sono molte anche leproteste delle donne nei tribunali; ecc. In altre parole, in Iran èampio e maturo lo scontento sociale prodotto dalle ingiustizie legali;7- Appare dunque ovvio che le richieste della Campagna non sonoriservate a uno specifico gruppo di donne, perché le leggi ingiuste ediscriminatorie penalizzano tutte le donne.Tempo di realizzazioneÈ difficile definire la durata necessaria per raccogliere un milionedi firme, che rappresentano soltanto la prima fase di questa Campagna,nata con l'intenzione di continuare a vivere anche attraverso altreattività future.Il contrasto con l'islam?Chiedere la riforma delle leggi ed eliminare la discriminazionegiuridica contro le donne non è in contrasto con i principi dellareligione islamica. Tale Campagna, inoltre, è in accordo con leconvenzioni internazionali alle quali fa parte anche l'Iran, come laConvenzione internazionale sui diritti civili e politici del 1966 e laConvenzione internazionale sui diritti economici, sociali e culturalidel 1996.Come è stato detto i cambiamenti richiesti non sono in contrasto conla religione islamica perché non metteno in discussione le principalinorme dell'islam come le preghiera canonica, il pellegrinaggio allaMecca, il digiuno del mese di Ramadhan, ecc. In effetti, da tempo,alcuni 'ulama e mujtahid come ayatollah Bojnurdi e ayatollah Sane'isostengono che rivedere, a scopo di cambiare, le leggi discriminatorienon è in contrasto con l'islam. Questo dimostra che è esistente, nelleleggi in vigore, una discriminazione contro le donne. Un problema chele donne in Iran intenono affrontare con serietà e tenacia. Il metodo Sono quattro i metodi utilizzati per raccogliere le firme, anche sequello più diffuso rimane il metodo "faccia a faccia":1- metodo "porta a porta" e parlare con le donne direttamente;2- presentarsi nei luoghi pubblici, nei centri per le donne e parlarecon loro. Raccogliere le firme negli spazi pubblici come mezzi ditrasporto, parchi, università, negozi, centri di bellezza, centri dicura, organizzazioni e raduni di natura religiosa (rouzekhani, sofrehnazri), centri sportivi e palestre e qualsiasi luogo dove sonopresenti le donne;organizzare seminari e meeting;3- uso di internet e posta elettronica Preparazione dei volontari Al fine di ottenere risultati migliori, la Campagna prevede laformazione di diversi comitati, uno dei quali, il "comitato ditraining", ha il compito di organizzare i laboratori allo scopo dipreparare i volontari sul metodo da utilizzare e sull'impegno dasvolgere per raccogliere le firme. Frequentare tali laboratori èobbligatorio per coloro che intendono raccogliere le firme in modo"faccia a faccia". Per i volontari non è necessaria una conoscenzadelle materie giuridiche, perché i laboratori preprano i volontaririguardo alla "conoscenza dei diritti delle donne nei vari Codici". Estensione della Campagna La Campagna non è limitata a Tehran e vengono incoraggiati apartecipare molti attivisti delle province, che possono presentarsi ailaboratori che si organizzano a Tehran per poi proseguire le proprieattività nella provincia, oppure in caso di un numero elevato deipartecipanti, i laboratori si formano anche nelle altre città.Raccogliere le firme fuori i territorio dell'Iran avviene per posta,e-mail e/o ripetuti viaggi. Raccontare le esperienze Ai volontari viene dato un quaderno dove possono scrivere le proprieesperienze durante la raccolta delle firme con il metodo faccia afaccia. Successivamente tali esperienze possono essere raccontate neilaboratori e a volte anche pubblicate sul sito. Chi può firmare? Possono firmare gli uomini e le donne che abbiano raggiunto diciottoanni di età. Vengono messi a disposizione dei volontari i moduli perraccogliere le firme, e chi vuole può dare anche un contributoeconomico per sostenere le attività della Campagna. Gli indirizzi Il sito web www.we4change.infowww.feministschool.infoscrivere a forequlity@gmail.comoppure scrivere a Tehran (Iran) casella postale 14335-851 I primi sostenitori della Campagna di "un milione di firme percambiare le leggi discriminatorie":
1- Shirin Ebadi (premio nobel per la pace 2004)
2- Simin Behbahani (poeta)
3- Shahla Lahiji (giornalista)
4- Shahla E'zazi (docente universitaria)
5- Babak Ahmadi (scrittore e traduttore)
6- Farzaneh Taheri (traduttrice)
7- Tahmineh Milani (regista)
8- Manijeh Hekmat (regista)
9- Maedeh Tahmasebi (artista)
10- Farhad Aish (artista)
11- Narges Mohamadi (attivista)
12- Naser Zarafshan (procuratore)
13- Ardeshir Rostami (artista)
14- Moniro Ravanipour (scrittrice)
15- Babak Takhti (scrittrice)16- Banafsheh Hejazi (saggista, ricercatrice)17- Mahvash Sheikh-ol-eslami (regista)18- Shahla Sherkat (giornalista, editorialista)19- Farideh Gheirat (procuratrice)20- Omran Salahi (satirico)21- Fariborz Raees-dana (economista)22- Majid Tavalaee (giornalista)23- Nahid Tavassoli (saggista, giornalista)24- Ja'far Panahi (regista)25- Sima Sayah.
I Primi membri della Campagna (in ordine alfabetico):
1- Tara Ahmadi
2-Noushin Ahmadi Khorasani
3-Parvaneh Ale Bouyeh
4- Taraneh Amir Teymouri
5- Zara Amjadian
6- Elnaz Ansari
7- Parvin Ardalan
8- Faranak Arta
9- Zohre Arzani
10- Maryam Bahraman
11- Jila Baniyaghoob
12- Vida Biglari
13- Hana Darabi
14- Fariba Davoudi Mohajer
15- Shahla Entesari
16- Mahdis arah-Bakhshi
17- Farideh Ghaeb18- Sepideh Gilasian19- Bahareh Hedayat20- Maryam Hossienkhah21- Mahboubeh Hosseinzadeh22- Nahid Jafari23- Jelveh Javaheri24- Mahsa Jazini25- Parisa Kakai'e26- Pooya Madadi27- Homa Maddah28- Golnaz Malek29- Nahid Mirhaj30- Maryam Mirza31- Khadijeh Moghadam32- Rezvan Moghadam33- Firouzeh Mohajer34- Mona Mohammadzadeh35- Iman Mozafari36- Fakhri Nami37- Sedighe Nasiri38- Elnaz Nateghi39- Fatemeh Nejati40- Negar Rahbar41- Setareh Sajadi42- Farnaz Seyfi43- Fakhri Shadfar44- Mahsa Shekarloo45- Mansoureh Shojaee46- Elahe Sorush-nia47- Tal'at Taghinia48- Bita Tahbaz49- Susan Tahmasebi50- Nerges Tayebat51- Parvin Zarrabi .

Effetto della legge sulla vita delle donne

http://www.change4equality.org/ Perché riteniamo che le leggi in vigore non sono giuste?
Ci sono tante cose che dovremmo sapere, ma non sappiamo e ci sono tante cose che non
sappiamo e alle quali non pensiamo mai. La “legge” è una di queste: fino a quando non ne abbiamo
necessità non ne prendiamo coscienza e quando lo facciamo noi consideriamo solo le leggi che
impongono obblighi o proibizioni a noi personalmente e non pensiamo a come esse riguardino tutti.
Facciamo un esempio: consideriamo una famiglia che sta per dare sua figlia in sposa e sta
per mandarla nella casa dello sposo, la casa del suo destino.
Tutto procede secondo le tradizioni: la famiglia dello sposo riceve la ragazza con molto
rispetto e dignità. Ma che futuro l’aspetta? Il suo destino sarà cupo e triste o luminoso e felice? Che
cosa succederà se lo sposo non sarà la buona persona che tutti speravano? La casa che una volta
riempiva la sua anima di gioia e di entusiasmo per il suo futuro diventa il suo inferno personale.
Essa piange giorno e notte. E’ arrabbiata con la sua famiglia e con se stessa per non aver riflettuto
prima di accettare questo matrimonio.
Ragazze come questa non sono rare in Iran. Esse possono consolarsi dicendo:”Il matrimonio
è come un’anguria: nessuno sa come sarà una volta aperta.” Ma dopo un po’, la sposa e la sua
famiglia, entrate ed uscite più volte dal tribunale, dovranno ammettere che non è proprio così. Se
invece di preoccuparsi di trovare gli anelli e organizzare il mehr, la ragazza e la sua famiglia
avessero studiato la legge e avessero preso provvedimenti per colmare le lacune presenti nel
contratto di matrimonio (aghd), esse non sarebbero così infelici oggi.
Se le leggi sulla famiglia fossero state scritte in un altro modo –giusto – e i diritti della sposa
non fossero dipesi dalla firma dello sposo, ma fossero stati custoditi come qualcosa di sacro nella
legge stessa, questi problemi non sarebbero sorti.
Per questo noi riteniamo che la legge è importante per la vita di ogni giorno di tutti, per
uomini e donne, per i bambini che devono nascere o che sono già nati. La legge è importante per
ogni essere umano che voglia vivere in pace.
Ci sono solo due categorie di persone cui la legge non interessa: quelle che non la rispettano
e quelle che non ne capiscono il valore.
Torniamo alla storia della sposa che è tornata in lacrime nella casa del padre. Se voi foste
stati i suoi genitori e foste andati in tribunale per risolvere i suoi problemi e aveste detto:”Nostro
genero non lascia che nostra figlia vada a lavorare, non lascia che esca di casa, non lascia che venga
a trovarci” e ancora “La casa che ha scelto per nostra figlia è insopportabile per lei; lui non permette
che nostra figlia malata venga operata in ospedale” e cose simili e se aveste avuto in risposta:
“Bene, questo è il diritto dell’uomo” sicuramente vi sareste chiesti stupiti: “Chi ha dato all’uomo
tali diritti?” La risposta è semplice: “La legge”. La legge ha messo vostra figlia in questa situazione
difficile, ma è anche colpa vostra. Senza pensarci troppo avete consegnato vostra figlia a qualcuno
che è capace di tenerla prigioniera in casa, qualcuno che, in caso di malattia, può impedirle di
curarsi, qualcuno che può portarle via i figli e che, se lo desidera, può torturarla e ucciderla, un
partner che, se ha problemi psicologici e sospetta che sua moglie lo tradisca, può ucciderla con
tranquillità senza paura di una giusta punizione. Così, mandando vostra figlia nella sua “casa della
fortuna” l’avete resa schiava nelle mani di uno che ha il controllo della sua vita e della sua morte.
Pensate che storie come questa che vi abbiamo raccontato non siano comuni?
Sfortunatamente no. Tutti gli omicidi che avvengono in famiglia e di cui parlano i giornali
2
affondano le radici nella debolezza del sistema delle leggi sulla famiglia e nella nostra debolezza
nel non conoscerle a sufficienza.
Per nostra sfortuna, invece di confidare nella protezione della legge, noi confidiamo nelle
tradizioni , nei costumi e nell’integrità dello sposo e domandiamo una somma straordinaria per il
mehr di nostra figlia. Troviamo strano specificare nel contratto prematrimoniale (aghd) che nostra
figlia ha diritto a divorziare. Nel frattempo, se marito e moglie incontrano difficoltà nel loro
matrimonio, la moglie, pur di liberarsi dall’inferno della vita familiare,rinuncerà al mehr molto
facilmente e poi, per ottenere il divorzio, dovrà affrontare aule di tribunale e burocrazia così a lungo
che vorrà togliersi la vita.
C’è un modo per impedire questa calamità: è necessario che tutti noi – donne e uomini,
madri e padri, sorelle e fratelli che hanno a cuore l’amore dei propri cari – smettiamo di sognare.
Dobbiamo darci da fare per scoprire ciò che le leggi – che governano la vita delle nostre spose e
figlie e di conseguenza quella delle nostre famiglie – dicono davvero. Dobbiamo riempire tutti gli
spazi vuoti nelle leggi dei nostri contratti di matrimonio e poi dobbiamo lottare per ottenere leggi
giuste per tutte le persone che vivono nel nostro Paese così che noi tutti possiamo godere di una vita
migliore e più pacifica, una vita dove poter essere felici del matrimonio di nostra figlia, sicuri che
lei e il suo sposo vivranno sani e sereni invece di condividere una vita d’inferno.
Alcune leggi ingiuste:
1 MATRIMONIO (1)
In Iran il matrimonio è un’istituzione importante che ha un impatto notevole sulla vita delle
donne. Tuttavia, se sfogliamo il Codice civile dell’Iran, possiamo notare come il matrimonio, che si
suppone essere la “dolcezza” della vita, talvolta crei problemi fisici e mentali alle donne che
vivranno per sempre nell’amarezza.
Il primo passo che una donna deve fare nel matrimonio, secondo le leggi vigenti, è
soddisfare “la condizione del consenso del padre”. Se un padre non vuole che sua figlia si sposi,
questa , anche se è una professoressa universitaria quarantenne, non potrà mai sposarsi senza
l’approvazione del tribunale. Infatti, per sposarsi, le donne vergini devono avere il permesso del
padre o del nonno paterno. Se questi non danno il consenso, possono annullare il matrimonio
tramite tribunale anche dopo che il matrimonio è stato contratto.
Alcuni mettono in relazione la filosofia di questo atto con il rispetto che è dovuto al padre.
Tuttavia ci chiediamo:”Perché soltanto le figlie devono portare rispetto al padre? Perché i figli non
sono costretti a rispettare il padre? E cosa ancor più importante, perché si deve portare rispetto
soltanto al padre? Perché si dimentica di rispettare la madre e non si richiede il suo consenso al
matrimonio?”
Con il permesso del tribunale, un padre può maritare sua figlia non ancora tredicenne con un
vecchio di 70 anni. Grazie a questa legge ingiusta in molte regioni del nostro Paese, specie nei
villaggi rurali, si contraggono matrimoni tra giovanissime e anziani. La “legge” ha dato questo
diritto al padre!
L’età minima legale di matrimonio per le femmine, prevista dal nostro codice, è 13 anni e
ciò ha creato molti problemi alla nostra società. Una ricerca svolta nella contea di Booshahr ha
rilevato che il 70% dei matrimoni finiti in divorzio è avvenuto tra mogli e mariti sposatisi giovani
tra i 15 e i 19 anni di età.
Disgraziatamente in Iran la donna con il matrimonio, in cambio del mehr , scritto in cifre
nel contratto, perde tanti dei suoi diritti, per es. la possibilità di decidere dove vivere, di viaggiare,
3
di uscire dal Paese, di andare a lavorare senza il permesso del marito.
Secondo la legge, la donna deve vivere dove vive il marito. Se lui trova lavoro in un’altra
città e la moglie non lo vuole seguire, ha diritto di sposarsi con un’altra. Possiamo vedere queste
ingiustizie intorno a noi tutti i giorni.
La donna sposata ha il dovere di soddisfare sessualmente il marito anche se lei non lo
desidera. Tali leggi discriminatorie possono ingenerare paura di sposarsi nelle ragazze giovani.
Il capo famiglia è il marito. Le donne iraniane non possono sposare un cittadino non
iraniano senza il permesso del Ministero degli Interni. Questa limitazione non esiste per gli uomini.
La Legge matrimoniale ha molte sfaccettature. Nessuna donna può sapere come sarà la sua
vita matrimoniale anche se all’inizio è buona,perché condizioni come la vecchiaia, la malattia o
l’improvvisa ricchezza del marito possono creare molti problemi.
2 DIVORZIO (3)
Secondo la legge, il divorzio è diritto esclusivo dell’uomo, perciò un marito può divorziare
dalla moglie quando gli piace.
Se è la moglie a chiedere il divorzio, essa deve provare che il marito è colpevole di cattiva
condotta: non paga le spese per mantenerla, è drogato, è in carcere, ecc. Sappiamo bene che provare
cose simili in tribunale è difficile. Nella maggior parte dei casi la moglie arriva al dunque solo dopo
molti anni di procedure legali e molte altre volte le donne semplicemente preferiscono perdere il
loro mehr pur di liberarsi dalle molestie e dagli abusi domestici dei loro mariti.
Una ricerca svolta nella città di Qom mostra che il 91% delle donne divorziate non ha
reclamato il mehr per intero e in molti casi di divorzio consensuale la moglie ha rinunciato ai suoi
diritti finanziari per assicurarsi il consenso del marito. In molti altri la moglie ha anche pagato tutte
le spese di divorzio. Da una prospettiva religiosa, risulta chiaramente che una donna può ottenere il
divorzio facilmente se rinuncia al suo diritto al mehr, ma la legge iraniana ha aggiunto la clausola
“deve ottenere il consenso del marito” al divorzio; così se una donna iraniana vuole il divorzio,
deve non solo perdere il mehr ma anche avere il consenso del marito.
Una visita al tribunale della famiglia vi mostrerà che quando un uomo chiede il divorzio,
mette sua moglie sotto pressione affinché gli lasci il suo mehr e se sarà lei a chiedere il divorzio,
perderà i piccoli diritti che aveva.
3 DIRITTO DI CUSTODIA DEI FIGLI
Nella nostra legge, hezanat (cura giornaliera) e tutela dei figli hanno due significati
differenti. Hezanat significa prendersi cura di un figlio, tutela significa: protezione, gestione degli
affari finanziari, decisioni relative all’educazione, determinazione del luogo dove vivere, permesso
di lasciare il paese, espressione di opinioni, concessioni di cure mediche e altri affari.
Secondo il Codice civile iraniano una madre non può mai essere avvocato del proprio figlio.
Anche nel caso in cui padre e nonno paterno siano assenti, essa non avrà la tutela del figlio, ma
potrà solo prendersi cura di lui. Tuttavia, in questa situazione, la madre può esercitare il suo diritto
di tutela sotto la diretta sorveglianza dell’agenzia di sostegno dei figli (Procuratore generale).
Anche il diritto di vendere la proprietà del figlio sottostà alla suddetta agenzia.
Una madre non può aprire nessun conto in banca a nome di suo figlio,né chiedere un
prestito, né comprare una casa per il figlio senza la firma del marito. Se una madre (con i propri
soldi) compra una casa per il figlio col consenso del padre, il padre può vendere o affittare questa
casa quando vuole e la madre non ha nessun diritto in materia.
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Se un figlio è all’ospedale malato e ha bisogno di un intervento chirurgico, è il padre che
deve dare l’autorizzazione a procedere; senza la firma del marito la madre non può chiedere al
dottore di operare suo figlio. Secondo la legge, custodia e tutela sono “destino manifesto” del padre.
Ciò significa che , anche volendolo, il padre non può concedere la tutela del figlio alla sua sposa.
4 NUMERO DELLE MOGLI (6)
Tra gli altri casi di disuguaglianza nella legge matrimoniale attuale c’ è la discussione sul
numero delle mogli. La legge prevede molte mogli per gli uomini, cioè un uomo può avere 4 aghdi
(sposate permanentemente) e un numero illimitato di sighehi (sposate temporaneamente).
Molte donne pensano che il loro marito sia così bravo che non farebbe mai una cosa simile.
Invece una visita al tribunale della famiglia mostra che molti mariti, magari nascondendolo alla
prima moglie, sfruttano ingiustamente questo loro “diritto”.
Questa legge, che non dà possibilità di divorzio alla donna ma solo all’uomo, ha causato
molti problemi nei rapporti familiari.
Una ricerca svolta in 15 stati del Paese ha mostrato che il 67% delle donne che hanno ucciso
il loro marito, lo hanno fatto perché il coniuge era loro infedele e il 33% per rappresaglia contro le
sue violenze.
Gli scoppi di questi conflitti familiari sono conseguenza delle vigenti leggi discriminatorie e
inadatte a favorire una convivenza corretta e civile tra uomo e donna.
5 L’ETA’ DELLA RESPONSABILITA’ PENALE (8)
L’età della responsabilità penale per le ragazze è 9 anni lunari (8 anni e 9 mesi solari) e per i
ragazzi 15 anni lunari ( 14 anni e 6 mesi solari). Di conseguenza se una bambina di 9 anni commette
un crimine, verrà trattata applicando ( e anche eseguendo) le leggi penali previste per un’adulta.
L’unica eccezione è che quella bambina sarà imprigionata od ospitata in un istituto di rieducazione
giovanile fino al compimento del diciottesimo anno di età quando l’esecuzione del verdetto potrà
essere espletata.
Si dovrebbe chiedere al legislatore se una bambina di 9 anni o piùSi dovrebbe chiedere al legislatore se una bambina di 9 anni o più sia così consapevole delle sue azioni da meritare di essere privata per un lungo periodo della vita che sta vivendo.
6 LA CITTADINANZA (9)
La cittadinanza è un importante titolo giuridico. Nel mondo attuale la cittadinanza ha un ruolo fondamentale, essa determina i rapporti tra una persona e lo stato, determina la giurisdizione in cui una persona può sposarsi, essere punita, avere proprietà, ecc.
Secondo la legge iraniana una donna non può trasferire la sua cittadinanza al proprio figlio. Se il padre è iraniano, anche il figlio lo è, ma se la madre è iraniana e il padre , per esempio, afgano, il figlio non è considerato cittadino iraniano, perciò non può vivere in Iran.
Una ricerca mostra che circa 20000 bambini in Iran non hanno carta d’identità. Ciò significa che questi bambini non hanno diritto di vivere e di andare a scuola in Iran. La semplice ragione di questo è che le loro madri hanno sposato afgani senza ottenere l’autorizzazione del Ministero degli Interni. In alcuni casi anche una donna che sposa uno straniero perde la propria cittadinanza iraniana.
7 DIYEH (Soldi per sangue) (10)
Diyeh è la somma di denaro che un omicida o l’aggressore di una persona paga alla vittima o ai familiari della vittima.
Per la legge iraniana la vita di una donna vale la metà di quella di un uomo.
Ecco alcuni esempi delle conseguenze di questa legge: se un fratello e una sorella hanno avuto un incidente stradale ed entrambi hanno le gambe rotte, il risarcimento che il fratello riceve è doppio di quello della sorella. Se in seguito all’incidente muoiono, i soldi che la famiglia riceve per il figlio sono doppi di quelli che ricevono per la figlia.
Se una donna incinta di 5 mesi ha un incidente e muore, il risarcimento per la donna è la metà di quello per il feto di un maschio che aveva in grembo.
8 EREDITA’ (9)
Secondo la legge civile, dopo la morte del padre o della madre, i figli ricevono in eredità il doppio delle figlie.
Se un uomo sposato e con figli muore, la moglie eredita 1/8 della ricchezza del marito, ma se non ha figli la moglie eredita ¼ della ricchezza del marito. Va detto inoltre che le donne non possono mai ereditare terreni.
Se un uomo con più di una moglie muore, l’ottavo o il quarto dell’eredità va diviso tra le mogli.
Se, invece, muore una donna con marito e figli, il marito eredita ¼ delle ricchezze della moglie e , se non ha figli, il marito eredita la metà del patrimonio della moglie. In conclusione, un marito eredita il doppio di una moglie.
Peggio ancora, se una donna muore e non ha eredi oltre al marito, quest’ultimo eredita l’intero patrimonio della moglie,; ma se è un uomo a non avere eredi al di fuori della moglie, questa ottiene solo ¼ dell’eredità e il resto va allo Stato. Lo Stato, quindi, è per l’uomo più intimo della moglie con la quale ha vissuto una vita intera.
9 LE LEGGI CHE PROTEGGONO L’OMICIDIO D’ONORE (12)
Tra le leggi discriminatorie ce n’è una che permette all’uomo di uccidere, senza essere punito, la moglie scoperta a letto con un altro.
Questa legge lascia mano libera agli uomini di uccidere le donne.
Il 20% di omicidi nel nostro Paese sono legati alla sessualità e all’onore. Una ricerca ha evidenziato che il 90% di uxoricidi ha ucciso la moglie solo per presunta infedeltà. Infatti quando è stato loro chiesto se fossero sicuri dell’infedeltà della moglie, hanno risposto di no ,ma che ne avevano solo il sospetto.
La legge inoltre non ritiene responsabile un padre o un nonno paterno dell’uccisione intenzionale di una figlia. Se un padre uccide la figlia perché la sospetta di corruzione o altro, è esentato dalle pene standard per omicidio e il tribunale può infliggergli solo un massimo di 10 anni di prigione.
10 LA TESTIMONIANZA (13)
Ci sono alcuni crimini rispetto ai quali una donna non può testimoniare: sodomia, omosessualità, prostituzione e alcolismo.
Nei casi in cui la testimonianza di una donna è ammessa, la testimonianza di due donne equivale a quella di un uomo e di solito se una donna afferma di essere stata presente ad un incidente, la sua testimonianza non viene accettata se non è confermata da quella di almeno un uomo.
11 ALTRE LEGGI DISCRIMINATORIE (14)
Ci sono molte altre leggi discriminatorie nel sistema legislativo iraniano.
Nella nostra Costituzione una donna è riconosciuta come cittadina solo quando è madre (sposata), perciò nessuna legge la considera come persona in sé, indipendente.
1. La condizione “Rayal- e siyaasi” - che attualmente è stata considerata come “uomo in politica” –appare tra le condizioni per diventare Presidente. Ciò significa che una donna non può diventare Presidente del Paese.
2. Vestito obbligatorio per le donne, senza rispetto per il loro credo. Per es., le donne cristiane, la cui religione non richiede che vestano la hijab, saranno punite se non la indosseranno. Se scelgono di vestirsi in modo diverso da quello che le autorità giudicano opportuno, possono essere condannate e imprigionate.
3. Assicurazione sociale. Anche se le donne pagano per l’assicurazione la stessa somma che pagano gli uomini, i loro figli non possono beneficiare dell’assicurazione sulla salute o della pensione. Ciò significa che una madre, alla sua morte, non può contribuire in alcun modo al bene dei suoi figli.
4. La lapidazione è la terribile punizione prescritta dalle nostre leggi per chi commette adulterio. Questa punizione è generalmente inflitta soltanto alle donne, perché per legge un uomo può avere un numero illimitato di mogli temporanee (sigheh) e quindi può sempre affermare che la donna (nubile) con la quale ha avuto una relazione sia in realtà una sua moglie temporanea.
PERCHE’ VOGLIAMO RACCOGLIERE “UN MILIONE DI FIRME” PER CAMBIARE LE LEGGI DISCRIMINATORIE?
Nel mondo e nella vita delle persone non c’è legge che non possa essere cambiata.
Secondo molti puristi, la legge è come un vestito: si cambia quando si ingrassa o si dimagrisce.
In molti Paesi del mondo giuristi e legislatori credono che la legge debba oltrepassare di un passo la Cultura per avere un ruolo positivo per la società, elevandone il livello culturale e lo standard di vita. Ciò significa che quando la cultura di una società avanza di un passo la legge deve farne due e cambiare. In questo modo la legge diventa uno strumento riformatore e di progresso culturale e sociale.
Sfortunatamente oggi nel nostro paese succede il contrario: la legge in Iran è arretrata rispetto la cultura media della società.
Anche se le donne hanno dimostrato il loro valore in diversi ambiti sociali ed economici, la lentezza delle leggi relative alle donne è estremamente discriminatoria e svantaggiosa per loro.
Le donne cercano di elevare il loro standard di vita e quello delle loro famiglie impegnandosi con profitto nell’ambito educativo e professionale, ma, per l’esistenza di queste leggi discriminatorie, molti di questi sforzi individuali non vanno a buon fine.
Forse è per questo motivo che le donne non si sono lamentate abbastanza per le leggi che stanno influenzando la loro vita e , se lo hanno fatto, è stato individualmente, perciò le loro lamentele non sono state sentite ovunque. Forse noi donne non abbiamo capito che i vantaggi per le donne sono inseparabili da quelli per gli uomini ei bambini.
Per rimuovere queste disuguaglianze noi – un gruppo di donne – abbiamo iniziato la campagna di raccolta di “Un milione di firme per cambiare le leggi discriminatorie” per mostrare che non solo un piccolo gruppo di donne iraniane, ma anche molti uomini e donne in Iran vogliono il cambiamento o la revisione di queste leggi.
Questa campagna e la sua larga diffusione mostreranno ai legislatori che le donne dell’Iran sono serie e tenaci nelle loro richieste.
La richiesta di revisione delle leggi discriminatorie non va contro l’Islam o la Sharia, ma piuttosto è in linea con gli impegni internazionali del governo iraniano che ha sottoscritto un accordo per rendere effettiva la convenzione internazionale dei diritti civili, politici e socio-economici.
Il primo passo di questa convenzione è rifiutare ogni tipo di discriminazione. Perciò, in linea con gli accordi internazionali stretti dal governo iraniano, ogni discriminazione deve essere abolita.
D’altronde la richiesta di cambiare o correggere queste leggi discriminatorie non è in contrasto con i fondamenti dell’Islam e non danneggia i pilastri della religione.
Le leggi che noi stiamo chiedendo di cambiare sono oggetto di controversia tra esponenti religiosi (del clero) e studiosi di religione. Molti studiosi, come l’Ayatollah Sanei o l’Ayatollah Bojnourdi e altre autorità religiose hanno preso in esame per molti anni tale richiesta e non ritengono che questa revisione sia contraria all’Islam . Essi credono che, considerando le circostanze di tempo e di luogo, la legge possa cambiare per essere in armonia con il livello culturale e con il ruolo delle donne in Iran.
Essi ritengono che nell’Islam ci siano “Precetti Secondari” secondo i quali, se un ordine preciso del Corano produce conseguenze secondarie dovute a circostanze di luogo e di tempo o se è giudicato ingiurioso nei confronti della società, è possibile sospenderlo o rimpiazzarlo temporaneamente con un’altra legge.
Nell’Islam, finchè persiste la circostanza o c’è convenienza, la sospensione della legge è sancita e accettabile.
L’Ayatollah Musavi Bojnourdi ha chiaramente detto:L’Islam non è assolutamente in contrasto con i diritti umani e non dice che un sesso è inferiore all’altro”. Secondo lui:”In una società islamica i diritti umani hanno significato. I diritti sono per il genere umano senza distinzione di sesso. Dio ha considerato questi diritti per gli esseri umani”.
Tuttavia queste leggi discriminatorie non cambieranno mai e continueranno a distruggere la vita delle donne se molte persone non ne chiederanno il cambiamento e se questa richiesta non verrà recepita dalle autorità e dai legislatori del Paese.
La raccolta di firme per far cambiare queste leggi ha proprio lo scopo di far arrivare questo messaggio alle autorità competenti.
Firmando il documento “Un milione di firme per il cambiamento delle leggi discriminatorie” e facendolo firmare dalle persone che vi avvicinano o spedendo il modulo che trovate alla fine di questo fascicolo, potrete contribuire a far fare un balzo in avanti a questa proposta e a migliorare così la vita delle donne iraniane.
I nostri siti:
persiano:
http://www.change4equality.org/

italiano e altre lingue
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Come e quando si e' formato la "Campagna di un milione di firme"?

Traduzione

L’idea è nata dopo il sit-in, a piazza ‘7 Tir’ a Tehran, il 22 khordad del 1385 (12 giugno 2006), in occasione dell’anniversario della giornata di ‘solidarietà delle donne iraniane’. Il sit-in, nonostante fosse pacifico vennee interrotto brutalmente dalle forze dell’ordine. Alle manganellate seguono l’arresto di una settantina di avvocate, giornaliste, attiviste sociali ecc. con l’accusa di ‘assembramento illegale’.
Dalle riunioni e seminari in grandi città iraniane, con la partecipazione di circa cinquanta attiviste di diverse generazioni che hanno parlato della necessità di rinnovare le leggi di famiglia, nasce, finalmente, “l’idea di una Campagna per la raccolta delle firme per cambiare le leggi discriminatorie”. La Campagna inizia il proprio lavoro il 5 shahrivar dello stesso anno (27 agosto 2006).
Raccogliere le firme avviene con il metodo “faccia a faccia”, e poiché si tratta di un lavoro collettivo sono essenziali:
- Spiegare gli obiettivi della “Campagna” e il metodo utilizzato dal comitato dirigente ai cittadini,
- dopo il discorso pubblico o individuale per spiegare gli obiettivi della “Campagna”, ciascun iraniano (uomo o donna) può firmare il modulo apposito,
- la diffusione di manuale di istruzione sulle legge discriminatorie che si chiede di cambiare e le loro tracce sulla vita (sociale e privata) delle donne.


PROGRAMMA E LAVORO DELLA “CAMPAGNA”

Il nostro lavoro è basato su: conoscenza, contatto diretto, consapevolezza e infine, creare fiducia (tra noi attiviste, e tra noi e gli altri) e quindi preparare il terreno per una sistemazione collettiva che porti ai cambiamenti voluti. Tutto questo ha come scopo un progresso orizzontale non centralizzato, perchè siamo convinte che solo in questo modo possiamo raggiungere gli obiettivi.
Per procedere al meglio è previsto un laboratorio che spiega il metodo ‘faccia a faccia’ ai nuovi volontari che intendono sostenere la Campagna. Il laboratorio si tiene in singole città con la partecipazione delle attiviste e dei volontari.


I PRINCIPALI OBIETTIVI DELLA “CAMPAGNA”

Certamente raccogliere un milione di firme è l’obiettivo centrale della Campagna, ma non mancano altri obiettivi:
creare un’ampia partecipazione dei cittadini per ottenere cambiamenti sociale necessari,
la conoscenza e il dialogo tra differenti gruppi di femministe o associazioni sensibili alla condizione delle donne,
confronto diretto tra le attiviste con i cittadini, per aumentare la loro consapevolezza sulle ineguaglianze giuridiche,
dare voce al silenzio di molte donne,
delineare una riforma dal basso, cioè dalla società civile, per conquistare i cambiamenti radicali che possano essere duraturi nel tempo. Per questo motivo puntiamo sul rapporto diretto (faccia a faccia) con i cittadini, e cerchiamo di capire i loro disagi quotidiani,
le attiviste, nel contatto diretto con i cittadini, hanno compreso che senza essere all’interno della società, senza affrontare le difficoltà e senza pagare un prezzo non si può raggiungere gli obiettivi necessari. La storia delle lotte femminili di altri paesi con tradizioni culturali simile all’Iran, ci insegna che stiamo seguendo un percorso piuttosto difficile, proprio perché la nostra intenzione è quella di aumentare la consapevolezza dei cittadini sulle diseguaglianze giuridiche,
portare a termine la Campagna, dimostrerà che la (giusta) richiesta di cambiare le leggi discriminatorie non è limitata a un gruppo ristretto di donne, ma è la richiesta di donne e uomini di differenti strati sociali e culturali, e provenienti dai grandi o piccoli centri urbani che soffrono per le leggi attualmente in vigore.


QUANTI ATTIVISTI LAVORANO NELLA “CAMPAGNA”

Da premettere che non conosciamo il numero esatto delle persone che collaborano, ma possiamo dire che sono circa 500 gli attivisti che lavorano in 30 città o villaggio. Alcuni sono in Germania, Stati Uniti, Austria, Francia, Belgio, Canada e Australia.
A Tehran sono stati preparati nei laboratori appositi 440 donne e 50 uomini, di cui 70 donne e 15 uomini attualmente sono impegnati nei comitati della Campagna nel settore organizzativo, e circa 20 uomini sono attivi a Zahedan, Gorgan, Tabriz, Yazd, Hamadan, Rasht, Kermanshah e Shitraz e 50 donne, oltre alle città nominate anche a Qom, Mahabad, Sanandaj, Marivan, Karaj, Mashhad, Zanjan e Khorramabad.


MOTIVI UFFICIALI (DEL GOVERNO) DELLA REPRESSIONE ALLA “CAMPAGNA” DA PARTE DELLE FORZE DELL’ORDINE

Nonostante durante i dialoghi con i responsabili dell’amministrazione giuridico-legislativa, essi non avessero espresso parere contrario al lavoro della Campagna, non mancano repressioni (governative) nei confronti delle nostre attività pubbliche e trasparenti:
- L’arresto di 41 attivisti: 15 a Tehran, Kermanshah e Anzali durante la raccolta delle firme; 26 nell’irruzione a un laboratorio tenuto a Khorramabad;
- Minacce di arresto;
- Convocazioni illegali alla Polizia degli attivisti per creare terrore;
- Controllo dei legami sociali e familiari degli attivisti;
- Intercettazioni telefoniche;
- Controllo delle connessioni internet;
- Ispezione delle case e degli uffici degli attivisti;
- Controllo o impedire le riunioni e i sit-in;
- Blocco degli spazi pubblici (parchi, sale riunioni, ecc.), per gli incontri tra attivisti o per laboratori

1l 23 shahrivar 1386 (14 settembre 2007), a Khorramabad, durante il laboratorio tenuto in una casa privata, siamo colti di sorpresa dall’irruzione, illegale e senza permesso, delle forze dell’ordine che aveva saputo dell’incontro tramite l’Ufficio di Informazione (Un vero e proprio sistema di spionaggio in Iran. ndt) della stessa città. Sono stati arrestati 5 membri attivi della Campagna, insieme a 21 khorramabadi che si erano informati dagli amici e conoscenti del laboratorio. Essi sono stati trattenuti fino a notte tarda in Ufficio di Polizia. Inoltre, hanno sequestrato insieme ai manuali della Campagna come ‘strumento di reato’, gli effetti personali del proprietario della casa.
L’ufficio di Informazione della città per evitare la solidarietà di altri abitanti, ha radunato alcune persone dietro la porta della casa, dove era in funzione il laboratorio, riferendo loro a voce alta che è in atto un “assembramento di piacere”.
Nelle investigazioni è stata giustificata la loro irruzione per :
- Illegalità della riunione,
- Illegalità della Campagna,
- Le richieste della Campagna sono contro l’islam,
- Dubbio sulla indipendenza economica della Campagna (viene supportato dall’Estero. ndt)
- Reati morali per ‘assembramento di piacere’.


L’ATTEGGIAMENTO DELLE PERSONE VERSO LA “CAMPAGNA”

Insieme al manuale sulle leggi discriminatorie, le attiviste e i volontari hanno un quaderno in cui scrivere l’esperienza fatta. Un diario che contiene ricordi personali, impressioni avute e parole sentite. Spesso si sente dire: “serve a qualcosa?”
Quando si parla delle “ richieste della Campagna” e della “shari’a”, si hanno reazioni:
Le persone religiose sostengono che tutto questo (le leggi discriminatorie) fanno parte dell’islam. Quando annotiamo il concetto della falsificazione e della patriarcalizzazione della shari’a e raccontiamo di grandi mujtahid contemporanei che hanno saputo dare nuove interpretazioni craniche basate sulla giusta eguaglianza degli individui (tra uomini e donne), in molte si convincono e sono disposte a firmare.
Le persone non particolarmente religiose che ci ricordano che il nostro è un sistema islamico e fanno riferimento alle parole “repubblica islamica”. Essi sono convinti che per cambiare le leggi bisogna cambiare il sistema.

Quasi tutti, uomini e donne, sono d’accordo con le “richieste della Campagna”, e accanto alla firme scrivono il proprio malcontento riguardo a tutte le leggi. La maggior parte degli uomini trovano ingiuste le leggi su: l’età della responsabilità penale delle ragazze (nove anni), diyeh (la legge del taglione) e delitti d’onore. Le donne, invece, trovano ingiuste le leggi su: matrimonio, eredità, divorzio.


IL GOVERNO

Da una parte ci sono le parlamentari che senza appoggiare pubblicamente la “Campagna di un milione di firme” hanno esposto in majlis alcune delle richieste della Campagna (diyeh, eredità, valore della testimonianza (la testimonianza della donna vale metà di quella dell’uomo. ndt) e l’età della responsabilità penale). Esse ne hanno parlato con la Guida e il capo del “Consiglio delle Scelte” (majma’-e tashkhis-e maslahat-e nezam, letteralmente “Consiglio di Riconoscimento dell’Utilità Comune”).
Esse mettono in dubbio il metodo di lavoro della Campagna, perché influenzata dall’Occidente, e ribadiscono che tale attività mette in pericolo la sicurezza nazionale e i valori della rivoluzione.

Per noi è importante che persino le parlamentari portano avanti le nostre richieste- che tra l’altro è la richiesta di tutti gli iraniani- anche se non fanno appello, esplicitamente, alla Campagna della raccolta di un milione di firme per cambiare le leggi discriminatorie”.

mercoledì 5 novembre 2008

Siamo Uguali


Esha Momeni e' libera' ma non puo' uscire dall'Iran per continuare i suoi studi in America.

Quanti Esha devono entrare e uscire dalle prigioni fino al cambiamento finale delle leggi ?
Noi donne non chiediamo altro che i nostri diritti che aiutano la nostra famiglia e la nostra societa' a vivere piu' tranquilli .
Chiediamo non piu' diritti ma uguali diritti!
In una famiglia quando un padre ,una madre ,un figlio e una figlia hanno gli stessi diritti vivono meglio, c´e' meno violenza, c`e' meno diffidenza c`e' meno ingiustizia.
Lasciamo che i nostri madri ,padri, figli,figlie, fratelli e sorelle si sentano uniti per una vita in armonia e in ugualianza!
Esha, oggi e' una figlia e una sorella, domani sara' una moglie e una madre..chi vorebbe farle male? suo padre? sua madre? suo fratello? sua sorella?La societa' patricale dovrebbe riflettere, Siamo Uguali!